Il saggio ricostruisce nei dettagli la regia di Orazio Costa per Il quinto evangelista di Mario Pomilio, dramma inserito dall’autore nel capitolo conclusivo del pluripremiato romanzo Il quinto evangelio, messo in scena durante la XXIX Festa del Dramma Popolare di San Miniato (settembre 1975) a pochi mesi dalla pubblicazione, ma dopo un breve giro bloccato per sempre. La sorte dello spettacolo anticipa la sparizione del formidabile romanzo, che ebbe diciotto edizioni e traduzioni in molte lingue è riapparso solo nel 2015. Attraverso inedite pagine autobiografiche di Costa e attraverso l’eco sulla stampa, si esaminano le ragioni ideologiche che cancellarono lo spettacolo, scritto dal «nuovo Manzoni» e diretto dal regista che in direzione ostinata e contraria rispetto alla galassia artistica del Nuovo Teatro ricomponeva la ‘parola’ nella sua interezza fonetica e semantica. Costa immaginò un impianto teatrale simile a quello di sceneggiato televisivo e trasformò il dramma sacro pomiliano in dramma sulla Resistenza: per il regista, come per Pomilio, fu fondamentale la riflessione sul persistente ‘silenzio di Dio’ di fronte ai traumi storici del Novecento. A ribadire la distanza incolmabile fra chi scrive a tavolino e chi scrive in scena, l’autore ripubblicò il testo originario, non il copione approntato per gli attori. The essay reconstructs Orazio Costa’s direction of Mario Pomilio’s Il quinto evangelista. The drama is included by the author in the final chapter of the award-winning novel Il quinto evangelio and staged during San Miniato’s 29th Festa del Dramma Popolare (in September 1975), a few months after the publication but, after a short tour, never represented. The novel had the same lot: after eighteen editions and translations in many languages it was re-published only in 2015. Through unpublished Costa’s autobiographical pages and press, it will be examined the ideological reasons why the show was cancelled. The play was written by the «new Manzoni» and directed by Costa in contrast to the New Theatre, restoring the phonetic and semantic meaning of the “word”. The director imagined the theatrical structure similar to a television series and transformed Pomilio’s sacred drama in a theatrical play about the Resistance: Orazio Costa, as with the author, made a fundamental thinking about the persistent ‘silence of God’ in front of 20th century historical traumas. The author republished the original text but not the script for the actors, to declare the distance between the novel writer and the playwriter.
'Il quinto evangelista' di Mario Pomilio-Orazio Costa. Apocrifo del dissenso / Teresa Megale. - In: DRAMMATURGIA. - ISSN 2283-5644. - STAMPA. - (2020), pp. 83-102. [10.13128/dramma-12687]
'Il quinto evangelista' di Mario Pomilio-Orazio Costa. Apocrifo del dissenso
Teresa Megale
2020
Abstract
Il saggio ricostruisce nei dettagli la regia di Orazio Costa per Il quinto evangelista di Mario Pomilio, dramma inserito dall’autore nel capitolo conclusivo del pluripremiato romanzo Il quinto evangelio, messo in scena durante la XXIX Festa del Dramma Popolare di San Miniato (settembre 1975) a pochi mesi dalla pubblicazione, ma dopo un breve giro bloccato per sempre. La sorte dello spettacolo anticipa la sparizione del formidabile romanzo, che ebbe diciotto edizioni e traduzioni in molte lingue è riapparso solo nel 2015. Attraverso inedite pagine autobiografiche di Costa e attraverso l’eco sulla stampa, si esaminano le ragioni ideologiche che cancellarono lo spettacolo, scritto dal «nuovo Manzoni» e diretto dal regista che in direzione ostinata e contraria rispetto alla galassia artistica del Nuovo Teatro ricomponeva la ‘parola’ nella sua interezza fonetica e semantica. Costa immaginò un impianto teatrale simile a quello di sceneggiato televisivo e trasformò il dramma sacro pomiliano in dramma sulla Resistenza: per il regista, come per Pomilio, fu fondamentale la riflessione sul persistente ‘silenzio di Dio’ di fronte ai traumi storici del Novecento. A ribadire la distanza incolmabile fra chi scrive a tavolino e chi scrive in scena, l’autore ripubblicò il testo originario, non il copione approntato per gli attori. The essay reconstructs Orazio Costa’s direction of Mario Pomilio’s Il quinto evangelista. The drama is included by the author in the final chapter of the award-winning novel Il quinto evangelio and staged during San Miniato’s 29th Festa del Dramma Popolare (in September 1975), a few months after the publication but, after a short tour, never represented. The novel had the same lot: after eighteen editions and translations in many languages it was re-published only in 2015. Through unpublished Costa’s autobiographical pages and press, it will be examined the ideological reasons why the show was cancelled. The play was written by the «new Manzoni» and directed by Costa in contrast to the New Theatre, restoring the phonetic and semantic meaning of the “word”. The director imagined the theatrical structure similar to a television series and transformed Pomilio’s sacred drama in a theatrical play about the Resistance: Orazio Costa, as with the author, made a fundamental thinking about the persistent ‘silence of God’ in front of 20th century historical traumas. The author republished the original text but not the script for the actors, to declare the distance between the novel writer and the playwriter.File | Dimensione | Formato | |
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