Il saggio esamina il ruolo del modello di prevenzione dei reati all’interno del più ampio sistema di controllo delle società, alla luce delle novità legislative entrate in vigore a partire dal 2001 e di quelle ulteriori derivanti dalla imminente riforma del diritto della crisi e dell’insolvenza. La collocazione della disciplina del d.lgs. n. 231 del 2001 nell’ambito del generale dovere di predisposizione degli assetti organizzativi di cui ogni ente deve dotarsi, ai sensi del nuovo art. 2086 del codice civile, consente di mettere meglio a fuoco tanto le reciproche connessioni ed interferenze, quanto le peculiarità che connotano il modello di prevenzione dei reati rispetto ai protocolli organizzativi imposti in generale dal diritto societario. La trattazione muove dal primo profilo, segnalando la convergenza funzionale dei due alvei regolamentari sul terreno decisivo e unificante del regime dei controlli interni, per poi sottolineare le differenze di impostazione esistenti tra le finalità di prevenzione di rischi patologici propria della compliance 231 e la prospettiva di gestione di rischi fisiologicamente connessi all’attività imprenditoriale, che ispira gli assetti organizzativi, amministrativi e contabili dell’ente. Vengono quindi delineati i potenziali corollari, sul versante civilistico, dell’omessa o inadeguata predisposizione del modello, segnatamente in punto di responsabilità degli organi sociali. Il saggio affronta inoltre i temi interdisciplinari di rilevante impatto applicativo, quali la possibile attribuzione delle funzioni dell’organismo di vigilanza agli organi societari di controllo e la peculiare configurazione dei modelli di prevenzione nell’ambito dei gruppi di società. Vengono infine avanzate alcune proposte per un rafforzamento ulteriore, dall’angolo prospettico del diritto societario, dell’autonomia dell’organismo di vigilanza.

ORGANIZZAZIONE DELL’IMPRESA SOCIETARIA E MODELLO DI PREVENZIONE DEI REATI: RECENTI LINEE EVOLUTIVE / Niccolò Abriani. - In: RIVISTA DI DIRITTO DELL'IMPRESA. - ISSN 1593-9502. - STAMPA. - (2018), pp. 543-586.

ORGANIZZAZIONE DELL’IMPRESA SOCIETARIA E MODELLO DI PREVENZIONE DEI REATI: RECENTI LINEE EVOLUTIVE

Niccolò Abriani
2018

Abstract

Il saggio esamina il ruolo del modello di prevenzione dei reati all’interno del più ampio sistema di controllo delle società, alla luce delle novità legislative entrate in vigore a partire dal 2001 e di quelle ulteriori derivanti dalla imminente riforma del diritto della crisi e dell’insolvenza. La collocazione della disciplina del d.lgs. n. 231 del 2001 nell’ambito del generale dovere di predisposizione degli assetti organizzativi di cui ogni ente deve dotarsi, ai sensi del nuovo art. 2086 del codice civile, consente di mettere meglio a fuoco tanto le reciproche connessioni ed interferenze, quanto le peculiarità che connotano il modello di prevenzione dei reati rispetto ai protocolli organizzativi imposti in generale dal diritto societario. La trattazione muove dal primo profilo, segnalando la convergenza funzionale dei due alvei regolamentari sul terreno decisivo e unificante del regime dei controlli interni, per poi sottolineare le differenze di impostazione esistenti tra le finalità di prevenzione di rischi patologici propria della compliance 231 e la prospettiva di gestione di rischi fisiologicamente connessi all’attività imprenditoriale, che ispira gli assetti organizzativi, amministrativi e contabili dell’ente. Vengono quindi delineati i potenziali corollari, sul versante civilistico, dell’omessa o inadeguata predisposizione del modello, segnatamente in punto di responsabilità degli organi sociali. Il saggio affronta inoltre i temi interdisciplinari di rilevante impatto applicativo, quali la possibile attribuzione delle funzioni dell’organismo di vigilanza agli organi societari di controllo e la peculiare configurazione dei modelli di prevenzione nell’ambito dei gruppi di società. Vengono infine avanzate alcune proposte per un rafforzamento ulteriore, dall’angolo prospettico del diritto societario, dell’autonomia dell’organismo di vigilanza.
2018
543
586
Goal 8: Decent work and economic growth
Niccolò Abriani
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