La fama del critico Enrico Falqui si è consolidata sulle principali riviste letterarie del secolo scorso, dove si è imposto come grande lettore di testi contemporanei e paladino della prosa d’arte. Nonostante abbia rivolto la sua attenzione anche ad altri secoli (soprattutto Seicento e Settecento), il suo giudizio sulla produzione letteraria passata era fuorviato dalla predilezione per l’eleganza formale. Ciò vale pure per l’Antologia della prosa scientifica italiana del Seicento (1a ed. Milano 1930, 2a ed. ampliata Firenze 1943), con cui Falqui contribuisce al revival del Barocco in Italia e in cui raccoglie passi di ben 60 autori scelti accuratamente, atti a dimostrare l’influsso di quel tipo di scrittura sulla «precisione di linguaggio ed eleganza di stile contemperate in taluni “scrittori nuovi”». Oltre a Galilei, «incorruttibile pietra di paragone della nostra lingua e della nostra prosa scientifica in volgare», Falqui dedica importanti riflessioni a Sarpi, Bartoli, Redi, Magalotti. Senza tralasciare la prosa dei viaggiatori e le descrizioni di nature morte, che «non potevano rimanere senza attrattiva sugli scrittori del Novecento», i quali hanno fatto della loro produzione «natura morta, l’espressione di un potenziamento nell’affermazione e nello svolgimento dell’intera prosa d’arte contemporanea». Inoltre, il costante ricorso ai giudizi del Leopardi, supremo modello dei rondisti, forniva a Falqui una base “scientificamente” valida per giustificare le proprie posizioni.
La «sorgente della nuova prosa d’arte italiana». Enrico Falqui e la prosa scientifica del Seicento / Antonio D'Ambrosio. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 1-10. (Intervento presentato al convegno Letteratura e scienze tenutosi a Pisa nel 12-14 settembre 2019).
La «sorgente della nuova prosa d’arte italiana». Enrico Falqui e la prosa scientifica del Seicento
Antonio D'Ambrosio
2021
Abstract
La fama del critico Enrico Falqui si è consolidata sulle principali riviste letterarie del secolo scorso, dove si è imposto come grande lettore di testi contemporanei e paladino della prosa d’arte. Nonostante abbia rivolto la sua attenzione anche ad altri secoli (soprattutto Seicento e Settecento), il suo giudizio sulla produzione letteraria passata era fuorviato dalla predilezione per l’eleganza formale. Ciò vale pure per l’Antologia della prosa scientifica italiana del Seicento (1a ed. Milano 1930, 2a ed. ampliata Firenze 1943), con cui Falqui contribuisce al revival del Barocco in Italia e in cui raccoglie passi di ben 60 autori scelti accuratamente, atti a dimostrare l’influsso di quel tipo di scrittura sulla «precisione di linguaggio ed eleganza di stile contemperate in taluni “scrittori nuovi”». Oltre a Galilei, «incorruttibile pietra di paragone della nostra lingua e della nostra prosa scientifica in volgare», Falqui dedica importanti riflessioni a Sarpi, Bartoli, Redi, Magalotti. Senza tralasciare la prosa dei viaggiatori e le descrizioni di nature morte, che «non potevano rimanere senza attrattiva sugli scrittori del Novecento», i quali hanno fatto della loro produzione «natura morta, l’espressione di un potenziamento nell’affermazione e nello svolgimento dell’intera prosa d’arte contemporanea». Inoltre, il costante ricorso ai giudizi del Leopardi, supremo modello dei rondisti, forniva a Falqui una base “scientificamente” valida per giustificare le proprie posizioni.File | Dimensione | Formato | |
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