Incentrato su Maus. A Survivor's Tale di Art Spiegelman, il saggio si propone di illustrare le motivazioni che hanno condotto l’autore ad avvalersi di strumenti narrativi di matrice postmoderna per la rappresentazione dell’odissea sofferta dai propri genitori nell’Europa di Hitler. Egli aveva inizialmente escluso tale eventualità, in virtù di un pregiudizio diffuso che ha a lungo concepito il postmoderno come “antitetico alla Storia”, promotore di forme di revisionismo e, dunque, sostanzialmente inadatto ad affrontare un tema di inaudita complessità quale gli eventi della Shoah. In realtà, Maus si è rivelato uno dei più efficaci esempi di rivisitazione storiografica in chiave postmoderna. La tesi sostenuta nell’articolo è, infatti, quella dell’”inevitabilità” dell’utilizzo di una struttura postmoderna. Tale caratteristica si deve a due principali fattori: la distanza dell’autore – nato nel 1948 – dagli accadimenti, e la conformazione orale – e dunque soggettiva, fallibile, irta di incongruenze e interrogativi irrisolti – della narrazione paterna, fonte principale ai fini della composizione dell’opera

Postmodern, or else?: the Case of Maus by Art Spiegelman / Simona Porro. - In: COSMO. - ISSN 2281-6658. - ELETTRONICO. - 1:(2012), pp. 103-111.

Postmodern, or else?: the Case of Maus by Art Spiegelman

Simona Porro
2012

Abstract

Incentrato su Maus. A Survivor's Tale di Art Spiegelman, il saggio si propone di illustrare le motivazioni che hanno condotto l’autore ad avvalersi di strumenti narrativi di matrice postmoderna per la rappresentazione dell’odissea sofferta dai propri genitori nell’Europa di Hitler. Egli aveva inizialmente escluso tale eventualità, in virtù di un pregiudizio diffuso che ha a lungo concepito il postmoderno come “antitetico alla Storia”, promotore di forme di revisionismo e, dunque, sostanzialmente inadatto ad affrontare un tema di inaudita complessità quale gli eventi della Shoah. In realtà, Maus si è rivelato uno dei più efficaci esempi di rivisitazione storiografica in chiave postmoderna. La tesi sostenuta nell’articolo è, infatti, quella dell’”inevitabilità” dell’utilizzo di una struttura postmoderna. Tale caratteristica si deve a due principali fattori: la distanza dell’autore – nato nel 1948 – dagli accadimenti, e la conformazione orale – e dunque soggettiva, fallibile, irta di incongruenze e interrogativi irrisolti – della narrazione paterna, fonte principale ai fini della composizione dell’opera
2012
1
103
111
Simona Porro
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