Dante ipermoderno. Illustrazioni dantesche nel mondo 1983-2021, propone un percorso efficace e rappresentativo delle fasi più recenti nell’ambito della lunga storia delle illustrazioni di opere dantesche. Dopo la fortunatissima serie di Gustave Doré, infatti, molti grandi artisti si sono impegnati nella ricerca di nuovi modi di rappresentare la Divina commedia, e almeno alcuni, come Dalì, Guttuso o Rauschenberg, hanno ottenuto importanti riscontri. In particolare, il catalogo mette in dialogo esperienze, tecniche e metolodogie differenti, passando da artisti che lavorano in modo tradizionale (Mimmo Paladino, Monika Beisner, ma anche Tom Phillips) ad altri che invece impiegano il digitale, da solo (Emiliano Ponzi), o in combinazione con la matita (Paolo Barbieri). Un vero e proprio viaggio nella cultura visiva contemporanea, molteplice e sfaccettata, ricca di suggestioni formali, in grado di suggerire nuovi sentieri interpretativi. Le nove serigrafie di Tom Phillips (1983), tratte dalle 139 illustrazioni dell’edizione dantesca, evidenziano un linguaggio originale, che unisce l’immediatezza pop a una raffinata e potente ricerca sui mezzi espressivi. Di segno diverso sono invece i lavori realizzati con la tempera all’uovo da Monika Beisner (2001), prima artista donna a illustrare la Divina commedia nella sua interezza: le opere evidenziano un’attenzione lenticolare al dettaglio in grado di rielaborare attivamente una tradizione figurativa che arriva a comprendere Giovanni di Paolo. Mimmo Paladino (2021) impiega invece il disegno, rimeditato in senso sperimentale, per sondare le radici arcaiche del poema dantesco, assecondando un approccio ‘sciamanico’ e rileggendo i versi danteschi attraverso il filtro della propria poetica artistica. Se gli artisti nominati fino ad ora impiegano tecniche tradizionali, il discorso cambia completamente avvicinandosi alle composizioni di Paolo Barbieri ed Emiliano Ponzi (entrambi del 2012). Il primo concilia la tradizione con l’innovazione: il lettore può così osservare le ‘matite’, gli schizzi originali in nero, tramutarsi nelle coloratissime stampe finali, in cui le atmosfere fantasy tratteggiano uno scenario interpretativo inedito. Ponzi invece si affida completamente al digitale, definendo ambientazioni dal tono surreale, con venature inquietanti, che riattualizzano Dante in una straniante contemporaneità.

Hyper-Modern Dante. Illustrations of Dante throughout the world 1983-2021 / Giorgio Bacci. - STAMPA. - (2021).

Hyper-Modern Dante. Illustrations of Dante throughout the world 1983-2021

Giorgio Bacci
2021

Abstract

Dante ipermoderno. Illustrazioni dantesche nel mondo 1983-2021, propone un percorso efficace e rappresentativo delle fasi più recenti nell’ambito della lunga storia delle illustrazioni di opere dantesche. Dopo la fortunatissima serie di Gustave Doré, infatti, molti grandi artisti si sono impegnati nella ricerca di nuovi modi di rappresentare la Divina commedia, e almeno alcuni, come Dalì, Guttuso o Rauschenberg, hanno ottenuto importanti riscontri. In particolare, il catalogo mette in dialogo esperienze, tecniche e metolodogie differenti, passando da artisti che lavorano in modo tradizionale (Mimmo Paladino, Monika Beisner, ma anche Tom Phillips) ad altri che invece impiegano il digitale, da solo (Emiliano Ponzi), o in combinazione con la matita (Paolo Barbieri). Un vero e proprio viaggio nella cultura visiva contemporanea, molteplice e sfaccettata, ricca di suggestioni formali, in grado di suggerire nuovi sentieri interpretativi. Le nove serigrafie di Tom Phillips (1983), tratte dalle 139 illustrazioni dell’edizione dantesca, evidenziano un linguaggio originale, che unisce l’immediatezza pop a una raffinata e potente ricerca sui mezzi espressivi. Di segno diverso sono invece i lavori realizzati con la tempera all’uovo da Monika Beisner (2001), prima artista donna a illustrare la Divina commedia nella sua interezza: le opere evidenziano un’attenzione lenticolare al dettaglio in grado di rielaborare attivamente una tradizione figurativa che arriva a comprendere Giovanni di Paolo. Mimmo Paladino (2021) impiega invece il disegno, rimeditato in senso sperimentale, per sondare le radici arcaiche del poema dantesco, assecondando un approccio ‘sciamanico’ e rileggendo i versi danteschi attraverso il filtro della propria poetica artistica. Se gli artisti nominati fino ad ora impiegano tecniche tradizionali, il discorso cambia completamente avvicinandosi alle composizioni di Paolo Barbieri ed Emiliano Ponzi (entrambi del 2012). Il primo concilia la tradizione con l’innovazione: il lettore può così osservare le ‘matite’, gli schizzi originali in nero, tramutarsi nelle coloratissime stampe finali, in cui le atmosfere fantasy tratteggiano uno scenario interpretativo inedito. Ponzi invece si affida completamente al digitale, definendo ambientazioni dal tono surreale, con venature inquietanti, che riattualizzano Dante in una straniante contemporaneità.
2021
Giorgio Bacci
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