Nella sua interpretazione di Hegel, Benedetto Croce non ha mai valorizzato la Fenomenologia dello spirito, ritenendola un’opera di passaggio verso la fase più matura e sistematica del pensiero hegeliano. L’ipotesi del saggio è che le ragioni della svalutazione crociana della Fenomenologia vadano ricercate, oltre che nella predilezione per l’Enciclopedia, anche nella volontà di prendere le distanze dall’hegelismo astratto di Bertrando Spaventa e di Giovanni Gentile. A partire dagli anni Trenta, la freddezza di Croce verso la Fenomenologia si accentua in conseguenza delle letture hegeliane compiute in Francia da Wahl, Koyré, Kojève, Hyppolite e concentrate sulla produzione giovanile e jenese. Al termine del saggio, si mostra come Croce, malgrado abbia costantemente formulato un giudizio negativo della Fenomenologia, ne abbia tacitamente subito l’influenza per sviluppare i temi fondamentali del proprio pensiero filosofico, a cominciare dal concetto della negatività. In his Hegel’s interpretation, Benedetto Croce has never recognised the value of Phenomenology of Spirit, since he was seeing it as mere work in progress towards the more mature and systematic phase of hegelian thought. This essay presents the hypothesis that the reasons of his undervaluing of Phenomenology should be sought, not only in his crystal clear predilection for the Encyclopaedia, but mainly in his firm intention to distance himself from the abstract hegelianism of Bertrando Spaventa and Giovanni Gentile. Starting from the ’30s, Croce’s coldness towards Phenomenology knows a stronger emphasys as a consequence of the hegelian readings developed in France by authors such as Wahl, Koyré, Kojève, Hyppolite all mainly focused upon the Hegel’s early and jenese production. At the end of the essay it is pointed out that Croce, despite his constantly negative assessment of Phenomenology, has tacitly undergone its influence in order to develop the essential cores of his own philosophical thought, starting from the concept of negativity.
“Il più difficile tra i libri dello Hegel”. Croce e la Fenomenologia dello spirito / Morani Roberto. - In: ANNUARIO FILOSOFICO. - ISSN 0394-1809. - STAMPA. - XXXIII:(2017), pp. 307-342.
“Il più difficile tra i libri dello Hegel”. Croce e la Fenomenologia dello spirito
MORANI, ROBERTO
2017
Abstract
Nella sua interpretazione di Hegel, Benedetto Croce non ha mai valorizzato la Fenomenologia dello spirito, ritenendola un’opera di passaggio verso la fase più matura e sistematica del pensiero hegeliano. L’ipotesi del saggio è che le ragioni della svalutazione crociana della Fenomenologia vadano ricercate, oltre che nella predilezione per l’Enciclopedia, anche nella volontà di prendere le distanze dall’hegelismo astratto di Bertrando Spaventa e di Giovanni Gentile. A partire dagli anni Trenta, la freddezza di Croce verso la Fenomenologia si accentua in conseguenza delle letture hegeliane compiute in Francia da Wahl, Koyré, Kojève, Hyppolite e concentrate sulla produzione giovanile e jenese. Al termine del saggio, si mostra come Croce, malgrado abbia costantemente formulato un giudizio negativo della Fenomenologia, ne abbia tacitamente subito l’influenza per sviluppare i temi fondamentali del proprio pensiero filosofico, a cominciare dal concetto della negatività. In his Hegel’s interpretation, Benedetto Croce has never recognised the value of Phenomenology of Spirit, since he was seeing it as mere work in progress towards the more mature and systematic phase of hegelian thought. This essay presents the hypothesis that the reasons of his undervaluing of Phenomenology should be sought, not only in his crystal clear predilection for the Encyclopaedia, but mainly in his firm intention to distance himself from the abstract hegelianism of Bertrando Spaventa and Giovanni Gentile. Starting from the ’30s, Croce’s coldness towards Phenomenology knows a stronger emphasys as a consequence of the hegelian readings developed in France by authors such as Wahl, Koyré, Kojève, Hyppolite all mainly focused upon the Hegel’s early and jenese production. At the end of the essay it is pointed out that Croce, despite his constantly negative assessment of Phenomenology, has tacitly undergone its influence in order to develop the essential cores of his own philosophical thought, starting from the concept of negativity.File | Dimensione | Formato | |
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