La ricerca, che si interroga sui rapporti intrattenuti da Leon Battista Alberti con la Chiesa fiorentina, porta alla luce la documentazione relativa al tentativo di Alberti di ottenere nell’autunno del 1447 un posto di canonico nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, contando probabilmente sul favore di Niccolò V, salito quell'anno al soglio pontificio. Per quanto l’operazione non fosse coronata da successo, è importante sottolineare come le motivazioni di Alberti, al di là del mero interesse personale, fossero legate probabilmente tanto alla valenza civica della cattedrale (che non a caso fu la sede prescelta per il concorso del Certame coronario), quanto al desiderio di ritagliarsi uno spazio autonomo all’interno di una istituzione cittadina che era tradizionalmente patrimonio dell’aristocrazia fiorentina e in cui a stessa penetrazione dei Medici si sarebbe affermata nel Quattrocento soltanto con una certa lentezza.
«Chi dubiterà appellare questo tempio nido delle delizie?». Leon Battista Alberti e Santa Maria del Fiore / Boschetto, Luca. - In: MEDIOEVO E RINASCIMENTO. - ISSN 0394-7858. - STAMPA. - 18:(2007), pp. 141-168.
«Chi dubiterà appellare questo tempio nido delle delizie?». Leon Battista Alberti e Santa Maria del Fiore
Boschetto, Luca
2007
Abstract
La ricerca, che si interroga sui rapporti intrattenuti da Leon Battista Alberti con la Chiesa fiorentina, porta alla luce la documentazione relativa al tentativo di Alberti di ottenere nell’autunno del 1447 un posto di canonico nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, contando probabilmente sul favore di Niccolò V, salito quell'anno al soglio pontificio. Per quanto l’operazione non fosse coronata da successo, è importante sottolineare come le motivazioni di Alberti, al di là del mero interesse personale, fossero legate probabilmente tanto alla valenza civica della cattedrale (che non a caso fu la sede prescelta per il concorso del Certame coronario), quanto al desiderio di ritagliarsi uno spazio autonomo all’interno di una istituzione cittadina che era tradizionalmente patrimonio dell’aristocrazia fiorentina e in cui a stessa penetrazione dei Medici si sarebbe affermata nel Quattrocento soltanto con una certa lentezza.File | Dimensione | Formato | |
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