e sempre più sarà, il “secolo urbano” poiché, a livello globale, più di 2 miliardi di persone arriveranno nelle città. Questa rapida urbanizzazione non ha precedenti nella storia umana e, nel 2050, la stragrande maggioranza dell'umanità vivrà in aree urbane. Eppure, in questo momento di "trionfo della città”, esse devono affrontare molte sfide importanti, dalla creazione e mantenimento di posti di lavoro, alla fornitura di servizi alla cittadinanza, alla salvaguardia delle risorse ambientali, alla protezione dei propri residenti dalla criminalità e dalla violenza, tanto per citarne alcuni. Ma, soprattutto, dovranno garantire condizioni di salubrità ambientali. In questo momento storico, la sfida più importante è sicuramente quella che ci viene posta dal COVID-19 e l'inquinamento atmosferico potrebbe essere un comune denominatore per i paesi in cui, al momento, il virus sta avendo gli effetti più devastanti. Infatti, soprattutto in Pianura Padana, la pandemia ha avuto effetti pesantissimi: oltre a essere uno dei territori che ha registrato il maggior numero di contagi, è anche quello in cui il decorso più infausto dell’infezione si è verificato nel 18% dei casi (aggiornamento al 4 maggio 2020), in modo significativamente superiore rispetto a quello delle altre regioni italiane (circa il 9% dei contagiati) (Conticini et al., 2020). Oltre all’alta età media dei residenti, l’elevato inquinamento dell’aria che caratterizza la Pianura Padana è stato imputato come concausa dell’alto tasso di letalità osservato (Conticini et al., 2020; Qu et al., 2020; Sanità di Toppi et al., 2020). La consapevolezza che il coronavirus può sopravvivere al di fuori dell’ospite e che la sua via di trasmissione preferenziale è attraverso l’aerosol, ha portato alcuni autori a ipotizzare che il particolato atmosferico (Sanità di Toppi et al., 2020), soprattutto quello con diametro medio inferiore a 2,5 micron (PM2,5), possa essere un vettore di trasmissione del virus (Qu et al., 2020; Vetter et al., 2020). L’adesione del virus al particolato potrebbe facilitarne il trasporto a lunga distanza e, in seguito a inalazione da parte dell’uomo, potrebbe veicolarlo fino ai bronchi e, nel caso delle frazioni di particolato più fine, fino agli alveoli polmonari (Qu et al., 2020). Tuttavia, per confermare queste ipotesi, sono necessari ulteriori studi che valutino la capacità del virus di sopravvivere adeso alle varie frazioni di particolato.

Il fato del particolato / Fini, Alessio; Vigevani, Irene; Ferrini, Francesco. - In: ACER. - ISSN 1828-4434. - STAMPA. - 2020:(2020), pp. 79-82.

Il fato del particolato

Ferrini, Francesco
2020

Abstract

e sempre più sarà, il “secolo urbano” poiché, a livello globale, più di 2 miliardi di persone arriveranno nelle città. Questa rapida urbanizzazione non ha precedenti nella storia umana e, nel 2050, la stragrande maggioranza dell'umanità vivrà in aree urbane. Eppure, in questo momento di "trionfo della città”, esse devono affrontare molte sfide importanti, dalla creazione e mantenimento di posti di lavoro, alla fornitura di servizi alla cittadinanza, alla salvaguardia delle risorse ambientali, alla protezione dei propri residenti dalla criminalità e dalla violenza, tanto per citarne alcuni. Ma, soprattutto, dovranno garantire condizioni di salubrità ambientali. In questo momento storico, la sfida più importante è sicuramente quella che ci viene posta dal COVID-19 e l'inquinamento atmosferico potrebbe essere un comune denominatore per i paesi in cui, al momento, il virus sta avendo gli effetti più devastanti. Infatti, soprattutto in Pianura Padana, la pandemia ha avuto effetti pesantissimi: oltre a essere uno dei territori che ha registrato il maggior numero di contagi, è anche quello in cui il decorso più infausto dell’infezione si è verificato nel 18% dei casi (aggiornamento al 4 maggio 2020), in modo significativamente superiore rispetto a quello delle altre regioni italiane (circa il 9% dei contagiati) (Conticini et al., 2020). Oltre all’alta età media dei residenti, l’elevato inquinamento dell’aria che caratterizza la Pianura Padana è stato imputato come concausa dell’alto tasso di letalità osservato (Conticini et al., 2020; Qu et al., 2020; Sanità di Toppi et al., 2020). La consapevolezza che il coronavirus può sopravvivere al di fuori dell’ospite e che la sua via di trasmissione preferenziale è attraverso l’aerosol, ha portato alcuni autori a ipotizzare che il particolato atmosferico (Sanità di Toppi et al., 2020), soprattutto quello con diametro medio inferiore a 2,5 micron (PM2,5), possa essere un vettore di trasmissione del virus (Qu et al., 2020; Vetter et al., 2020). L’adesione del virus al particolato potrebbe facilitarne il trasporto a lunga distanza e, in seguito a inalazione da parte dell’uomo, potrebbe veicolarlo fino ai bronchi e, nel caso delle frazioni di particolato più fine, fino agli alveoli polmonari (Qu et al., 2020). Tuttavia, per confermare queste ipotesi, sono necessari ulteriori studi che valutino la capacità del virus di sopravvivere adeso alle varie frazioni di particolato.
2020
2020
79
82
Goal 3: Good health and well-being for people
Goal 15: Life on land
Fini, Alessio; Vigevani, Irene; Ferrini, Francesco
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