L’articolo indaga le implicazioni dell’uso delle videoproiezioni nel concerto popular attraverso due casi di studio: quello dei Kraftwerk, che sviluppano un “doppio” mirante alla de-umanizzazione della performance, in linea con l’esaltazione della macchina e dell’automa centrale nella loro estetica; e quello dei Gorillaz, band virtuale composta da personaggi animati che agiscono su schermi o in ologrammi, mentre i musicisti “reali” rimangono celati. L’uso delle proiezioni coinvolge così lo statuto ontologico dell’autore/performer, problematizzando l’idea della presenza fisica come marchio di autenticità. /////// ENG ////// The article investigates the implications of the use of video projections in the popular music concert with two case studies: that of Kraftwerk, who develop a “double” aiming to de-humanize the performance, in line with the celebration of the machine and the android, crucial in their aesthetics; and that of Gorillaz, virtual band consisting of animated characters acting on screens or as holograms, while the “real” musicians stay hidden. The use of projections thus affects the ontological status of the author/performer, problematizing the concept of physical presence as a certificate of authenticity.
Schermi, mediazioni e autenticità nel concerto popular: due casi di studio / Giulia Sarno. - In: BETWEEN. - ISSN 2039-6597. - ELETTRONICO. - VIII:(2018), pp. 0-0.
Schermi, mediazioni e autenticità nel concerto popular: due casi di studio
Giulia Sarno
2018
Abstract
L’articolo indaga le implicazioni dell’uso delle videoproiezioni nel concerto popular attraverso due casi di studio: quello dei Kraftwerk, che sviluppano un “doppio” mirante alla de-umanizzazione della performance, in linea con l’esaltazione della macchina e dell’automa centrale nella loro estetica; e quello dei Gorillaz, band virtuale composta da personaggi animati che agiscono su schermi o in ologrammi, mentre i musicisti “reali” rimangono celati. L’uso delle proiezioni coinvolge così lo statuto ontologico dell’autore/performer, problematizzando l’idea della presenza fisica come marchio di autenticità. /////// ENG ////// The article investigates the implications of the use of video projections in the popular music concert with two case studies: that of Kraftwerk, who develop a “double” aiming to de-humanize the performance, in line with the celebration of the machine and the android, crucial in their aesthetics; and that of Gorillaz, virtual band consisting of animated characters acting on screens or as holograms, while the “real” musicians stay hidden. The use of projections thus affects the ontological status of the author/performer, problematizing the concept of physical presence as a certificate of authenticity.File | Dimensione | Formato | |
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