In un libro uscito nel 2016, dal titolo The Slow Professor: Challenging the Culture of Speed in the Academy, Maggie Berg e Barbara K. Seeber – due docenti canadesi – hanno rotto un tabù, decidendo di confessare il proprio malessere e il proprio senso di inadeguatezza e, talvolta, frustrazione rispetto ai ritmi e agli obiettivi che l’università impone oggi a chi lavora e studia al suo interno. A partire da questi spunti, il Comitato unico di garanzia dell’Università di Firenze, chiamato a occuparsi del benessere organizzativo, ha stimolato un primo momento di discussione collettiva sulle condizioni di lavoro, di studio e di ricerca nell’università contemporanea con l’organizzazione di un seminario aperto a tutto la comunità universitaria fiorentina. L’obiettivo del seminario, di cui qui si raccolgono gli atti, è stato duplice. Da un lato, si è voluta focalizzare l’attenzione sulle esperienze e gli stati d'animo di tutti gli attori presenti all’interno della comunità accademica in rapporto agli ostacoli che si incontrano in un contesto caratterizzato dalla scarsità di tempo e di risorse economiche e da carichi di lavoro crescenti. Dall’altro, si cercato di riflettere su come creare relazioni e reti, inaugurare esperimenti di condivisione di esperienze di ricerca, didattica e buone prassi che possano contrastare quelle derive a livello individuale e collettivo che possono tradursi in malessere organizzativo, danneggiando di fatto il perseguimento dei valori che stanno al centro dell’istituzione universitaria pubblica.
Il tempo per pensare: un bene essenziale per la comunità accademica / Brunella, Casalini; Silvia D'Addario. - STAMPA. - (2019).
Il tempo per pensare: un bene essenziale per la comunità accademica
Brunella, Casalini
;D'ADDARIO, SILVIA
2019
Abstract
In un libro uscito nel 2016, dal titolo The Slow Professor: Challenging the Culture of Speed in the Academy, Maggie Berg e Barbara K. Seeber – due docenti canadesi – hanno rotto un tabù, decidendo di confessare il proprio malessere e il proprio senso di inadeguatezza e, talvolta, frustrazione rispetto ai ritmi e agli obiettivi che l’università impone oggi a chi lavora e studia al suo interno. A partire da questi spunti, il Comitato unico di garanzia dell’Università di Firenze, chiamato a occuparsi del benessere organizzativo, ha stimolato un primo momento di discussione collettiva sulle condizioni di lavoro, di studio e di ricerca nell’università contemporanea con l’organizzazione di un seminario aperto a tutto la comunità universitaria fiorentina. L’obiettivo del seminario, di cui qui si raccolgono gli atti, è stato duplice. Da un lato, si è voluta focalizzare l’attenzione sulle esperienze e gli stati d'animo di tutti gli attori presenti all’interno della comunità accademica in rapporto agli ostacoli che si incontrano in un contesto caratterizzato dalla scarsità di tempo e di risorse economiche e da carichi di lavoro crescenti. Dall’altro, si cercato di riflettere su come creare relazioni e reti, inaugurare esperimenti di condivisione di esperienze di ricerca, didattica e buone prassi che possano contrastare quelle derive a livello individuale e collettivo che possono tradursi in malessere organizzativo, danneggiando di fatto il perseguimento dei valori che stanno al centro dell’istituzione universitaria pubblica.File | Dimensione | Formato | |
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