Una consolidata tradizione storiografica ha presentato le grandi abbazie e i monasteri benedettini come istituzioni coordinatrici del dissodamento dei suoli e quali protagoniste del popolamento rurale. In virtù della loro stessa formazione religiosa e in rapporto a una condivisa impostazione disciplinare, i monaci d’Occidente, portatori di civiltà cristiana nel seno di territori a lungo improntati dal paganesimo, sono stati considerati pionieri della colonizzazione, nonché architetti del paesaggio altomedievale. Il saggio, prendendo le mosse da alcuni passi della Vita e della Regula Benedicti, prende in esame alcuni aspetti del rapporto originario stabilito dal monachesimo con gli spazi della campagna, partendo dall’area italiana durante il periodo della guerra gotica per giungere all’Europa dell’età carolingia. A well-established historiographical tradition has presented the great Benedictine abbeys and monasteries as institutions that coordinated the clearing of land and as protagonists of rural settlement. By virtue of their own religious formation and in relation to a shared disciplinary approach, the monks of the West, bearers of Christian civilisation in the bosom of territories long marked by paganism, have been considered pioneers of colonisation, as well as architects of the early medieval landscape. The essay, starting from some passages of the Vita and Regula Benedicti, examines some aspects of the original relationship established by monasticism with the spaces of the countryside, starting from the Italian area during the Gothic War and arriving in Carolingian Europe
Aqua, molendinum, hortum (RB, 66,6). La campagna e la vita rurale nella tradizione monastica occidentale (VI - IX secolo) / Francesco Salvestrini. - In: RIVISTA DI STORIA DELLA CHIESA IN ITALIA. - ISSN 0035-6557. - STAMPA. - 77:(2023), pp. 13-41. [10.26350/001783_000136]
Aqua, molendinum, hortum (RB, 66,6). La campagna e la vita rurale nella tradizione monastica occidentale (VI - IX secolo)
Francesco Salvestrini
2023
Abstract
Una consolidata tradizione storiografica ha presentato le grandi abbazie e i monasteri benedettini come istituzioni coordinatrici del dissodamento dei suoli e quali protagoniste del popolamento rurale. In virtù della loro stessa formazione religiosa e in rapporto a una condivisa impostazione disciplinare, i monaci d’Occidente, portatori di civiltà cristiana nel seno di territori a lungo improntati dal paganesimo, sono stati considerati pionieri della colonizzazione, nonché architetti del paesaggio altomedievale. Il saggio, prendendo le mosse da alcuni passi della Vita e della Regula Benedicti, prende in esame alcuni aspetti del rapporto originario stabilito dal monachesimo con gli spazi della campagna, partendo dall’area italiana durante il periodo della guerra gotica per giungere all’Europa dell’età carolingia. A well-established historiographical tradition has presented the great Benedictine abbeys and monasteries as institutions that coordinated the clearing of land and as protagonists of rural settlement. By virtue of their own religious formation and in relation to a shared disciplinary approach, the monks of the West, bearers of Christian civilisation in the bosom of territories long marked by paganism, have been considered pioneers of colonisation, as well as architects of the early medieval landscape. The essay, starting from some passages of the Vita and Regula Benedicti, examines some aspects of the original relationship established by monasticism with the spaces of the countryside, starting from the Italian area during the Gothic War and arriving in Carolingian EuropeFile | Dimensione | Formato | |
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