Alberti, gli artisti, il volgare

Il contributo propone una riconsiderazione delle pagine iniziali del III libro del De pictura, presenti sia nella redazione volgare che in quella latina dell’opera, dove L. B. Alberti traccia in modo sintetico il ritratto del ‘suo’ pittore, definito «uomo buono e dotto in buone lettere». Sebbene questo ritratto, ritenuto esageratamente idealizzato, sia stato fin qui sostanzialmente trascurato dalla critica, la ricerca, basata anche sull’esame delle raccolte edite e inedite dei libri appartenuti agli artisti fiorentini, dimostra invece che il discorso di Alberti non era del tutto svincolato dalla realtà di quelle botteghe artigiane di cui lo scrittore, se dobbiamo credere a quel che egli racconta nella sua autobiografia latina, spinto dalla curiosità, più di una volta avrebbe varcato la soglia.