Il contributo indaga gli effetti sia generativi, sia trans-generativi di Pulcinella in atto nella sua ostinata persistenza sui palcoscenici otto-novecenteschi e nei suoi riverberi nella storiografia coeva (Di Giacomo, Scherillo, Croce, Bragaglia). Attraverso le incarnazioni di una teoria attorica, costituita da Gaspare De Cenzo, Salvatore, Antonio, Davide Petito, Giuseppe de Martino, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, Salvatore de Muto e dai suoi prodromi nel secondo Novecento (in primis Eduardo De Filippo), si ingrandiscono i fattori genetici ed ereditari alla base della rigenerazione moderna e contemporanea della maschera secentesca. Il suo intimo, ancestrale rapporto scenico con la Morte, la trasforma in iterata metafora della finzione della morte stessa. In quanto finto morto o finto vivo, Pulcinella distilla l’essenza stessa della maschera,quasi a risolvere il cupio dissolvi del Novecento in una luce teatrale ilaro-tragica. Così, il mito dell’“ultimo Pulcinella” sovrasta l’immaginario teatrale e mediale dell’intero secolo. This paper investigates both the generative and trans-generative effects of Pulcinella in action in his obstinate persistence on the 19th/20th-century stage and in his reverberations in contemporary historiography (Di Giacomo, Scherillo, Croce, Bragaglia). Through the incarnations of a theory of acting, constituted by Gaspare De Cenzo, Salvatore, Antonio, Davide Petito, Giuseppe de Martino, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, Salvatore de Muto, and by its predecessors in the second half of the 20th century (in primis Eduardo De Filippo), the genetic and hereditary factors at the base of the modern and contemporary re-generation of 17th-century masked theatre grow in size. Its intimate, ancestral stage relationship with Death, transform it into an iterated metaphor of the fiction of death itself. In as much as he is pretend-dead or pretend-alive, Pulcinella distills the very essence of the mask theatre, almost to the point of solving the cupio dissolvi of the 20th century in an ilaro-tragic theatrical light. In this way, the myth of the “last Pulcinella” towers over the theatrical and media imagination of the whole century.

MItografie in vita e in morte di Pulcinella nell'Otto e nel Novecento / Teresa Megale. - In: BIBLIOTECA TEATRALE. - ISSN 0045-1959. - STAMPA. - 127-128:(2018), pp. 99-117.

MItografie in vita e in morte di Pulcinella nell'Otto e nel Novecento

Teresa Megale
2018

Abstract

Il contributo indaga gli effetti sia generativi, sia trans-generativi di Pulcinella in atto nella sua ostinata persistenza sui palcoscenici otto-novecenteschi e nei suoi riverberi nella storiografia coeva (Di Giacomo, Scherillo, Croce, Bragaglia). Attraverso le incarnazioni di una teoria attorica, costituita da Gaspare De Cenzo, Salvatore, Antonio, Davide Petito, Giuseppe de Martino, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, Salvatore de Muto e dai suoi prodromi nel secondo Novecento (in primis Eduardo De Filippo), si ingrandiscono i fattori genetici ed ereditari alla base della rigenerazione moderna e contemporanea della maschera secentesca. Il suo intimo, ancestrale rapporto scenico con la Morte, la trasforma in iterata metafora della finzione della morte stessa. In quanto finto morto o finto vivo, Pulcinella distilla l’essenza stessa della maschera,quasi a risolvere il cupio dissolvi del Novecento in una luce teatrale ilaro-tragica. Così, il mito dell’“ultimo Pulcinella” sovrasta l’immaginario teatrale e mediale dell’intero secolo. This paper investigates both the generative and trans-generative effects of Pulcinella in action in his obstinate persistence on the 19th/20th-century stage and in his reverberations in contemporary historiography (Di Giacomo, Scherillo, Croce, Bragaglia). Through the incarnations of a theory of acting, constituted by Gaspare De Cenzo, Salvatore, Antonio, Davide Petito, Giuseppe de Martino, Raffaele Viviani, Ettore Petrolini, Salvatore de Muto, and by its predecessors in the second half of the 20th century (in primis Eduardo De Filippo), the genetic and hereditary factors at the base of the modern and contemporary re-generation of 17th-century masked theatre grow in size. Its intimate, ancestral stage relationship with Death, transform it into an iterated metaphor of the fiction of death itself. In as much as he is pretend-dead or pretend-alive, Pulcinella distills the very essence of the mask theatre, almost to the point of solving the cupio dissolvi of the 20th century in an ilaro-tragic theatrical light. In this way, the myth of the “last Pulcinella” towers over the theatrical and media imagination of the whole century.
2018
127-128
99
117
Teresa Megale
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