È il 1970 quando Manganelli, affabulatore sedentario e fobico, accetta l’incarico di viaggiare in Africa per conto di una ditta di costruzioni. Da allora la curiosità diventa più forte di ogni resistenza e così, mescolando il dilettevole con l’utile, l’autore dell’Hilarotragoedia e del Nuovo commento diventa per giornali e riviste un fabbricante di resoconti di viaggio che snobbano l’attualità socio-politica, le testimonianze dirette e ‘gli itinerari del bello’ mentre nondimeno cercano di afferrare lo sfuggente genius loci di un altrove sempre mutevole e sempre il più possibile remoto. Dall’India alla Malesia (luogo prediletto), dal Pakistan all’Argentina, dall’Etiopia alla Danimarca, Manganelli raggiunge e percorre nel giro dei venti anni successivi mète agognate e temute, già visitate nelle sue fantasie di lettore, interrogandosi sulle molteplici modalità di intendere la città, il ricordo dei morti, il carattere degli agenti atmosferici, la convivenza dei linguaggi verbali o architettonici: e contemporaneamente sperimentando altre vie espressive che talvolta lo affrancano dal consueto imperativo di intrattenere il suo lettore vestendo la maschera di un divagante fool.
«Il viaggio è fatto in primo luogo di se stesso». Giorgio Manganelli o dell’esploratore bibliomaniaco e solitario / Nicola Turi. - In: ERMENEUTICA LETTERARIA. - ISSN 1827-8957. - STAMPA. - (2020), pp. 141-149.
«Il viaggio è fatto in primo luogo di se stesso». Giorgio Manganelli o dell’esploratore bibliomaniaco e solitario
Nicola Turi
2020
Abstract
È il 1970 quando Manganelli, affabulatore sedentario e fobico, accetta l’incarico di viaggiare in Africa per conto di una ditta di costruzioni. Da allora la curiosità diventa più forte di ogni resistenza e così, mescolando il dilettevole con l’utile, l’autore dell’Hilarotragoedia e del Nuovo commento diventa per giornali e riviste un fabbricante di resoconti di viaggio che snobbano l’attualità socio-politica, le testimonianze dirette e ‘gli itinerari del bello’ mentre nondimeno cercano di afferrare lo sfuggente genius loci di un altrove sempre mutevole e sempre il più possibile remoto. Dall’India alla Malesia (luogo prediletto), dal Pakistan all’Argentina, dall’Etiopia alla Danimarca, Manganelli raggiunge e percorre nel giro dei venti anni successivi mète agognate e temute, già visitate nelle sue fantasie di lettore, interrogandosi sulle molteplici modalità di intendere la città, il ricordo dei morti, il carattere degli agenti atmosferici, la convivenza dei linguaggi verbali o architettonici: e contemporaneamente sperimentando altre vie espressive che talvolta lo affrancano dal consueto imperativo di intrattenere il suo lettore vestendo la maschera di un divagante fool.| File | Dimensione | Formato | |
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