Il contributo prende in esame la documentazione processuale, risalente alla seconda metà del Quattrocento, conservata nell’archivio della corte della Mercanzia di Firenze. Questo materiale, il cui ricco contenuto di natura economica attende ancora di essere studiato a fondo, consente infatti di far luce sui criteri cui si attennero i giudici, essi stessi membri della classe mercantile cittadina, per risolvere le controversie portate dinanzi al tribunale. Di particolare interesse, da questo punto di vista, risultano le cause appartenenti alla speciale categoria del ‘ricorso’, in cui si trovano coinvolti alcuni fra i più importanti operatori fiorentini. In questo caso, infatti, i giudici si preoccuparono in genere di spiegare le ragioni che li avevano guidati nel prendere una determinata decisione, introducendo così nelle loro sentenze una sorta di motivazione — un fenomeno che a quest’altezza cronologica è altrimenti sconosciuto. L’analisi condotta su queste carte, offrendo esempi e dati concreti, permetterà così di valutare meglio la fondatezza delle opinioni espresse dai contemporanei sul funzionamento del tribunale. E’ risaputo infatti che tanto Bartolomeo Scala, nel dialogo De legibus et iudiciis, quanto Francesco Guicciardini, nel Dialogo del reggimento di Firenze, dedicarono a questo argomento largo spazio: il primo indagando sul rapporto fra equità e rigore nelle sentenze della corte, il secondo invece sollevando la questione, ancor oggi controversa, dell’influenza che i Medici e in particolare Lorenzo il Magnifico avrebbero esercitato a fini politici sulla giurisdizione della Mercanzia.
L’ufficio del ricorso presso la Mercanzia fiorentina tra Quattro e Cinquecento / Boschetto, Luca. - STAMPA. - (2016), pp. 183-205. (Intervento presentato al convegno Tribunali di mercanti e giustizia mercantile nel tardo Medioevo tenutosi a Firenze, Accademia di Scienze e Lettere 'La Colombaria' nel 26 febbraio 2016).
L’ufficio del ricorso presso la Mercanzia fiorentina tra Quattro e Cinquecento
Boschetto, Luca
2016
Abstract
Il contributo prende in esame la documentazione processuale, risalente alla seconda metà del Quattrocento, conservata nell’archivio della corte della Mercanzia di Firenze. Questo materiale, il cui ricco contenuto di natura economica attende ancora di essere studiato a fondo, consente infatti di far luce sui criteri cui si attennero i giudici, essi stessi membri della classe mercantile cittadina, per risolvere le controversie portate dinanzi al tribunale. Di particolare interesse, da questo punto di vista, risultano le cause appartenenti alla speciale categoria del ‘ricorso’, in cui si trovano coinvolti alcuni fra i più importanti operatori fiorentini. In questo caso, infatti, i giudici si preoccuparono in genere di spiegare le ragioni che li avevano guidati nel prendere una determinata decisione, introducendo così nelle loro sentenze una sorta di motivazione — un fenomeno che a quest’altezza cronologica è altrimenti sconosciuto. L’analisi condotta su queste carte, offrendo esempi e dati concreti, permetterà così di valutare meglio la fondatezza delle opinioni espresse dai contemporanei sul funzionamento del tribunale. E’ risaputo infatti che tanto Bartolomeo Scala, nel dialogo De legibus et iudiciis, quanto Francesco Guicciardini, nel Dialogo del reggimento di Firenze, dedicarono a questo argomento largo spazio: il primo indagando sul rapporto fra equità e rigore nelle sentenze della corte, il secondo invece sollevando la questione, ancor oggi controversa, dell’influenza che i Medici e in particolare Lorenzo il Magnifico avrebbero esercitato a fini politici sulla giurisdizione della Mercanzia.File | Dimensione | Formato | |
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