Relazioni promiscue. Appunti per una possibile ridefinizione dello spazio comunicativo

Il monopolio degli ultimi mesi della pandemia nei processi comunicativi dalla pandemia permette d’osservare meglio come l’ambiente digitale sta ridefinendo lo spazio comunicativo, rendendolo sempre più denso grazie alla pluralità degli attori all’ampliamento delle modalità comunicative. Partendo dal concetto di campo giornalistico di Bourdieu, si osserva come alle voci dei giornalisti e dei comunicatori istituzionali si affianchino quelle di tanti altri soggetti con peculiari competenze, che costruiscono uno spazio comunicativo polifonico e multidimensionale e obbligano a ripensare le categorie di ortodossia ed eresia informativa adoperate dal sociologo francese. Tali categorie vanno infatti ridiscusse per dare conto di uno spazio comunicativo più composito, in cui i tanti attori sociali interessati a costruire pubblica visibilità gestiscono una pluralità di risorse comunicative. L’utilizzo di tali risorse consente a ciascun attore di “conquistare” un peculiare posizionamento nello spazio comunicativo, in cui assumono particolare valore la trasparenza comunicativa e il potere di convocazione di quanti seguono e interagiscono con loro. Da queste premesse è scaturita la scelta di condurre una prima esplorazione empirica su 10 attori sociali al centro del dibattito pubblico durante il lockdown, con l’obiettivo di osservare le loro strategie comunicative e sottoporre a verifica il quadro teorico presentato e la validità della tipologia individuata, composta da sei distinte risorse comunicative: reputazionali, istituzionali, professionali, argomentative, performative, relazionali. Sono stati selezionati durante l’intera durata del lockdown i post di Facebook di: Protezione Civile, Istituto Superiore di sanità, Presidenza del Consiglio, Regione Lombardia, Regione Veneto, nonché quelli personali del premier Conte e dei Presidenti Fontana e Zaia e dei due giornalisti in quei giorni maggiormente seguiti sui social (Andrea Scanzi e Nicola Porro).