‘My One Story is Hunger’: il languore metafisico delle protagoniste di Anzia Yezierska

Leitmotiv della produzione letteraria di Anzia Yezierska è il concetto di hunger: il suo universo artistico – d’ispirazione autobiografica e dunque popolato in primo luogo da sue omologhe, migranti ebree dell’est europeo approdate sul suolo statunitense sull’onda della Great Migration di fine Ottocento – è infatti contrassegnato da un intenso, onnipresente languore, articolato in primo luogo sul piano metafisico. Per quanto attiene alla sfera spirituale ed estetica, il concetto è declinato in termini linguisticamente semplificati ma di grande efficacia comunicativa come “The hunger to be a person”: una brama di libertà – portato del passato di persecuzioni zariste – un languore di assoluto, di elevazione spirituale – retaggio della comune tradizione del Libro – e una volontà di emancipazione e autodeterminazione, un’indubbia reazione alla condizione di subordinazione servile tipica della struttura sociale ebraica. Agli occhi innocenti e speranzosi delle protagoniste, il locus privilegiato di realizzazione di questa miscela esplosiva di sogni e sentimenti è l’America, la loro Promised Land.