Un problema dalle mille sfaccettature che necessita di una soluzione rapida. Per identificare la presenza e l’entità servono metodologie speditive e a basso costo che permettano il reinvestimento del capitale direttamente sulla manutenzione e conservazione del patrimonio stradale esistente. Il continuo incremento del traffico su gomma unito a un’età media della rete stradale nazionale molto elevata rappresenta la prima causa dell’elevato stato di degrado superficiale delle infrastrutture italiane. Sono numerosi gli articoli pubblicati nelle principali testate giornalistiche che enfatizzano il problema delle buche, delle strade fortemente ammalorate e dell’assenza di una pronta manutenzione stradale da parte dei Gestori, e l’effetto che tale condizione ha sulla sicurezza della circolazione stradale. Al fine di intervenire in maniera intelligente e mirata, ovvero ottimizzando le sempre minori risorse che le Pubbliche Amministrazioni hanno a disposizione, è necessario disporre di strumenti attuativi capaci di organizzare la gestione dell’intero sistema, partendo dal monitoraggio dello stato di conservazione delle nostre strade per arrivare alla programmazione degli interventi di ripristino. Una programmazione del processo basata su un’efficiente metodologia di monitoraggio garantisce ai Tecnici la conoscenza del fenomeno del “degrado” ben prima che questo divenga un problema di sicurezza causando la perdita di controllo di mezzi a due ruote nonché problemi di altra natura. Sono ad oggi numerose le tecnologie che permettono di effettuare il monitoraggio stradale ad alto rendimento, ma che, per contro, sono caratterizzate da un costo estremamente elevato. Basti pensare all’utilizzo di strumentazione quali Ground Penetrating Radar, Roadscanner, ARAN e simili che restituiscono una fotografia dello stato della pavimentazione stradale sia a livello di degrado superficiale che a livello di degrado profondo e strutturale. L’alto costo di tali tipologie di monitoraggio stimabile in non meno di 1.000-1.500 Euro/km rende però la tecnologia inutilizzabile dalle Amministrazioni che dispongono di budget limitati, vedendo il ricorso alle stesse solo in via straordinaria, o comunque con cadenza tale da non fornire una efficace e diffusa appresentazione dello stato di conservazione della rete stradale.

Le black box per il monitoraggio delle pavimentazioni stradali / Monica Meocci, Valentina Branzi, Filippo Begani. - In: STRADE & AUTOSTRADE. - ISSN 1723-2155. - STAMPA. - 138:(2019), pp. 22-26.

Le black box per il monitoraggio delle pavimentazioni stradali

Monica Meocci
;
Valentina Branzi;Filippo Begani
2019

Abstract

Un problema dalle mille sfaccettature che necessita di una soluzione rapida. Per identificare la presenza e l’entità servono metodologie speditive e a basso costo che permettano il reinvestimento del capitale direttamente sulla manutenzione e conservazione del patrimonio stradale esistente. Il continuo incremento del traffico su gomma unito a un’età media della rete stradale nazionale molto elevata rappresenta la prima causa dell’elevato stato di degrado superficiale delle infrastrutture italiane. Sono numerosi gli articoli pubblicati nelle principali testate giornalistiche che enfatizzano il problema delle buche, delle strade fortemente ammalorate e dell’assenza di una pronta manutenzione stradale da parte dei Gestori, e l’effetto che tale condizione ha sulla sicurezza della circolazione stradale. Al fine di intervenire in maniera intelligente e mirata, ovvero ottimizzando le sempre minori risorse che le Pubbliche Amministrazioni hanno a disposizione, è necessario disporre di strumenti attuativi capaci di organizzare la gestione dell’intero sistema, partendo dal monitoraggio dello stato di conservazione delle nostre strade per arrivare alla programmazione degli interventi di ripristino. Una programmazione del processo basata su un’efficiente metodologia di monitoraggio garantisce ai Tecnici la conoscenza del fenomeno del “degrado” ben prima che questo divenga un problema di sicurezza causando la perdita di controllo di mezzi a due ruote nonché problemi di altra natura. Sono ad oggi numerose le tecnologie che permettono di effettuare il monitoraggio stradale ad alto rendimento, ma che, per contro, sono caratterizzate da un costo estremamente elevato. Basti pensare all’utilizzo di strumentazione quali Ground Penetrating Radar, Roadscanner, ARAN e simili che restituiscono una fotografia dello stato della pavimentazione stradale sia a livello di degrado superficiale che a livello di degrado profondo e strutturale. L’alto costo di tali tipologie di monitoraggio stimabile in non meno di 1.000-1.500 Euro/km rende però la tecnologia inutilizzabile dalle Amministrazioni che dispongono di budget limitati, vedendo il ricorso alle stesse solo in via straordinaria, o comunque con cadenza tale da non fornire una efficace e diffusa appresentazione dello stato di conservazione della rete stradale.
2019
138
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Monica Meocci, Valentina Branzi, Filippo Begani
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