L'articolo accompagna e commenta la prima traduzione italiana di Vom Weg messianischer Deutung di Florens Christian Rang: il saggio introduttivo al lavoro sui sonetti di Shakespeare. Quest'opera rimase incompiuta e fu pubblicata parzialmente solo postuma dal figlio di Rang, Bernhard, nel 1954, con il titolo Shakespeare der Christ. Eine Deutung der Sonette. L'articolo intende innanzitutto contestualizzare sia l'opera su Shakespeare sia la figura molto complessa e ancora poco studiata di Florens Christian Rang; in secondo luogo, affronta le questioni concettuali più importanti che il saggio presenta. Con una natura fortemente programmatica e, allo stesso tempo, con uno stile espressionistico, tanto oscuro quanto visionario, Vom Weg messianischer Deutung presenta il metodo dell'interpretazione messianica in contrasto con quello classico-romantico dell'interpretazione pneumatica. È in gioco una prospettiva che sfida l'autonomia dell'arte per collocare il Kunstwerk nella serie di tutte le opere della creazione divina, per trasformarlo in opera di fede (Glaubenswerk). È il punto di vista del Giudizio Universale a fare da guida. La critica messianica dell'arte si rivela solo un caso particolare di critica messianica del mondo (messianische Weltkritik), letteralmente una critica del mondo (Welt-Kritik), che si rivolge al mondo. È il movimento di conversione (Umkehr) che rompe con il falso dualismo del Romanticismo, secondo il quale lo spirito (pneuma) è diviso in due: da una parte ci sono l'esperienza, il mondo, la scienza, dall'altra l'arte come puro rispecchiamento delle forme. Attraverso l'interpretazione messianica, lo spirito torna a essere corpo, carne. Segue il movimento permanente della creazione, cioè la continua conversione da Dio al mondo e dal mondo a Dio. In questo senso, secondo Rang, i sonetti di Shakespeare esemplificano l'opera di fede: la loro parola poetica nomina l'unità messianica di corpo e spirito. Sono cristalli in cui si concentra tutta la vita creaturale, le grandi tappe della creazione divina. The article accompanies and comments the italian translation of Florens Christian Rang’s Vom Weg messianischer Deutung: the introductory essay on the work on Shakespeare’s sonnets. This work remained unfinished and was only partially published posthumously by Rang’s son, Bernhard, in 1954, with the title Shakespeare der Christ. Eine Deutung der Sonette. This article firstly aims to contextualize both the work on Shakespeare and the very complex and still little researched figure of Florens Christian Rang; secondly, it addresses the most important conceptual issues that the essay presents. With a strongly programmatic nature and, at the same time, with an expressionistic style, which is as obscure as it is visionary, Vom Weg messianischer Deutung presents the method of messianic interpretation in contrast with the classical-romantic one of the pneumatic interpretation. What is at stake is a perspective that challenges the autonomy of art in order to place the Kunstwerk in the series of all the works of divine creation to transform it in faith work (Glaubenswerk). It is the point of view of the Last Judgment that leads the way. The messianic critique of art reveals to be only a particular case of messianic world critique (messianische Weltkritik), literally a critique of the world (Welt-Kritik), which redirects itself to the world. It is the movement of conversion (Umkehr) which breaks with the false dualism of Romanticism, according to which the spirit (pneuma) is divided in two: on the one hand, there are the experience, the world, the science, on the other hand, there is the art as pure mirroring of forms. Through the messianic interpretation, the spirit returns to be body, flesh. It follows the permanent movement of creation, namely the continuous conversion from God to the world and from the world to God. In this sense, according to Rang, Shakespeare’s sonnets exemplify the faith work: their poetic word names the messianic unity of body and spirit. They are crystals within which all creatural life, the great stages of the divine creation, are concentrated.
Florens Christian Rang, La via dell’interpretazione messianica - Marina Montanelli, Florens der Christ. Un commento a La via dell’interpretazione messianica di Florens Christian Rang / Marina Montanelli. - In: AISTHESIS. - ISSN 2035-8466. - ELETTRONICO. - 12:(2019), pp. 101-115. [10.13128/Aisthesis-10721]
Florens Christian Rang, La via dell’interpretazione messianica - Marina Montanelli, Florens der Christ. Un commento a La via dell’interpretazione messianica di Florens Christian Rang
Marina Montanelli
2019
Abstract
L'articolo accompagna e commenta la prima traduzione italiana di Vom Weg messianischer Deutung di Florens Christian Rang: il saggio introduttivo al lavoro sui sonetti di Shakespeare. Quest'opera rimase incompiuta e fu pubblicata parzialmente solo postuma dal figlio di Rang, Bernhard, nel 1954, con il titolo Shakespeare der Christ. Eine Deutung der Sonette. L'articolo intende innanzitutto contestualizzare sia l'opera su Shakespeare sia la figura molto complessa e ancora poco studiata di Florens Christian Rang; in secondo luogo, affronta le questioni concettuali più importanti che il saggio presenta. Con una natura fortemente programmatica e, allo stesso tempo, con uno stile espressionistico, tanto oscuro quanto visionario, Vom Weg messianischer Deutung presenta il metodo dell'interpretazione messianica in contrasto con quello classico-romantico dell'interpretazione pneumatica. È in gioco una prospettiva che sfida l'autonomia dell'arte per collocare il Kunstwerk nella serie di tutte le opere della creazione divina, per trasformarlo in opera di fede (Glaubenswerk). È il punto di vista del Giudizio Universale a fare da guida. La critica messianica dell'arte si rivela solo un caso particolare di critica messianica del mondo (messianische Weltkritik), letteralmente una critica del mondo (Welt-Kritik), che si rivolge al mondo. È il movimento di conversione (Umkehr) che rompe con il falso dualismo del Romanticismo, secondo il quale lo spirito (pneuma) è diviso in due: da una parte ci sono l'esperienza, il mondo, la scienza, dall'altra l'arte come puro rispecchiamento delle forme. Attraverso l'interpretazione messianica, lo spirito torna a essere corpo, carne. Segue il movimento permanente della creazione, cioè la continua conversione da Dio al mondo e dal mondo a Dio. In questo senso, secondo Rang, i sonetti di Shakespeare esemplificano l'opera di fede: la loro parola poetica nomina l'unità messianica di corpo e spirito. Sono cristalli in cui si concentra tutta la vita creaturale, le grandi tappe della creazione divina. The article accompanies and comments the italian translation of Florens Christian Rang’s Vom Weg messianischer Deutung: the introductory essay on the work on Shakespeare’s sonnets. This work remained unfinished and was only partially published posthumously by Rang’s son, Bernhard, in 1954, with the title Shakespeare der Christ. Eine Deutung der Sonette. This article firstly aims to contextualize both the work on Shakespeare and the very complex and still little researched figure of Florens Christian Rang; secondly, it addresses the most important conceptual issues that the essay presents. With a strongly programmatic nature and, at the same time, with an expressionistic style, which is as obscure as it is visionary, Vom Weg messianischer Deutung presents the method of messianic interpretation in contrast with the classical-romantic one of the pneumatic interpretation. What is at stake is a perspective that challenges the autonomy of art in order to place the Kunstwerk in the series of all the works of divine creation to transform it in faith work (Glaubenswerk). It is the point of view of the Last Judgment that leads the way. The messianic critique of art reveals to be only a particular case of messianic world critique (messianische Weltkritik), literally a critique of the world (Welt-Kritik), which redirects itself to the world. It is the movement of conversion (Umkehr) which breaks with the false dualism of Romanticism, according to which the spirit (pneuma) is divided in two: on the one hand, there are the experience, the world, the science, on the other hand, there is the art as pure mirroring of forms. Through the messianic interpretation, the spirit returns to be body, flesh. It follows the permanent movement of creation, namely the continuous conversion from God to the world and from the world to God. In this sense, according to Rang, Shakespeare’s sonnets exemplify the faith work: their poetic word names the messianic unity of body and spirit. They are crystals within which all creatural life, the great stages of the divine creation, are concentrated.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.