Inventando scenari socio-tecnologici, dispositivi, esseri viventi più o meno complessi e sofisticati, la fantascienza si è occupata di traduzione linguistica. Almeno quanto la traduzione si è occupata di fantascienza. Il genere fantascientifico è tradizionalmente percepito come dotato di forte identità transmediale e transnazionale, grazie al suo megatesto – un repertorio inter-testuale di temi, tropi e riferimenti – spiccatamente riconoscibile: il viaggio spaziale, il pianeta alieno, il robot, l'incontro ravvicinato con altre specie, etc. (tralasciando qui l'incessante dibattito sulla sua definizione che, soprattutto nel mondo anglofono, raggiunge sempre nuovi picchi di sofisticazione). Tanto più è interessante notare come questa percezione di un megatesto comune, sia influenzata in modo decisivo da dinamiche editoriali e traduttive, ossia da quelle 'agencies' culturali che determinano la circolazione dei testi a cavallo di frontiere geografiche e linguistiche, contribuendo alla nostra idea di un panorama letterario globale. Prendiamo il caso di Kim Stanley Robinson. Californiano, nel mondo anglofono tra gli autori di fantascienza più premiati e amati dalla critica, consacrato dalla “trilogia marziana” nei primi anni novanta: "Red Mars", "Green Mars" e "Blue Mars" (1993, 1994, 1996). Nel mondo italofono di Robinson è arrivato molto poco: molti dei romanzi principali non sono stati mai tradotti, la sua trilogia californiana (The Wild Shore, The Gold Coast, Pacific Edge 1984-1990), dopo un inizio presso Interno Giallo, è rimasta monca dell'ultimo volume. La traduzione della trilogia marziana, cominciata da Mondadori nel 1995 si era fermata al primo volume. Ora Fanucci riprende la traduzione mondadoriana di Maurizio Carità (in libreria dal 19 maggio), promettendo di proseguire fino in fondo. Come mai le opere di uno scrittore così stimato nel mondo anglofono hanno incontrato tante difficoltà di ricezione in Italia? Per rispondere a questa domanda bisogna guardare alle dinamiche traduttive che caratterizzano il mercato di genere italiano.

Fantascienza: Il rosso di Marte / Iannuzzi G. - In: DOPPIOZERO. - ISSN 2239-6004. - ELETTRONICO. - luglio:(2016), pp. 0-0.

Fantascienza: Il rosso di Marte

Iannuzzi G
2016

Abstract

Inventando scenari socio-tecnologici, dispositivi, esseri viventi più o meno complessi e sofisticati, la fantascienza si è occupata di traduzione linguistica. Almeno quanto la traduzione si è occupata di fantascienza. Il genere fantascientifico è tradizionalmente percepito come dotato di forte identità transmediale e transnazionale, grazie al suo megatesto – un repertorio inter-testuale di temi, tropi e riferimenti – spiccatamente riconoscibile: il viaggio spaziale, il pianeta alieno, il robot, l'incontro ravvicinato con altre specie, etc. (tralasciando qui l'incessante dibattito sulla sua definizione che, soprattutto nel mondo anglofono, raggiunge sempre nuovi picchi di sofisticazione). Tanto più è interessante notare come questa percezione di un megatesto comune, sia influenzata in modo decisivo da dinamiche editoriali e traduttive, ossia da quelle 'agencies' culturali che determinano la circolazione dei testi a cavallo di frontiere geografiche e linguistiche, contribuendo alla nostra idea di un panorama letterario globale. Prendiamo il caso di Kim Stanley Robinson. Californiano, nel mondo anglofono tra gli autori di fantascienza più premiati e amati dalla critica, consacrato dalla “trilogia marziana” nei primi anni novanta: "Red Mars", "Green Mars" e "Blue Mars" (1993, 1994, 1996). Nel mondo italofono di Robinson è arrivato molto poco: molti dei romanzi principali non sono stati mai tradotti, la sua trilogia californiana (The Wild Shore, The Gold Coast, Pacific Edge 1984-1990), dopo un inizio presso Interno Giallo, è rimasta monca dell'ultimo volume. La traduzione della trilogia marziana, cominciata da Mondadori nel 1995 si era fermata al primo volume. Ora Fanucci riprende la traduzione mondadoriana di Maurizio Carità (in libreria dal 19 maggio), promettendo di proseguire fino in fondo. Come mai le opere di uno scrittore così stimato nel mondo anglofono hanno incontrato tante difficoltà di ricezione in Italia? Per rispondere a questa domanda bisogna guardare alle dinamiche traduttive che caratterizzano il mercato di genere italiano.
2016
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