Il convegno, organizzato in occasione del 150° anniversario della morte di Amedeo Avogadro, messa da parte ogni velleità celebrativa, ha avuto lo specifico obiettivo di mettere in luce ed analizzare aspetti inediti o poco conosciuti dell’opera di Avogadro, in modo da ampliarne la conoscenza sotto il profilo strettamente storico e scientifico. L’apporto di un numero sempre maggiore di ricerche provenienti da esperienze disciplinari diverse è infatti l’unica strada per sviscerare e comprendere in tutti i suoi dettagli l’opera del fisico torinese. Avogadro, al pari di altri grandi della scienza ottocentesca, come Alexander von Humboldt o Hermann von Helmholtz, tanto per fare qualche esempio, svolse ricerca in numerosissimi campi del sapere scientifico, e la sua attività, lungi dall’essere concentrata esclusivamente su questioni di natura teorica (come invece si è spesso pensato e scritto), spaziò in maniera del tutto coerente fra proposte teoriche, pratiche sperimentali e possibilità di trasferimenti tecnologici, cercando anche di stabilire quale potesse essere il corretto atteggiamento che la politica e l’economia avrebbero dovuto tenere nei confronti della ricerca scientifica. Estremamente importante (e scarsamente conosciuto) fu il suo incarico di consulente scientifico in materia di brevetti per l’Accademia delle Scienze di Torino. Avogadro seguì da vicino gli sviluppi della rivoluzione industriale che aveva preso l’avvio in Inghilterra negli ultimi decenni del Settecento. Analizzò oltre cento richieste di privilegio (così veniva definita la concessione del brevetto) sulle questioni più disparate, dalle macchine per migliorare la filatura della seta ai primi torchi meccanici per la stampa, dagli apparecchi aerostatici ai battelli a vapore, invenzione quest’ultima che gli stava molto a cuore e la cui introduzione nel Regno di Sardegna caldeggiò a più riprese.

Coordinamento scientifico del Convegno “Amedeo Avogadro e la cultura scientifica del primo Ottocento”, Torino-Vercelli, 20-21 giugno 2006, Accademia delle Scienze di Torino; Università del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro' / CIARDI M.. - (2006).

Coordinamento scientifico del Convegno “Amedeo Avogadro e la cultura scientifica del primo Ottocento”, Torino-Vercelli, 20-21 giugno 2006, Accademia delle Scienze di Torino; Università del Piemonte Orientale 'Amedeo Avogadro'

CIARDI M.
2006

Abstract

Il convegno, organizzato in occasione del 150° anniversario della morte di Amedeo Avogadro, messa da parte ogni velleità celebrativa, ha avuto lo specifico obiettivo di mettere in luce ed analizzare aspetti inediti o poco conosciuti dell’opera di Avogadro, in modo da ampliarne la conoscenza sotto il profilo strettamente storico e scientifico. L’apporto di un numero sempre maggiore di ricerche provenienti da esperienze disciplinari diverse è infatti l’unica strada per sviscerare e comprendere in tutti i suoi dettagli l’opera del fisico torinese. Avogadro, al pari di altri grandi della scienza ottocentesca, come Alexander von Humboldt o Hermann von Helmholtz, tanto per fare qualche esempio, svolse ricerca in numerosissimi campi del sapere scientifico, e la sua attività, lungi dall’essere concentrata esclusivamente su questioni di natura teorica (come invece si è spesso pensato e scritto), spaziò in maniera del tutto coerente fra proposte teoriche, pratiche sperimentali e possibilità di trasferimenti tecnologici, cercando anche di stabilire quale potesse essere il corretto atteggiamento che la politica e l’economia avrebbero dovuto tenere nei confronti della ricerca scientifica. Estremamente importante (e scarsamente conosciuto) fu il suo incarico di consulente scientifico in materia di brevetti per l’Accademia delle Scienze di Torino. Avogadro seguì da vicino gli sviluppi della rivoluzione industriale che aveva preso l’avvio in Inghilterra negli ultimi decenni del Settecento. Analizzò oltre cento richieste di privilegio (così veniva definita la concessione del brevetto) sulle questioni più disparate, dalle macchine per migliorare la filatura della seta ai primi torchi meccanici per la stampa, dagli apparecchi aerostatici ai battelli a vapore, invenzione quest’ultima che gli stava molto a cuore e la cui introduzione nel Regno di Sardegna caldeggiò a più riprese.
CIARDI M.
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