Nel contributo si spiega perché fare Urbanistica ha a che fare con decisioni di natura politica. Il contributo è una risposa ad una nota di Patrizia Gabellini che, nella «Postfazione» di Cosa pensano gli urbanisti (Inu Edizioni, 2018), afferma che «non è semplice convenire tout court sull’idea che il procedimento urbanistico sia solo “una decisone politica tecnicamente assistita”» . Si riferiva – citandolo direttamente – al mio contributo, pubblicato nella parte introduttiva del volume, dove affermavo che «l’urbanistica (o il governo del territorio, che in questo scritto sono trattate come sinonimi) è un processo decisionale con il quale le istituzioni (il potere pubblico, quindi) regolano le modalità di uso dello spazio e i relativi diritti di uso e di trasformazione del suolo attraverso vari strumenti urbanistici (il potere tecnico, cioè). Proprio per questo il procedimento urbanistico non è altro che una decisione politica tecnicamente assistita; dove l’avverbio è un rafforzativo del ruolo della cultura tecnica rispetto all’input di partenza che è politico» (p. 324). Secondo Gabellini «Il profondo cambiamento in atto, che sovverte posizioni e compiti, pone oggi, non solo i pianificatori territoriali e gli urbanisti, di fronte a questioni di natura deontologica. Affrontandole, si esplicitano e ridefiniscono i caratteri di una determinata professione. Per questo risultano rilevanti i tre presupposti sui quali poggia il Codice degli urbanisti: un lavoro che prende corpo “all’interno di una azione di livello istituzionale”; una professione esercitata “esclusivamente nel dominio pubblico”; responsabilità, soprattutto, “verso le generazioni future”» . I tre presupposti sono quelli riportati nel Codice deontologico degli urbanisti redatto e proposto, sempre da Assurb, alla comunità dei professionisti italiani, e da essa stessa adottato fin dal 2008 come linea di comportamento per i suoi aderenti,

Perché fare urbanistica è una decisione politica tecnicamente assistita / G. DE LUCA. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - STAMPA. - 278:(2018), pp. 106-107.

Perché fare urbanistica è una decisione politica tecnicamente assistita

G. DE LUCA
Writing – Original Draft Preparation
2018

Abstract

Nel contributo si spiega perché fare Urbanistica ha a che fare con decisioni di natura politica. Il contributo è una risposa ad una nota di Patrizia Gabellini che, nella «Postfazione» di Cosa pensano gli urbanisti (Inu Edizioni, 2018), afferma che «non è semplice convenire tout court sull’idea che il procedimento urbanistico sia solo “una decisone politica tecnicamente assistita”» . Si riferiva – citandolo direttamente – al mio contributo, pubblicato nella parte introduttiva del volume, dove affermavo che «l’urbanistica (o il governo del territorio, che in questo scritto sono trattate come sinonimi) è un processo decisionale con il quale le istituzioni (il potere pubblico, quindi) regolano le modalità di uso dello spazio e i relativi diritti di uso e di trasformazione del suolo attraverso vari strumenti urbanistici (il potere tecnico, cioè). Proprio per questo il procedimento urbanistico non è altro che una decisione politica tecnicamente assistita; dove l’avverbio è un rafforzativo del ruolo della cultura tecnica rispetto all’input di partenza che è politico» (p. 324). Secondo Gabellini «Il profondo cambiamento in atto, che sovverte posizioni e compiti, pone oggi, non solo i pianificatori territoriali e gli urbanisti, di fronte a questioni di natura deontologica. Affrontandole, si esplicitano e ridefiniscono i caratteri di una determinata professione. Per questo risultano rilevanti i tre presupposti sui quali poggia il Codice degli urbanisti: un lavoro che prende corpo “all’interno di una azione di livello istituzionale”; una professione esercitata “esclusivamente nel dominio pubblico”; responsabilità, soprattutto, “verso le generazioni future”» . I tre presupposti sono quelli riportati nel Codice deontologico degli urbanisti redatto e proposto, sempre da Assurb, alla comunità dei professionisti italiani, e da essa stessa adottato fin dal 2008 come linea di comportamento per i suoi aderenti,
2018
278
106
107
G. DE LUCA
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