Storicamente le donne sono le agenti primarie della socializzazione infantile, i soggetti principali della trasmissione dei ruoli sociali e dei modelli culturali. Questa attività risulta tuttavia in molti casi, magari in forma irrazionale, legata alla tradizione e alle sue certezze e sicurezze, cosicché il discorso educativo, più che a trasmettere con opportune correzioni il costume educativo, tende al contrario a riprodurre acriticamente il passato, senza rompere il pregiudizio, ricreando nella famiglia e nella storia, palestre di vita futura, precisi e differenziati ruoli sessuali e quindi sociali, dove al privilegio maschile corrisponde una netta inferiorizzazione femminile. È questa senza dubbio la maggiore responsabilità, la colpa storica delle donne, che, come madri, come insegnanti, in passato hanno nettamente fatto prevalere un genere a danno di un altro, il loro. Nella pratica di ogni giorno, nell’insegnare il silenzio, la rassegnazione, o peggio nel favorire e sottolineare in positivo alcune attività, quelle svolte dai «maschietti», la donna si fa responsabile verso le proprie simili di una precisa oppressione culturale, trasmettendo veti, abitudini mentali alla subalternità che difficilmente la bambina divenuta donna riuscirà a superare, e che andranno ad alimentare, in una spirale perversa, nuove future oppressioni.

Donne a scuola. Una storica conquista / Ulivieri Simonetta. - In: PEDAGOGIA E VITA. - ISSN 0031-3777. - STAMPA. - 2018/2:(2018), pp. 115-132.

Donne a scuola. Una storica conquista

Ulivieri Simonetta
2018

Abstract

Storicamente le donne sono le agenti primarie della socializzazione infantile, i soggetti principali della trasmissione dei ruoli sociali e dei modelli culturali. Questa attività risulta tuttavia in molti casi, magari in forma irrazionale, legata alla tradizione e alle sue certezze e sicurezze, cosicché il discorso educativo, più che a trasmettere con opportune correzioni il costume educativo, tende al contrario a riprodurre acriticamente il passato, senza rompere il pregiudizio, ricreando nella famiglia e nella storia, palestre di vita futura, precisi e differenziati ruoli sessuali e quindi sociali, dove al privilegio maschile corrisponde una netta inferiorizzazione femminile. È questa senza dubbio la maggiore responsabilità, la colpa storica delle donne, che, come madri, come insegnanti, in passato hanno nettamente fatto prevalere un genere a danno di un altro, il loro. Nella pratica di ogni giorno, nell’insegnare il silenzio, la rassegnazione, o peggio nel favorire e sottolineare in positivo alcune attività, quelle svolte dai «maschietti», la donna si fa responsabile verso le proprie simili di una precisa oppressione culturale, trasmettendo veti, abitudini mentali alla subalternità che difficilmente la bambina divenuta donna riuscirà a superare, e che andranno ad alimentare, in una spirale perversa, nuove future oppressioni.
2018
2018/2
115
132
Ulivieri Simonetta
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