L’autore, ponendosi in una prospettiva storico-giuridica, analizza le riforme fiscali che furono fatte durante il tardo impero romano da Diocleziano, il quale cercò in tal modo di affrontare la crisi del III secolo d.C. L’eccessivo livello di tassazione, caratterizzato da un netto sbilanciamento a sfavore delle classi meno agiate della popolazione, portò l’imperatore ad intervenire in modo organico, procedendo a dividere il territorio imperiale in “unità fiscali” per rendere equa la già esistente im-posta fondiaria (iuga), ma soprattutto introducendo un’imposta personale parame-trato sulle unità lavorative (capita). L’idea alla base del sistema è quella di rendere fiscalmente rilevante, da una parte, la testa (caput) di un lavoratore-colono, dall’al-tra la superficie di terra (iugum) che lo stesso colono è in grado di lavorare. L’anali-si di tale riforma, come evidenziato nella successiva postilla al contributo, ebbe il merito di arginare la drammatica situazione istituzionale di tale epoca, ma mette in luce gli ammonimenti che il legislatore fiscale odierno tenere a bada nell’affrontare l’attuale crisi strutturando il sistema fiscale con interventi lungimiranti (e non me-ramente episodici). The author, placing himself in a historical-juridical perspective, analyses the fiscal re-forms that were made during the late Roman Empire by Diocletian, who sought in this way to face the crisis of the third century A.D. The excessive level of taxation, character-ised by a clear imbalance against the less wealthy classes of the population, led the em-peror to intervene organically, proceeding to divide the imperial territory into “fiscal units” to make the already existing land tax (iuga) fair, but above all by introducing a personal tax based on working units (capita). The idea behind the system is to make fiscally relevant, on the one hand, the head (caput) of a worker-colonist, and, on the other, the land surface (iugum) that the colonist himself is able to work. The analysis of this reform, as highlighted in the next postscript to this article, had the merit of curbing the dramatic institutional situation of that era, but it highlights the warnings that today’s tax legislator shall keep in mind in facing the current crisis by structuring the tax system with far-sighted (and not merely episodic) interventions.
Crisi dell'ordine politico e riforma fiscale: la parola a Diocleziano / Marco Sabbioneti. - In: RIVISTA TRIMESTRALE DI DIRITTO TRIBUTARIO. - ISSN 2421-6801. - STAMPA. - (2018), pp. 657-682.
Crisi dell'ordine politico e riforma fiscale: la parola a Diocleziano
Marco Sabbioneti
2018
Abstract
L’autore, ponendosi in una prospettiva storico-giuridica, analizza le riforme fiscali che furono fatte durante il tardo impero romano da Diocleziano, il quale cercò in tal modo di affrontare la crisi del III secolo d.C. L’eccessivo livello di tassazione, caratterizzato da un netto sbilanciamento a sfavore delle classi meno agiate della popolazione, portò l’imperatore ad intervenire in modo organico, procedendo a dividere il territorio imperiale in “unità fiscali” per rendere equa la già esistente im-posta fondiaria (iuga), ma soprattutto introducendo un’imposta personale parame-trato sulle unità lavorative (capita). L’idea alla base del sistema è quella di rendere fiscalmente rilevante, da una parte, la testa (caput) di un lavoratore-colono, dall’al-tra la superficie di terra (iugum) che lo stesso colono è in grado di lavorare. L’anali-si di tale riforma, come evidenziato nella successiva postilla al contributo, ebbe il merito di arginare la drammatica situazione istituzionale di tale epoca, ma mette in luce gli ammonimenti che il legislatore fiscale odierno tenere a bada nell’affrontare l’attuale crisi strutturando il sistema fiscale con interventi lungimiranti (e non me-ramente episodici). The author, placing himself in a historical-juridical perspective, analyses the fiscal re-forms that were made during the late Roman Empire by Diocletian, who sought in this way to face the crisis of the third century A.D. The excessive level of taxation, character-ised by a clear imbalance against the less wealthy classes of the population, led the em-peror to intervene organically, proceeding to divide the imperial territory into “fiscal units” to make the already existing land tax (iuga) fair, but above all by introducing a personal tax based on working units (capita). The idea behind the system is to make fiscally relevant, on the one hand, the head (caput) of a worker-colonist, and, on the other, the land surface (iugum) that the colonist himself is able to work. The analysis of this reform, as highlighted in the next postscript to this article, had the merit of curbing the dramatic institutional situation of that era, but it highlights the warnings that today’s tax legislator shall keep in mind in facing the current crisis by structuring the tax system with far-sighted (and not merely episodic) interventions.File | Dimensione | Formato | |
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