Dal 2016 università di Firenze ha intrapreso un nuovo progetto di scavo nell'antica colonia latina di Cosa (Ansedonia, provincia di Grosseto), sotto gli auspici del partenariato "Strade di Cosa". Le prime campagne si sono concentrate a ovest della Casa di Diana, all'incrocio tra le strade P e %, e lungo il limite orientale dell'insula 10. Qui è stata investigata una spessa serie di strati sovrapposti al basolato di età romana: essi appaiono come il risultato di attività deliberate di scarico di terra, materiali edilizi e ceramica che si possono datare entro la fine del II secolo d.C.: questo dato cronologico impone di riconsiderare la continuità di vita dell'abitato fino alla fine dell'età antonina. Nel 2017 le operazioni di scavo si sono estese più a sud, lungo la via processionale P che conduceva dal foro all'acropoli, dove nel 2016 il georadar aveva segnalato la presenza di un edificio di grandi dimensioni, aperto sulla strada. L'edificio, in stato di crollo, comprende un ampio cortile centrale rettangolare su cui si aprono una serie di ambienti minori. Uno di questi era separato dal cortile da una grande soglia monolitica, che conserva ancora gli alloggiamenti di una grata metallica di sicurezza, antistante i battenti lignei della porta. L'ambiente 2 ha restituito le tegole in crollo della sua copertura, bollate da Lucio Titinio Glauco Lucreziana, noto impresario attivo a Cosa, che rivestì importanti cariche pubbliche sotto gli imperatori Claudio e Nerone.
Le indagini dell'Università di Firenze a Cosa (Orbetello, GR): le campagna 2016-2018 / Ilaria Romeo, Martina Rodinò, Dario Panariti. - In: BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ONLINE. - ISSN 2039-0076. - ELETTRONICO. - 10:(2020), pp. 43-56.
Le indagini dell'Università di Firenze a Cosa (Orbetello, GR): le campagna 2016-2018
Ilaria Romeo
;Martina Rodinò
;Dario Panariti
2020
Abstract
Dal 2016 università di Firenze ha intrapreso un nuovo progetto di scavo nell'antica colonia latina di Cosa (Ansedonia, provincia di Grosseto), sotto gli auspici del partenariato "Strade di Cosa". Le prime campagne si sono concentrate a ovest della Casa di Diana, all'incrocio tra le strade P e %, e lungo il limite orientale dell'insula 10. Qui è stata investigata una spessa serie di strati sovrapposti al basolato di età romana: essi appaiono come il risultato di attività deliberate di scarico di terra, materiali edilizi e ceramica che si possono datare entro la fine del II secolo d.C.: questo dato cronologico impone di riconsiderare la continuità di vita dell'abitato fino alla fine dell'età antonina. Nel 2017 le operazioni di scavo si sono estese più a sud, lungo la via processionale P che conduceva dal foro all'acropoli, dove nel 2016 il georadar aveva segnalato la presenza di un edificio di grandi dimensioni, aperto sulla strada. L'edificio, in stato di crollo, comprende un ampio cortile centrale rettangolare su cui si aprono una serie di ambienti minori. Uno di questi era separato dal cortile da una grande soglia monolitica, che conserva ancora gli alloggiamenti di una grata metallica di sicurezza, antistante i battenti lignei della porta. L'ambiente 2 ha restituito le tegole in crollo della sua copertura, bollate da Lucio Titinio Glauco Lucreziana, noto impresario attivo a Cosa, che rivestì importanti cariche pubbliche sotto gli imperatori Claudio e Nerone.File | Dimensione | Formato | |
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