Partendo da una lunga indagine etnografica, fatta di interviste e osservazione partecipante, in un’area umida a Quarrata in provincia di Pistoia, chiamata «La Querciola», e sul gruppo di persone che intorno a questa gravita, ho preso in esame quelle che definisco «tecnologie patrimoniali »: una collezione di oggetti del mondo contadino, un museo, una mappa di comunità, forme di rievocazione di vecchi mestieri etc. Queste tecnologie, che implicano gesti, azioni, attività, vengono esaminate come strumenti utilizzati da un gruppo di persone dai confini sfumati per costruire, ricostruire e negoziare un senso di luogo, di identità, di comunità che molto hanno a che fare con come si desidera e immagina il futuro. Nella fattispecie un futuro in armonia con la natura e protetto dalla potente e dilagante industria vivaistica che in quella zona della provincia di Pistoia impera. Nel corso del tempo mi sono progressivamente spostata ad osservare ciò che un gruppo di persone faceva di quelle tecnologie in vista di un proprio progetto di ‘mondo migliore’. In altre parole, la piccola comunità, che sto seguendo, fa quello che fa perché aspira ad un mondo se non migliore, sicuramente diverso, da quello in cui si trova. L’area della Querciola, in questo senso, diventa lo spazio (ed anche il tempo) del desiderio, del sogno, dell’aspirazione. Starting with ethnographic research on a humid area called «La Querciola», in Quarrata (in the province of Pistoia) and the group of people who revolve around it, I examined what I define as «heritage technologies»: a collection of objects connected to the rural world, a museum, a parish map, reenactments of old crafts and so forth. These technologies, which provide insights into gestures, actions and activities, were examined as the tools used by this group of people characterized by soft borders, to construct, reconstruct and negotiate a sense of place, identity and community, strongly connected to how they desire and imagine their future. During the course of time, my research progressively led me to observe how this group of people applied these technologies to an actual project for a ‘better world. In other words, the small community I am researching, does what it does because it aspires to a world, if not better, different to that in which it lives. The Querciola area, in this sense, becomes the place (and also the time) of desires, dreams and aspirations.

Produrre località tra immaginazione, desiderio e patrimonio. Sulle performance patrimoniali alla Querciola in Toscana / EMANUELA ROSSI. - In: LARES. - ISSN 0023-8503. - STAMPA. - 2:(2019), pp. 207-232.

Produrre località tra immaginazione, desiderio e patrimonio. Sulle performance patrimoniali alla Querciola in Toscana

EMANUELA ROSSI
2019

Abstract

Partendo da una lunga indagine etnografica, fatta di interviste e osservazione partecipante, in un’area umida a Quarrata in provincia di Pistoia, chiamata «La Querciola», e sul gruppo di persone che intorno a questa gravita, ho preso in esame quelle che definisco «tecnologie patrimoniali »: una collezione di oggetti del mondo contadino, un museo, una mappa di comunità, forme di rievocazione di vecchi mestieri etc. Queste tecnologie, che implicano gesti, azioni, attività, vengono esaminate come strumenti utilizzati da un gruppo di persone dai confini sfumati per costruire, ricostruire e negoziare un senso di luogo, di identità, di comunità che molto hanno a che fare con come si desidera e immagina il futuro. Nella fattispecie un futuro in armonia con la natura e protetto dalla potente e dilagante industria vivaistica che in quella zona della provincia di Pistoia impera. Nel corso del tempo mi sono progressivamente spostata ad osservare ciò che un gruppo di persone faceva di quelle tecnologie in vista di un proprio progetto di ‘mondo migliore’. In altre parole, la piccola comunità, che sto seguendo, fa quello che fa perché aspira ad un mondo se non migliore, sicuramente diverso, da quello in cui si trova. L’area della Querciola, in questo senso, diventa lo spazio (ed anche il tempo) del desiderio, del sogno, dell’aspirazione. Starting with ethnographic research on a humid area called «La Querciola», in Quarrata (in the province of Pistoia) and the group of people who revolve around it, I examined what I define as «heritage technologies»: a collection of objects connected to the rural world, a museum, a parish map, reenactments of old crafts and so forth. These technologies, which provide insights into gestures, actions and activities, were examined as the tools used by this group of people characterized by soft borders, to construct, reconstruct and negotiate a sense of place, identity and community, strongly connected to how they desire and imagine their future. During the course of time, my research progressively led me to observe how this group of people applied these technologies to an actual project for a ‘better world. In other words, the small community I am researching, does what it does because it aspires to a world, if not better, different to that in which it lives. The Querciola area, in this sense, becomes the place (and also the time) of desires, dreams and aspirations.
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EMANUELA ROSSI
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