Il sistema patriarcale incide anche nell’orizzonte di pensiero del cristianesimo, dove vige la subordinazione della donna all’interno del matrimonio. Tale condizione viene accettata in quanto ratificata non solo a livello giuridico per mezzo delle tabulae matrimoniales, ma anche supportata da una serie di passi biblici, dalla Genesi a Paolo e Pietro. Sulla base della creazione di Eva da Adamo e per il dettato di 1 Cor. 11,3.8.11 ed Eph. 5,23, si ribadisce l’inferiorità della donna, sottomessa all’autorità del suo ‘capo’. Se la sua anima non è diversa da quella dell'uomo, lo è il corpo, e lo sono i compiti a cui entrambi sono destinati. Si riscontra così quella divisione dei ruoli che attribuisce alla donna mansioni domestiche e private (casa, figli, marito, servi) e al marito le attività pubbliche. Tuttavia, ne cristianesimo antico col porre i coniugi al servizio di Dio, gli autori cristiani antichi arrivano a riconoscere anche alla donna sposata un margine di autonomia e l’importanza di una formazione religiosa e spirituale, capace di conferirle dignità. Nel cristianesimo di IV e V secolo, emergono alcune mulieres più forti nella fede all’interno della coppia. Nonna, Monica e Gorgonia, pur restando lo sposo il loro ‘capo’, riescono grazie alle loro doti a rendere i mariti non dei padroni molesti, ma buoni compagni di servitù.

«Alligatur viro nupta, et ei in subiectionem astringitur» (Ambr., exh. virg. 4,21): potere maschile e servitù femminile? Uno sguardo panoramico tra IV e V secolo / Roberta Franchi. - STAMPA. - Studia Ephemeridis Augustinianum 157:(2020), pp. 23-39. ( Masculum et feminam creavit eos (Gen. 1,27). Paradigmi del maschile e femminile nel cristianesimo antico. XLVII Incontro di Studiosi dell’Antichità Cristiana (Roma, 9-11 maggio 2019) Roma 9-11 maggio 2019).

«Alligatur viro nupta, et ei in subiectionem astringitur» (Ambr., exh. virg. 4,21): potere maschile e servitù femminile? Uno sguardo panoramico tra IV e V secolo

Roberta Franchi
2020

Abstract

Il sistema patriarcale incide anche nell’orizzonte di pensiero del cristianesimo, dove vige la subordinazione della donna all’interno del matrimonio. Tale condizione viene accettata in quanto ratificata non solo a livello giuridico per mezzo delle tabulae matrimoniales, ma anche supportata da una serie di passi biblici, dalla Genesi a Paolo e Pietro. Sulla base della creazione di Eva da Adamo e per il dettato di 1 Cor. 11,3.8.11 ed Eph. 5,23, si ribadisce l’inferiorità della donna, sottomessa all’autorità del suo ‘capo’. Se la sua anima non è diversa da quella dell'uomo, lo è il corpo, e lo sono i compiti a cui entrambi sono destinati. Si riscontra così quella divisione dei ruoli che attribuisce alla donna mansioni domestiche e private (casa, figli, marito, servi) e al marito le attività pubbliche. Tuttavia, ne cristianesimo antico col porre i coniugi al servizio di Dio, gli autori cristiani antichi arrivano a riconoscere anche alla donna sposata un margine di autonomia e l’importanza di una formazione religiosa e spirituale, capace di conferirle dignità. Nel cristianesimo di IV e V secolo, emergono alcune mulieres più forti nella fede all’interno della coppia. Nonna, Monica e Gorgonia, pur restando lo sposo il loro ‘capo’, riescono grazie alle loro doti a rendere i mariti non dei padroni molesti, ma buoni compagni di servitù.
2020
Masculum et feminam creavit eos (Gen. 1,27). Paradigmi del maschile e femminile nel cristianesimo antico. XLVII Incontro di Studiosi dell’Antichità Cristiana
Masculum et feminam creavit eos (Gen. 1,27). Paradigmi del maschile e femminile nel cristianesimo antico. XLVII Incontro di Studiosi dell’Antichità Cristiana (Roma, 9-11 maggio 2019)
Roma
9-11 maggio 2019
Goal 5: Gender equality
Roberta Franchi
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