Mosso dalla difficoltà di armonizzare l'eterna attività di Dio con l'inizio del mondo da parte di un suo atto creativo, sul versante cristiano era stato Origene a presentare la difficoltà che nasce nel considerare Dio non attivo ab aeterno in Principi 1,2,10. Per spiegarne l’inattività, l'Alessandrino aveva addotto due motivi: o Dio è stato impedito da una forza esterna, oppure non ha voluto operare; entrambi i motivi sono assurdi e incompatibili con l’onnipotenza, la bontà e l’immutabilità di Dio. Al contrario ammettere un Dio attivo fin dall’inizio equivale a porre l’esistenza di una materia a lui coeterna, cosa che contrasta col dogma cristiano. Dio è eternamente attivo e benefico, ma il solo mondo a lui coeterno e sul quale egli effonde ab aeterno la sua azione è il mondo delle idee, delle forme ideali delle cose, eternamente presente nel logos e perciò a lui coeterno: si tenga presente che per una mentalità platonica il mondo delle forme ideale è assolutamente reale. Il fatto che Metodio si sia opposto alla creazione eterna e alla preesistenza della materia prima nel Libero arbitrio e poi nel Sulla creazione dimostra che il problema su cui egli si interroga fin dall’inizio è: come qualcosa che è perfetto e non soggetto a cambiamento, che coesiste fin dall’inizio con Dio e su cui esercita il suo potere, è soggetto a cambiamento?
L'influenza di Origene nel De libero arbitrio e nel De creatis di Metodio di Olimpo / Roberta Franchi. - STAMPA. - (2016), pp. 411-423. (Intervento presentato al convegno Origeniana Undecima. Origen and Origenism in the History of Western Thought).
L'influenza di Origene nel De libero arbitrio e nel De creatis di Metodio di Olimpo
Roberta Franchi
2016
Abstract
Mosso dalla difficoltà di armonizzare l'eterna attività di Dio con l'inizio del mondo da parte di un suo atto creativo, sul versante cristiano era stato Origene a presentare la difficoltà che nasce nel considerare Dio non attivo ab aeterno in Principi 1,2,10. Per spiegarne l’inattività, l'Alessandrino aveva addotto due motivi: o Dio è stato impedito da una forza esterna, oppure non ha voluto operare; entrambi i motivi sono assurdi e incompatibili con l’onnipotenza, la bontà e l’immutabilità di Dio. Al contrario ammettere un Dio attivo fin dall’inizio equivale a porre l’esistenza di una materia a lui coeterna, cosa che contrasta col dogma cristiano. Dio è eternamente attivo e benefico, ma il solo mondo a lui coeterno e sul quale egli effonde ab aeterno la sua azione è il mondo delle idee, delle forme ideali delle cose, eternamente presente nel logos e perciò a lui coeterno: si tenga presente che per una mentalità platonica il mondo delle forme ideale è assolutamente reale. Il fatto che Metodio si sia opposto alla creazione eterna e alla preesistenza della materia prima nel Libero arbitrio e poi nel Sulla creazione dimostra che il problema su cui egli si interroga fin dall’inizio è: come qualcosa che è perfetto e non soggetto a cambiamento, che coesiste fin dall’inizio con Dio e su cui esercita il suo potere, è soggetto a cambiamento?I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.



