Da oltre un decennio diminuisce costantemente la fiducia nei media giornalistici. Tuttavia, questo calo di fiducia raramente è collegato a un più ampio processo di ridefinizione dei rapporti fra giornalismo e pubblico, accelerato dalla comunicazione digitale, che sta completamente modificando molti aspetti della produzione informativa. Nel contributo teorico che proponiamo saranno analizzate le principali ragioni di tali cambiamenti e si tenterà di delineare le caratteristiche di un nuovo patto informativo. La comunicazione digitale ha radicalizzato quanto già emerge da anni in letteratura: la natura di ricostruzione della realtà del giornalismo, che diventa – e soprattutto appare – più parziale quando aumentano i temi e i soggetti sociali che chiedono pubblica visibilità. Questo processo rende più evidente i limiti del presupposto su cui si regge la legittimazione giornalistica: la centralità dei fatti, “trasportati” – come ci ricordano Peters e Broesma - dalle fonti che li producono al pubblico che ne fruisce. Il giornalismo, piuttosto, delimita i fatti, cioè seleziona e gerarchizza gli eventi e i fenomeni sociali da porre all’attenzione dell’opinione pubblica. Tale delimitazione avviene sulla base di una negoziazione con le fonti, sempre più abili nel gestire le logiche dei media, e il pubblico dei fruitori, progressivamente meno disponibile ad affidarsi alle definizioni delle situazioni proposte dalla stampa, sia perché nella pluralità informativa coglie “la moltiplicazione delle verità”, che toglie certezza a tali definizioni delle situazioni, sia perché la disintermediazione - favorita dal digitale - permette al pubblico d’entrare nel gioco produttivo attraverso processi di ri-mediazione, che trasformano i suoi componenti in potenziali prosumer: consumatori e produttori al tempo stesso. Lo iato fra la promessa di completezza informativa e centralità dei fatti e le effettive modalità operative del giornalismo è colta da cittadini esigenti e critici, che hanno bisogno di conoscere sempre di più, per muoversi con consapevolezza all’interno di società plurali, in cui a ciascuno è richiesto la presenza in una gran varietà di ambienti sociali e di svolgere una pluralità di ruoli sociali. Ma se di tale mediazione giornalistica colgono limiti e parzialità, i cittadini sono indotti a prediligere altre letture della società, oppure a condividere quanto è più in linea con la propria visione del mondo, rinchiudendosi nelle tante bolle informative che proprio il facile accesso alle informazioni mette a disposizione. Il contributo è strutturato in tre paragrafi. Nel primo - ripercorrendo la letteratura sui journalism studies - si evidenziano i principali cambiamenti nelle forme giornalistiche di rappresentazione della realtà, soffermandosi su come la velocizzazione dei processi informativi e la crescente attenzione al mercato stiano connotando sempre più il pubblico come consumatori di notizie. Il secondo paragrafo ripercorre gli studi sul concetto di cittadinanza; in particolare, partendo dalla distinzione fra received citizenship e achieved citizenship ci si sofferma sul ruolo del giornalismo nella costruzione di una cittadinanza attiva, piuttosto che determinata da diritti acquisiti formalmente e in maniera definitiva. Nell’ultimo paragrafo, riprendendo la recente riflessione di Singer (2018) sulle peculiarità del giornalismo digitale, si ipotizza come tali caratteristiche potranno definire un nuovo patto informativo fra l’istituzione giornalistica e il pubblico, in cui una maggiore inclusione di quest’ultimo nelle pratiche informative possa permettere di coniugare meglio il doppio ruolo di cittadino e consumatore. Trust in journalistic media has decreased for many years. However, this decline is rarely linked to the transformations of forms of citizenship that characterize citizen participation in public space and a broader process of redefining the relationship between journalism and the public, accelerated by digital communication. The essay analyzes the main reasons for these changes and delineates the characteristics of a new information pact. Journalism delimits the facts, it selects and hierarchizes the events and social phenomena to be brought to the attention of the public opinion. This delimitation takes place on the basis of a negotiation with the sources and the public, progressively less available to rely on the definitions of the situations proposed by the press. The hiatus between the promise of completeness of information and the centrality of the facts and the effective operating modes of journalism is seized by demanding and critical citizens. If they capture limits and partialities in the journalistic mediation, they prefer other readings of society, or to share what is more in line with their vision of the world. However, the peculiarities of digital communication suggest a new informational pact between the journalistic institution and the citizens, in which the dense network of relationships defined between sources, the public and the journalistic system
DALLA TRASMISSIONE ALLA CONDIVISIONE Ripensare il rapporto fra giornalismo e cittadini / l. Solito, C. Sorrentino. - In: COMUNICAZIONI SOCIALI. - ISSN 1827-7969. - STAMPA. - 42:(2020), pp. 61-72. [10.26350/001200_000057]
DALLA TRASMISSIONE ALLA CONDIVISIONE Ripensare il rapporto fra giornalismo e cittadini
l. Solito;C. Sorrentino
2020
Abstract
Da oltre un decennio diminuisce costantemente la fiducia nei media giornalistici. Tuttavia, questo calo di fiducia raramente è collegato a un più ampio processo di ridefinizione dei rapporti fra giornalismo e pubblico, accelerato dalla comunicazione digitale, che sta completamente modificando molti aspetti della produzione informativa. Nel contributo teorico che proponiamo saranno analizzate le principali ragioni di tali cambiamenti e si tenterà di delineare le caratteristiche di un nuovo patto informativo. La comunicazione digitale ha radicalizzato quanto già emerge da anni in letteratura: la natura di ricostruzione della realtà del giornalismo, che diventa – e soprattutto appare – più parziale quando aumentano i temi e i soggetti sociali che chiedono pubblica visibilità. Questo processo rende più evidente i limiti del presupposto su cui si regge la legittimazione giornalistica: la centralità dei fatti, “trasportati” – come ci ricordano Peters e Broesma - dalle fonti che li producono al pubblico che ne fruisce. Il giornalismo, piuttosto, delimita i fatti, cioè seleziona e gerarchizza gli eventi e i fenomeni sociali da porre all’attenzione dell’opinione pubblica. Tale delimitazione avviene sulla base di una negoziazione con le fonti, sempre più abili nel gestire le logiche dei media, e il pubblico dei fruitori, progressivamente meno disponibile ad affidarsi alle definizioni delle situazioni proposte dalla stampa, sia perché nella pluralità informativa coglie “la moltiplicazione delle verità”, che toglie certezza a tali definizioni delle situazioni, sia perché la disintermediazione - favorita dal digitale - permette al pubblico d’entrare nel gioco produttivo attraverso processi di ri-mediazione, che trasformano i suoi componenti in potenziali prosumer: consumatori e produttori al tempo stesso. Lo iato fra la promessa di completezza informativa e centralità dei fatti e le effettive modalità operative del giornalismo è colta da cittadini esigenti e critici, che hanno bisogno di conoscere sempre di più, per muoversi con consapevolezza all’interno di società plurali, in cui a ciascuno è richiesto la presenza in una gran varietà di ambienti sociali e di svolgere una pluralità di ruoli sociali. Ma se di tale mediazione giornalistica colgono limiti e parzialità, i cittadini sono indotti a prediligere altre letture della società, oppure a condividere quanto è più in linea con la propria visione del mondo, rinchiudendosi nelle tante bolle informative che proprio il facile accesso alle informazioni mette a disposizione. Il contributo è strutturato in tre paragrafi. Nel primo - ripercorrendo la letteratura sui journalism studies - si evidenziano i principali cambiamenti nelle forme giornalistiche di rappresentazione della realtà, soffermandosi su come la velocizzazione dei processi informativi e la crescente attenzione al mercato stiano connotando sempre più il pubblico come consumatori di notizie. Il secondo paragrafo ripercorre gli studi sul concetto di cittadinanza; in particolare, partendo dalla distinzione fra received citizenship e achieved citizenship ci si sofferma sul ruolo del giornalismo nella costruzione di una cittadinanza attiva, piuttosto che determinata da diritti acquisiti formalmente e in maniera definitiva. Nell’ultimo paragrafo, riprendendo la recente riflessione di Singer (2018) sulle peculiarità del giornalismo digitale, si ipotizza come tali caratteristiche potranno definire un nuovo patto informativo fra l’istituzione giornalistica e il pubblico, in cui una maggiore inclusione di quest’ultimo nelle pratiche informative possa permettere di coniugare meglio il doppio ruolo di cittadino e consumatore. Trust in journalistic media has decreased for many years. However, this decline is rarely linked to the transformations of forms of citizenship that characterize citizen participation in public space and a broader process of redefining the relationship between journalism and the public, accelerated by digital communication. The essay analyzes the main reasons for these changes and delineates the characteristics of a new information pact. Journalism delimits the facts, it selects and hierarchizes the events and social phenomena to be brought to the attention of the public opinion. This delimitation takes place on the basis of a negotiation with the sources and the public, progressively less available to rely on the definitions of the situations proposed by the press. The hiatus between the promise of completeness of information and the centrality of the facts and the effective operating modes of journalism is seized by demanding and critical citizens. If they capture limits and partialities in the journalistic mediation, they prefer other readings of society, or to share what is more in line with their vision of the world. However, the peculiarities of digital communication suggest a new informational pact between the journalistic institution and the citizens, in which the dense network of relationships defined between sources, the public and the journalistic systemFile | Dimensione | Formato | |
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