Notazioni problematiche su liti societarie e processo: a proposito del “conflitto di competenza” tra amministratori e sindaci nel caso Telecom

Commento a due voci, di una studiosa del diritto processuale e uno studioso del diritto commerciale, ad un caso notissimo, il caso Telecom, affrontato dal Tribunale di Milano il 23 aprile 2018. Il caso Telecom è solo lo spunto, per gli A., per dimostrare le difficoltà di adattare le categorie e gli schemi del processo di cognizione all’ambito delle liti societarie, dove tutto si atteggia in modo particolare: le situazioni soggettive, l’oggetto del processo, la natura e l’efficacia della pronuncia che interviene sul potere deliberativo, il modo di operare delle condizioni dell’azione. Il tema, lungi dall’avere solamente valenza teorico-sistematica, ha una importanza centrale dal punto di vista pratico-applicativo, confermata dal fatto che, nel caso di specie, tutto il dibattito processuale si è incentrato sulle conseguenze di quelle difficoltà, ed in particolare sulla questione della legittimazione ad agire di amministratori e soci rispetto a delibere del collegio sindacale e della praticabilità di una tutela non espressamente prevista dall’ordinamento. La discussione che gli A. hanno inteso riavviare, riprendendo riflessioni dagli stessi svolte altrove (soprattutto a proposito delle impugnative delle delibere assembleari e della tutela dinanzi ad operazioni straordinarie), ha l’obiettivo di far acquisire al dibattito una sempre maggiore chiarezza di idee circa le diverse forme di manifestazione dell’attività giurisdizionale nelle liti societarie, dove massimamente si avverte l’esigenza di una tutela rapida ma non necessariamente di natura cautelare, volta ad assicurare il corretto funzionamento dell’organizzazione sociale e la reintegrazione di un ordine giuridico violato al suo interno.