Ita. - Il contributo analizza l’interpretazione dell’esilio di Ovidio nella cultura francese fra la fine del XVII e quella del XVIII secolo, partendo da attestazioni tratte dall’opera di intellettuali, eruditi, storici animati da interessi diversi. Vi si può notare come all’epoca dell’Illuminismo Ovidio non era unicamente ricordato e apprezzato sul piano artistico e letterario come autore delle Metamorfosi, bensì incarnava l’esempio dell’esiliato vittima di Ottaviano Augusto. A questo riguardo, il contributo dedica particolare attenzione alle riflessioni di Voltaire che servendosi di alcuni passi delle "Epistulae ex Ponto" e dei "Tristia", mise in rilievo la triste condizione di Ovidio costretto a vivere lontano dalla patria, fra popoli di lingua diversa ma contro i quali non provava ostilità. D’altra parte, nella sua condizione di esule Voltaire colse la prova del declino della libertà impostosi sotto il Principato di Augusto a cui attribuiva la colpa d’aver allontanato il poeta per coprire la propria condotta depravata. Ulteriori passaggi della sua opera rivelano tuttavia che Voltaire giudicò troppo accondiscendente la linea di Ovidio esule, al punto da rimproverargli d’aver esagerato nelle sue lodi nei confronti del principe e da sostenere che avrebbe dovuto reagire con maggiore coraggio rientrando a Roma e ordinando l’esecuzione di Ottaviano. Questa lettura diversa da quella di intellettuali e storici che, nel complesso, più o meno nella medesima epoca non videro in Ovidio altro che una vittima, rifletteva posizioni e stati d’animo propri dei decenni che precedettero la Rivoluzione Francese. Eng. - This contribution analyses how latter 17th and 18th century French Culture interpreted Ovid’s exile examining texts from works of intellectuals, scholars and historians with various interests. What emerges is that in the Age of the Enlightenment Ovid was not remembered and appreciates simply for his artistic merits as the author of the Metamorphoses, but rather as the embodiment of the exile, victim of Octavian Augustus. In this sense, noteworthy are reflections of Voltaire who focussing on some passages from the "Black Sea Letters" and "Tristia" highlighted the sad situation of the poet condemned to live far from his homeland among people speaking a different language, even if felt no hostility toward them. Moreover, in his exil Voltaire found proof that liberty had declined under Augustus’ rule, blaming him for exiling Ovid to cover his own depraved behaviour. Furthermore, some passages of his work show that Voltaire considered Ovid’s attitude while in exile too docile, reproaching him for effusively praising the prince, declaring he should have been courageous enough to return to Rome and have Octavian assassinated. In Voltaire’s stance, which stood out from that of the more or less contemporary scholars and historians who saw him only as a victim, one can recognize a reflection of the attitudes and moods of the decades leading up to the French Revolution.

‘Un chevalier romain sur la mer Noire’ : regards sur l’exil d’Ovide et les fautes d’Auguste au XVIII siècle / Ida Gilda Mastrorosa. - In: LOXIAS. - ISSN 1765-3096. - ELETTRONICO. - Loxias-Colloques | 13. Lettres d'exil. Autour des Tristes et des Pontiques d’Ovide:(2019), pp. 1-15.

‘Un chevalier romain sur la mer Noire’ : regards sur l’exil d’Ovide et les fautes d’Auguste au XVIII siècle

Ida Gilda Mastrorosa
2019

Abstract

Ita. - Il contributo analizza l’interpretazione dell’esilio di Ovidio nella cultura francese fra la fine del XVII e quella del XVIII secolo, partendo da attestazioni tratte dall’opera di intellettuali, eruditi, storici animati da interessi diversi. Vi si può notare come all’epoca dell’Illuminismo Ovidio non era unicamente ricordato e apprezzato sul piano artistico e letterario come autore delle Metamorfosi, bensì incarnava l’esempio dell’esiliato vittima di Ottaviano Augusto. A questo riguardo, il contributo dedica particolare attenzione alle riflessioni di Voltaire che servendosi di alcuni passi delle "Epistulae ex Ponto" e dei "Tristia", mise in rilievo la triste condizione di Ovidio costretto a vivere lontano dalla patria, fra popoli di lingua diversa ma contro i quali non provava ostilità. D’altra parte, nella sua condizione di esule Voltaire colse la prova del declino della libertà impostosi sotto il Principato di Augusto a cui attribuiva la colpa d’aver allontanato il poeta per coprire la propria condotta depravata. Ulteriori passaggi della sua opera rivelano tuttavia che Voltaire giudicò troppo accondiscendente la linea di Ovidio esule, al punto da rimproverargli d’aver esagerato nelle sue lodi nei confronti del principe e da sostenere che avrebbe dovuto reagire con maggiore coraggio rientrando a Roma e ordinando l’esecuzione di Ottaviano. Questa lettura diversa da quella di intellettuali e storici che, nel complesso, più o meno nella medesima epoca non videro in Ovidio altro che una vittima, rifletteva posizioni e stati d’animo propri dei decenni che precedettero la Rivoluzione Francese. Eng. - This contribution analyses how latter 17th and 18th century French Culture interpreted Ovid’s exile examining texts from works of intellectuals, scholars and historians with various interests. What emerges is that in the Age of the Enlightenment Ovid was not remembered and appreciates simply for his artistic merits as the author of the Metamorphoses, but rather as the embodiment of the exile, victim of Octavian Augustus. In this sense, noteworthy are reflections of Voltaire who focussing on some passages from the "Black Sea Letters" and "Tristia" highlighted the sad situation of the poet condemned to live far from his homeland among people speaking a different language, even if felt no hostility toward them. Moreover, in his exil Voltaire found proof that liberty had declined under Augustus’ rule, blaming him for exiling Ovid to cover his own depraved behaviour. Furthermore, some passages of his work show that Voltaire considered Ovid’s attitude while in exile too docile, reproaching him for effusively praising the prince, declaring he should have been courageous enough to return to Rome and have Octavian assassinated. In Voltaire’s stance, which stood out from that of the more or less contemporary scholars and historians who saw him only as a victim, one can recognize a reflection of the attitudes and moods of the decades leading up to the French Revolution.
2019
Loxias-Colloques | 13. Lettres d'exil. Autour des Tristes et des Pontiques d’Ovide
1
15
Ida Gilda Mastrorosa
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