Questo saggio si propone di analizzare alcuni aspetti fin qui trascurati del cruciale rapporto tra politica e religione negli anni Trenta e nei primi anni Quaranta, attraverso la particolare lente del gruppo antifascista rivoluzionario di Giustizia e Libertà (GL). Un'attenzione speciale sarà dedicata alla sensibilità per la natura religiosa della crisi italiana ed europea del periodo interbellico, e ai suoi legami profondi con la tradizione culturale nazionale. Intorno alla figura di Umberto Calosso, esponente minore della cultura torinese post-bellica, studioso di letteratura in esilio tra le due guerre mondiali, animatore di molti dibattiti all'interno di GL, si cercheranno di annodare i fili di una ricerca e di una riflessione complessa, che coinvolse, tra gli altri, Carlo Rosselli, Franco Venturi e Aldo Garosci. Il fine è gettare nuova luce sulla già ampiamente esplorata dimensione politica di GL e disseppellirne le radici profonde e nascoste, mettendo a fuoco la ricerca di una religiosità «altra», immanente ed ereticale, compatibile con il socialismo come con il liberalismo. Più che elaborare una «religione politica» imitativa e alternativa al fascismo, oppure una «religione civile» laica e democratica, GL rivelò la sua capacità di «imparare dal nemico», attingendo ai suoi interessi storici, letterari e filosofici intorno a Rinascimento, illuminismo e Risorgimento per definire nuove utopie ed eresie. This paper aims to analyze some hitherto neglected aspects of the crucial relationship between politics and religion in the 1930s and in the early 1940s, through the particular lens of the antifascist revolutionary group Giustizia e Libertà (GL). A special attention will be devoted to its awareness of the religious nature of the Italian and European crisis in the interwar period, and its deep links with the national cultural tradition. By highlighting the figure of Umberto Calosso, a minor representative of the culture from post-war Turin, a scholar of literature in exile between the two world wars, and a promoter of several debates within GL, this paper will follow the developments of a research and reflection, involving, among others, Carlo Rosselli, Franco Venturi, and Aldo Garosci. Its purpose is to shed new light on the already well-known political dimension of GL and to find out its deep and hidden roots, by focussing on the search for immanent forms of religion, consistent with socialism as well as liberalism. More than developing a «political religion» mimetic and alternative to Fascism, or a laic and democratic «civic religion», GL unfolded its capacity «to learn from the enemy», drawing on its historical, literary and philosophical interests about Renaissance, Enlightenment, and Risorgimento, in order to define new utopias and heresies.

I Giellisti come utopisti ed eretici / Marco Bresciani. - In: CONTEMPORANEA. - ISSN 1127-3070. - STAMPA. - 20:(2017), pp. 31-61.

I Giellisti come utopisti ed eretici

Marco Bresciani
2017

Abstract

Questo saggio si propone di analizzare alcuni aspetti fin qui trascurati del cruciale rapporto tra politica e religione negli anni Trenta e nei primi anni Quaranta, attraverso la particolare lente del gruppo antifascista rivoluzionario di Giustizia e Libertà (GL). Un'attenzione speciale sarà dedicata alla sensibilità per la natura religiosa della crisi italiana ed europea del periodo interbellico, e ai suoi legami profondi con la tradizione culturale nazionale. Intorno alla figura di Umberto Calosso, esponente minore della cultura torinese post-bellica, studioso di letteratura in esilio tra le due guerre mondiali, animatore di molti dibattiti all'interno di GL, si cercheranno di annodare i fili di una ricerca e di una riflessione complessa, che coinvolse, tra gli altri, Carlo Rosselli, Franco Venturi e Aldo Garosci. Il fine è gettare nuova luce sulla già ampiamente esplorata dimensione politica di GL e disseppellirne le radici profonde e nascoste, mettendo a fuoco la ricerca di una religiosità «altra», immanente ed ereticale, compatibile con il socialismo come con il liberalismo. Più che elaborare una «religione politica» imitativa e alternativa al fascismo, oppure una «religione civile» laica e democratica, GL rivelò la sua capacità di «imparare dal nemico», attingendo ai suoi interessi storici, letterari e filosofici intorno a Rinascimento, illuminismo e Risorgimento per definire nuove utopie ed eresie. This paper aims to analyze some hitherto neglected aspects of the crucial relationship between politics and religion in the 1930s and in the early 1940s, through the particular lens of the antifascist revolutionary group Giustizia e Libertà (GL). A special attention will be devoted to its awareness of the religious nature of the Italian and European crisis in the interwar period, and its deep links with the national cultural tradition. By highlighting the figure of Umberto Calosso, a minor representative of the culture from post-war Turin, a scholar of literature in exile between the two world wars, and a promoter of several debates within GL, this paper will follow the developments of a research and reflection, involving, among others, Carlo Rosselli, Franco Venturi, and Aldo Garosci. Its purpose is to shed new light on the already well-known political dimension of GL and to find out its deep and hidden roots, by focussing on the search for immanent forms of religion, consistent with socialism as well as liberalism. More than developing a «political religion» mimetic and alternative to Fascism, or a laic and democratic «civic religion», GL unfolded its capacity «to learn from the enemy», drawing on its historical, literary and philosophical interests about Renaissance, Enlightenment, and Risorgimento, in order to define new utopias and heresies.
2017
20
31
61
Marco Bresciani
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