Il lavoro esamina la pronuncia della Consulta (n. 63/2019) con la quale è stata dichiarata l'incostituzionalità dell’art. 6, comma 2, d.lgs. 12 maggio 2015, n. 72, nella parte in cui impediva di far retroagire l’alleggerimento sanzionatorio dell’illecito amministrativo di abuso di informazioni privilegiate (art. 187-bis, d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, di seguito “TUF”), sancito dal successivo comma 3 della medesima disposizione censurata. L'epilogo della pronuncia - certamente apprezzabile negli effetti - finisce per risultare di impatto nel sottosistema del diritto punitivo amministrativo, là dove, come noto, ha attecchito la convinzione della tendenziale impermeabilità delle relative sanzioni, in assenza di previsioni ad hoc, alle esigenze di garanzia sottese sul versante penale alla retroattività della lex mitior. Il lavoro si sofferma, in particolare, sullo snodo della retroattività favorevole per le sanzioni amministrative c.d. punitive, anche alla luce della giurisprudenza di matrice convenzionale. Si ravvisa, nella specie, una linea di continuità con la giurisprudenza costituzionale antecedente, per quanto tale collegamento risulti mascherato, sul piano metodologico, da una forzatura degli argomenti a sostegno della corretta soluzione ablativa accolta, che, anche in ragione delle peculiarità della situazione per cui è stata investita la Corte, oltre ad apparire ultronea, lascia intravedere, sullo sfondo, alcune criticità che rischiano di irrigidire un sistema ontologicamente improntato a maggiore flessibilità e dinamismo operativo.
Il fine giustifica i mezzi? Brevi osservazioni a margine della possibile retroattività favorevole delle sanzioni amministrative c.d. punitive / Paonessa. - In: GIURISPRUDENZA COSTITUZIONALE. - ISSN 0436-0222. - STAMPA. - (2019), pp. 851-858.
Il fine giustifica i mezzi? Brevi osservazioni a margine della possibile retroattività favorevole delle sanzioni amministrative c.d. punitive
Paonessa
2019
Abstract
Il lavoro esamina la pronuncia della Consulta (n. 63/2019) con la quale è stata dichiarata l'incostituzionalità dell’art. 6, comma 2, d.lgs. 12 maggio 2015, n. 72, nella parte in cui impediva di far retroagire l’alleggerimento sanzionatorio dell’illecito amministrativo di abuso di informazioni privilegiate (art. 187-bis, d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58, di seguito “TUF”), sancito dal successivo comma 3 della medesima disposizione censurata. L'epilogo della pronuncia - certamente apprezzabile negli effetti - finisce per risultare di impatto nel sottosistema del diritto punitivo amministrativo, là dove, come noto, ha attecchito la convinzione della tendenziale impermeabilità delle relative sanzioni, in assenza di previsioni ad hoc, alle esigenze di garanzia sottese sul versante penale alla retroattività della lex mitior. Il lavoro si sofferma, in particolare, sullo snodo della retroattività favorevole per le sanzioni amministrative c.d. punitive, anche alla luce della giurisprudenza di matrice convenzionale. Si ravvisa, nella specie, una linea di continuità con la giurisprudenza costituzionale antecedente, per quanto tale collegamento risulti mascherato, sul piano metodologico, da una forzatura degli argomenti a sostegno della corretta soluzione ablativa accolta, che, anche in ragione delle peculiarità della situazione per cui è stata investita la Corte, oltre ad apparire ultronea, lascia intravedere, sullo sfondo, alcune criticità che rischiano di irrigidire un sistema ontologicamente improntato a maggiore flessibilità e dinamismo operativo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Paonessa - Il fine giustifica i mezzi.pdf
Accesso chiuso
Tipologia:
Pdf editoriale (Version of record)
Licenza:
Tutti i diritti riservati
Dimensione
195.69 kB
Formato
Adobe PDF
|
195.69 kB | Adobe PDF | Richiedi una copia |
I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.