Nel contesto della Grande Recessione la letteratura ha identificato la nascita di nuovi attori politici la cui piattaforma echeggiava un’opposizione all’austerità economica e, più in generale, una critica vocale delle défaillance dei meccanismi di gestione della politica tradizionale. Davanti alla novità della struttura e, almeno in parte, dei temi promossi nel dibattito politico, gli studiosi delle scienze sociali si sono ingegnati a produrre concetti adatti a cogliere le specificità di questi attori. Col passar del tempo, riteniamo tuttavia necessario ridimensionare l’aspetto innovativo e privilegiare l’analisi della normalizzazione progressiva dei discorsi, delle strutture, dei repertori di azione. Attraverso la letteratura classica sui partiti politici, l’analisi si propone di ripercorrere sinteticamente le tappe dello sviluppo del Movimento Cinque Stelle dalla nascita del suo progetto politico alle più recenti evoluzioni. Le soglie di Pedersen abbinate alla letteratura sull’organizzazione dei partiti ci permettono di tracciare un percorso svelto verso la strutturazione organizzativa, le cui prime manifestazioni emergono già nella fase della prima rappresentanza parlamentare. La nostra analisi mette, così, in evidenza la trasformazione del Movimento cinque stelle da outsider a insider della politica, in parallelo con la stabilizzazione della sua struttura organizzativa, sempre più somigliante alla forma di un partito tradizionale. Oltre la dimensione empirica, la nostra analisi conferma la necessità - documentata dalla letteratura dagli studi di Duverger e Panebianco fino alle più recenti analisi di Bolleyer – per i partiti nuovi di dotarsi di una struttura organizzativa con contorni stabili e con regole prevedibili. Pragmaticamente, in questo modo, le formazioni politiche aumentano la loro possibilità di sopravvive politicamente e di competere alla pari su ciò che Panebianco chiama la “quota di mercato”. Non si tratta, tuttavia, di un’evoluzione deterministica, ma di un adattamento progressivo alla competizione politica strutturata e regolamentata in base a cambiamenti nella base motivazionale della formazione, inclusi interessi divergenti nella coalizione dirigenziale.

Fra vecchio e nuovo: lo sviluppo organizzativo del M5s. Dalla Carta di Firenze allo Statuto del 2021 / Giancarlo Minaldi; Sorina Soare. - In: INTRASFORMAZIONE. - ISSN 2281-1532. - STAMPA. - 10:(2021), pp. 69-82. [10.4474/DPS/10/02/DSC519/14]

Fra vecchio e nuovo: lo sviluppo organizzativo del M5s. Dalla Carta di Firenze allo Statuto del 2021

Sorina Soare
2021

Abstract

Nel contesto della Grande Recessione la letteratura ha identificato la nascita di nuovi attori politici la cui piattaforma echeggiava un’opposizione all’austerità economica e, più in generale, una critica vocale delle défaillance dei meccanismi di gestione della politica tradizionale. Davanti alla novità della struttura e, almeno in parte, dei temi promossi nel dibattito politico, gli studiosi delle scienze sociali si sono ingegnati a produrre concetti adatti a cogliere le specificità di questi attori. Col passar del tempo, riteniamo tuttavia necessario ridimensionare l’aspetto innovativo e privilegiare l’analisi della normalizzazione progressiva dei discorsi, delle strutture, dei repertori di azione. Attraverso la letteratura classica sui partiti politici, l’analisi si propone di ripercorrere sinteticamente le tappe dello sviluppo del Movimento Cinque Stelle dalla nascita del suo progetto politico alle più recenti evoluzioni. Le soglie di Pedersen abbinate alla letteratura sull’organizzazione dei partiti ci permettono di tracciare un percorso svelto verso la strutturazione organizzativa, le cui prime manifestazioni emergono già nella fase della prima rappresentanza parlamentare. La nostra analisi mette, così, in evidenza la trasformazione del Movimento cinque stelle da outsider a insider della politica, in parallelo con la stabilizzazione della sua struttura organizzativa, sempre più somigliante alla forma di un partito tradizionale. Oltre la dimensione empirica, la nostra analisi conferma la necessità - documentata dalla letteratura dagli studi di Duverger e Panebianco fino alle più recenti analisi di Bolleyer – per i partiti nuovi di dotarsi di una struttura organizzativa con contorni stabili e con regole prevedibili. Pragmaticamente, in questo modo, le formazioni politiche aumentano la loro possibilità di sopravvive politicamente e di competere alla pari su ciò che Panebianco chiama la “quota di mercato”. Non si tratta, tuttavia, di un’evoluzione deterministica, ma di un adattamento progressivo alla competizione politica strutturata e regolamentata in base a cambiamenti nella base motivazionale della formazione, inclusi interessi divergenti nella coalizione dirigenziale.
2021
10
69
82
Giancarlo Minaldi; Sorina Soare
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