Il design viene sempre più riconosciuto come una disciplina che favorisce la collaborazione con altre in modo transdisciplinare. Si potrebbe sostenere che attualmente il design concretizza, rende visibile e utilizzabile il progresso scientifico attraverso la tecnologia, che da un lato rende disponile e applicabile la scoperta scientifica per la realizzazione di prodotti e servizi per l’uomo, ma dall’altro ne condiziona l’utilizzo secondo precise regole applicative. Questa limitazione potrebbe essere superata dalla collaborazione diretta tra design e scienza. Nel passato possiamo trovare esempi in cui il design ha reso comprensibili i risultati scientifici a un pubblico molto ampio attraverso le applicazioni della grafica. Al contrario la scienza collaborando direttamente con il design ha portato alla progettazione di protesi per la medicina rigenerativa. In entrambi i casi si tratta di collaborazioni circoscritte ad ambiti molto specifici. Casi significativi che indirizzano una loro collaborazione di più ampio respiro si possono riscontrare oggi nell’ambito del biodesign. Ne sono un esempio significativo le sperimentazioni progettuali proposte nel contest promosso da Biodesign Challange in cui design e scienza contribuiscono in maniera totalmente nuova con esiti finali visionari. Possiamo, quindi, affermare che l’aspetto innovativo del rapporto tra design e scienza risiede nel contributo diretto che può dare il design alla ricerca scientifica in termini di modo di pensare e di agire, orientato al dialogo costruttivo con le altre discipline. Tale approccio olistico può quindi aprire nuove possibilità alla scienza come punto di partenza per la ricerca e l’esplorazione scientifica e non solo come punto di arrivo, consentendo il raggiungimento di obiettivi fino a ora impensabili e che sono fondamentali per costruire il nostro futuro.
Design e scienza per costruire il futuro / Laura Giraldi. - In: DIID. DISEGNO INDUSTRIALE INDUSTRIAL DESIGN. - ISSN 1594-8528. - STAMPA. - 69:(2019), pp. 10-15.
Design e scienza per costruire il futuro
Laura Giraldi
2019
Abstract
Il design viene sempre più riconosciuto come una disciplina che favorisce la collaborazione con altre in modo transdisciplinare. Si potrebbe sostenere che attualmente il design concretizza, rende visibile e utilizzabile il progresso scientifico attraverso la tecnologia, che da un lato rende disponile e applicabile la scoperta scientifica per la realizzazione di prodotti e servizi per l’uomo, ma dall’altro ne condiziona l’utilizzo secondo precise regole applicative. Questa limitazione potrebbe essere superata dalla collaborazione diretta tra design e scienza. Nel passato possiamo trovare esempi in cui il design ha reso comprensibili i risultati scientifici a un pubblico molto ampio attraverso le applicazioni della grafica. Al contrario la scienza collaborando direttamente con il design ha portato alla progettazione di protesi per la medicina rigenerativa. In entrambi i casi si tratta di collaborazioni circoscritte ad ambiti molto specifici. Casi significativi che indirizzano una loro collaborazione di più ampio respiro si possono riscontrare oggi nell’ambito del biodesign. Ne sono un esempio significativo le sperimentazioni progettuali proposte nel contest promosso da Biodesign Challange in cui design e scienza contribuiscono in maniera totalmente nuova con esiti finali visionari. Possiamo, quindi, affermare che l’aspetto innovativo del rapporto tra design e scienza risiede nel contributo diretto che può dare il design alla ricerca scientifica in termini di modo di pensare e di agire, orientato al dialogo costruttivo con le altre discipline. Tale approccio olistico può quindi aprire nuove possibilità alla scienza come punto di partenza per la ricerca e l’esplorazione scientifica e non solo come punto di arrivo, consentendo il raggiungimento di obiettivi fino a ora impensabili e che sono fondamentali per costruire il nostro futuro.File | Dimensione | Formato | |
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