The image of ‘all good Italians’. The Eichmann trial seen from Italy

Nel 1961 si tenne a Gerusalemme il processo contro lo SS-Obersturmbannführer Adolf Eichmann, catturato in Argentina sotto falso nome, considerato uno dei maggiori responsabili della Shoah in Europa per il suo ruolo nell’organizzazione dei trasporti verso i campi di concentramento e di sterminio. Tale occasione segnò un momento di svolta per la presa di coscienza collettiva dell’opinione pubblica internazionale sui caratteri dello sterminio degli ebrei in Europa. In particolare la lunga requisitoria del procuratore generale Hausner, ricostruendo in dettaglio lo svolgimento dello sterminio e chiamando alla sbarra per la prima volta come testimoni i sopravvissuti, rappresentò una vera e propria “lezione di storia”. Il caso italiano fu menzionato nella requisitoria del procuratore generale Hausner e nella deposizione dell’unica testimone presente al processo, Hulda Cassuto Campagnano, sorella del rabbino capo di Firenze, morto ad Auschwitz. Questo articolo, pubblicato nel numero speciale curato da A. Capristo e E. Ialongo per l’80° anniversario delle leggi razziali, ricostruisce la ricezione nei giornali e nella televisione italiani del processo nei mesi del suo svolgimento, sulla base di un ampio spoglio di quotidiani e periodici e attingendo per la prima volta alle Teche Rai per il materiale audiovisivo. Dalla esame risulta come i resoconti da Gerusalemme sottolinearono perlopiù l’opposizione dell’Italia e della Chiesa al piano di “Soluzione finale” della Germania nazista. Travisando le parole di Hulda Campagnano, emerse infatti l’immagine degli italiani “brava gente”, che avrebbero tutti aiutato gli ebrei italiani e stranieri, opponendosi al volere dei nazisti. Allo stesso tempo passò sotto silenzio la responsabilità del fascismo italiano per le leggi antiebraiche del 1938, nonché il ruolo degli italiani negli arresti e deportazioni dal 1943.