In Italia, l’esbosco con gru a cavo è utilizzato soprattutto sulle Alpi. Questo sistema risulta essere il migliore per esboscare il legname su pendici ripide, senza creare danno alle piante esboscate e minimizzando gli effetti al suolo. Si è comunque iniziato ad utilizzare questa metodologia anche in alcune foreste degli Appennini, dove l’orografia del terreno è simile a quella alpina (pendenze superiori al 20%). Questo studio si propone di valutare l’impatto dell’esbosco a semistrascico con gru a cavo sul suolo e sul soprassuolo residuo. La valutazione è stata fatta all’interno di un lotto di utilizzazione nella foresta di Vallombrosa. Le specie presenti nell’area in esame erano Abies alba, Pseudotsuga menziesii e Fagus sylvatica. Lo studio prende in esame gli effetti dell’esbosco con gru a cavo in aree dove non era possibile realizzare cavalletti per consentire l’esbosco di carichi completamente sollevati da terra e pertanto il legname è stato esboscato a semistrascico. L’adozione di questo sistema di lavoro ha permesso quindi di studiare più approfonditamente i danni al suolo, a livello di compattamento dello stesso, all’interno dei corridoi di esbosco, ed al soprassuolo residuo. L’obiettivo è stato quello di valutare come le operazioni di utilizzazione forestale potessero influenzare i parametri fisici del suolo all’interno delle due linee di gru a cavo prese in esame e per le analisi, sono stati considerati il numero dei viaggi, il numero e il volume dei tronchi esboscati. Dopo la fine delle operazioni di esbosco, all’interno dei corridoi di esbosco, sono stati identificati tre plot per ogni linea sui quali fare i successivi rilevamenti. All’interno di questi plot stati inoltre valutati i danni al soprassuolo residuo. In questo caso i rilievi hanno riguardato le piante rimaste in piedi dopo l’utilizzazione analizzando condizione sanitaria e la posizione. In particolare sono stati studiati i danni diretti e indiretti; i primi si riferiscono alle ferite al fusto ed alle radici, lo schiacciamento del cambio, senza asportazione della corteccia, e la rottura del cimale. Per i secondi invece abbiamo considerato quelli dovuti al cambiamento delle condizioni del suolo, dopo il passaggio di mezzi e/o carichi, provocanti asfissia radicale con conseguente diminuzione o comunque difficoltà di accrescimento. I risultati ottenuti per i parametri fisici del suolo sono in linea con quelli riportati in letteratura, infatti aumentano all’aumentare della tendenza e del numero di carichi. I danni alle piante si riscontrano soprattutto a livello di corteccia e nella parte inferiore del tronco (fino a 1 m di altezza). L’osservazione dei danni diretti ha riportato parametri importanti da valutare, ma poche informazioni si hanno sugli impatti indiretti e come questi possano avere risvolti futuri su suolo e soprassuolo. Importante sarà in futuro tornare sull’area in esame e valutare anche questi ultimi. Questo potrà servire per capire come gli impatti al suolo possono influenzare negativamente la futura rinnovazione della foresta e come le piante ferite o danneggiate possano reagire allo stress a loro provocato.

Esbosco a semistrascico con gru a cavo: valutazione degli impatti sul suolo e sul soprassuolo / Martina Cambi, Fabio fabiano, Ilaria Zorzi, Enrico Marchi. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 447-448. (Intervento presentato al convegno IV Congresso Nazionale di Selvicoltura IV National Congress of Silviculture Torino, 5-9 Novembre 2018).

Esbosco a semistrascico con gru a cavo: valutazione degli impatti sul suolo e sul soprassuolo.

Martina Cambi;Fabio fabiano;ZORZI, ILARIA;Enrico Marchi
2018

Abstract

In Italia, l’esbosco con gru a cavo è utilizzato soprattutto sulle Alpi. Questo sistema risulta essere il migliore per esboscare il legname su pendici ripide, senza creare danno alle piante esboscate e minimizzando gli effetti al suolo. Si è comunque iniziato ad utilizzare questa metodologia anche in alcune foreste degli Appennini, dove l’orografia del terreno è simile a quella alpina (pendenze superiori al 20%). Questo studio si propone di valutare l’impatto dell’esbosco a semistrascico con gru a cavo sul suolo e sul soprassuolo residuo. La valutazione è stata fatta all’interno di un lotto di utilizzazione nella foresta di Vallombrosa. Le specie presenti nell’area in esame erano Abies alba, Pseudotsuga menziesii e Fagus sylvatica. Lo studio prende in esame gli effetti dell’esbosco con gru a cavo in aree dove non era possibile realizzare cavalletti per consentire l’esbosco di carichi completamente sollevati da terra e pertanto il legname è stato esboscato a semistrascico. L’adozione di questo sistema di lavoro ha permesso quindi di studiare più approfonditamente i danni al suolo, a livello di compattamento dello stesso, all’interno dei corridoi di esbosco, ed al soprassuolo residuo. L’obiettivo è stato quello di valutare come le operazioni di utilizzazione forestale potessero influenzare i parametri fisici del suolo all’interno delle due linee di gru a cavo prese in esame e per le analisi, sono stati considerati il numero dei viaggi, il numero e il volume dei tronchi esboscati. Dopo la fine delle operazioni di esbosco, all’interno dei corridoi di esbosco, sono stati identificati tre plot per ogni linea sui quali fare i successivi rilevamenti. All’interno di questi plot stati inoltre valutati i danni al soprassuolo residuo. In questo caso i rilievi hanno riguardato le piante rimaste in piedi dopo l’utilizzazione analizzando condizione sanitaria e la posizione. In particolare sono stati studiati i danni diretti e indiretti; i primi si riferiscono alle ferite al fusto ed alle radici, lo schiacciamento del cambio, senza asportazione della corteccia, e la rottura del cimale. Per i secondi invece abbiamo considerato quelli dovuti al cambiamento delle condizioni del suolo, dopo il passaggio di mezzi e/o carichi, provocanti asfissia radicale con conseguente diminuzione o comunque difficoltà di accrescimento. I risultati ottenuti per i parametri fisici del suolo sono in linea con quelli riportati in letteratura, infatti aumentano all’aumentare della tendenza e del numero di carichi. I danni alle piante si riscontrano soprattutto a livello di corteccia e nella parte inferiore del tronco (fino a 1 m di altezza). L’osservazione dei danni diretti ha riportato parametri importanti da valutare, ma poche informazioni si hanno sugli impatti indiretti e come questi possano avere risvolti futuri su suolo e soprassuolo. Importante sarà in futuro tornare sull’area in esame e valutare anche questi ultimi. Questo potrà servire per capire come gli impatti al suolo possono influenzare negativamente la futura rinnovazione della foresta e come le piante ferite o danneggiate possano reagire allo stress a loro provocato.
2018
ABSTRACT BOOK Congresso Nazionale di Selvicoltura
IV Congresso Nazionale di Selvicoltura IV National Congress of Silviculture Torino, 5-9 Novembre 2018
Martina Cambi, Fabio fabiano, Ilaria Zorzi, Enrico Marchi
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1178653
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