Unanime ormai il riconoscimento del ruolo svolto - nell'àmbito non solo della Lingua in generale, ma anche del Lessico specialistico dell'Architettura e dell'Ordine architettonico in particolare - da «una selezione lessicale di base fiorentino-toscana, ormai largamente condivisa, sia per il prestigio degli artisti e dei trattatisti, sia per il ruolo guida esercitato dalla lingua ... nei testi di Architettura per tutto il XVI secolo». Un riconoscimento che, trovando un proprio cardine nei termini impiegati da Giorgio Vasari nelle sue "Vite" (del 1550 e poi soprattutto nell'edizione del 1568), aveva già visto l'ulteriore contributo di Cosimo Bartoli, con la sua traduzione «in lingua fiorentina» del "De Re Aedificatoria" di Leon Battista Alberti (1550) e, quindi, del senese Pietro Cataneo (1567). I "Quattro Libri" di Andrea Palladio (del 1570), e soprattutto al loro interno il "Primo Libro" per le questioni dell'Ordine insieme a qualche passaggio del "Quarto", hanno rappresentato non solo per l'ambiente veneto dove sono stati redatti dal Trattatista e dove le questioni della Lingua erano particolarmente sentite dopo Pietro Bembo, ma per tutto l'ambiente italiano e internazionale, uno spartiacque imprescindibile. Palladio ha avuto infatti - per sintesi e per puntualità, oltre che per fama professionale - ha avuto la capacità di realizzare costituire un filtro nel rapporto anche linguistico, sui con il “De Architectura" di Vitruvio sia con il "De Re Aedificatoria" di Alberti, sia tra l’Antico e il Moderno, sia «tra il linguaggio colto e ricercato di un’epoca nascente e quello “sistematizzato” per una sua diffusione giunta poi fino all’epoca moderna» in una sintesi facilmente applicabile e comprensibile tra Discipline diverse (Filosofia, Geometria, Matematica, Fisica ...), "Humanae Litterae" (Retorica, Storia ...) e alto Professionismo architettonico connesso alle questioni della "Venustas". L'Architetto veneto attraverso Daniele Barbaro, traduttore di Vitruvio fin dal 1556 e assai legato ai circoli fiorentini anche trasferiti a Venezia (Cosimo Bartoli in particolare), intratteneva rapporti di amicizia diretti sia con Vasari che con Pietro Cataneo e, dunque, quella sua marcatura lessicale su base fiorentino-toscana trovava non solo in rapporti 'a distanza', ma anche nella frequentazione e nella relazione professionale un proprio fulcro di attuazione, in una singolare commistione tra linguaggio del professionismo locale veneto (dagli Scalpellini agli Edificatori), ricerche auliche e questioni della Lingua. Senza mai perdere d'occhio il fatto che ai quei 'Nomi' - utilizzati nel "Primo Libro" - corrispondevano delle 'Cose', a quei lemmi facevano da riscontro delle realtà costruttive concrete oltre che precisi modelli dell'Antichità (raffigurati nel "Quarto Libro"). E così, specie per le Ville - tipologia che, peraltro, ha reso famoso Palladio nei secoli - l'ordine "Tuscanico" di Vitruvio diventava direttamente "Toscano", per non ingenerare alcuna ambiguità.

"Il Corpus nascosto". I nomi della Venustas. Parte 4: Lemmario dell'Ordine architettonico nel "Primo" dei "Quattro Libri" di Andrea Palladio (1570) / CANALI FERRUCCIO. - In: BOLLETTINO DELLA SOCIETÀ DI STUDI FIORENTINI. - ISSN 2039-8581. - STAMPA. - 28,2019:(2020), pp. 238-279.

"Il Corpus nascosto". I nomi della Venustas. Parte 4: Lemmario dell'Ordine architettonico nel "Primo" dei "Quattro Libri" di Andrea Palladio (1570)

CANALI FERRUCCIO
2020

Abstract

Unanime ormai il riconoscimento del ruolo svolto - nell'àmbito non solo della Lingua in generale, ma anche del Lessico specialistico dell'Architettura e dell'Ordine architettonico in particolare - da «una selezione lessicale di base fiorentino-toscana, ormai largamente condivisa, sia per il prestigio degli artisti e dei trattatisti, sia per il ruolo guida esercitato dalla lingua ... nei testi di Architettura per tutto il XVI secolo». Un riconoscimento che, trovando un proprio cardine nei termini impiegati da Giorgio Vasari nelle sue "Vite" (del 1550 e poi soprattutto nell'edizione del 1568), aveva già visto l'ulteriore contributo di Cosimo Bartoli, con la sua traduzione «in lingua fiorentina» del "De Re Aedificatoria" di Leon Battista Alberti (1550) e, quindi, del senese Pietro Cataneo (1567). I "Quattro Libri" di Andrea Palladio (del 1570), e soprattutto al loro interno il "Primo Libro" per le questioni dell'Ordine insieme a qualche passaggio del "Quarto", hanno rappresentato non solo per l'ambiente veneto dove sono stati redatti dal Trattatista e dove le questioni della Lingua erano particolarmente sentite dopo Pietro Bembo, ma per tutto l'ambiente italiano e internazionale, uno spartiacque imprescindibile. Palladio ha avuto infatti - per sintesi e per puntualità, oltre che per fama professionale - ha avuto la capacità di realizzare costituire un filtro nel rapporto anche linguistico, sui con il “De Architectura" di Vitruvio sia con il "De Re Aedificatoria" di Alberti, sia tra l’Antico e il Moderno, sia «tra il linguaggio colto e ricercato di un’epoca nascente e quello “sistematizzato” per una sua diffusione giunta poi fino all’epoca moderna» in una sintesi facilmente applicabile e comprensibile tra Discipline diverse (Filosofia, Geometria, Matematica, Fisica ...), "Humanae Litterae" (Retorica, Storia ...) e alto Professionismo architettonico connesso alle questioni della "Venustas". L'Architetto veneto attraverso Daniele Barbaro, traduttore di Vitruvio fin dal 1556 e assai legato ai circoli fiorentini anche trasferiti a Venezia (Cosimo Bartoli in particolare), intratteneva rapporti di amicizia diretti sia con Vasari che con Pietro Cataneo e, dunque, quella sua marcatura lessicale su base fiorentino-toscana trovava non solo in rapporti 'a distanza', ma anche nella frequentazione e nella relazione professionale un proprio fulcro di attuazione, in una singolare commistione tra linguaggio del professionismo locale veneto (dagli Scalpellini agli Edificatori), ricerche auliche e questioni della Lingua. Senza mai perdere d'occhio il fatto che ai quei 'Nomi' - utilizzati nel "Primo Libro" - corrispondevano delle 'Cose', a quei lemmi facevano da riscontro delle realtà costruttive concrete oltre che precisi modelli dell'Antichità (raffigurati nel "Quarto Libro"). E così, specie per le Ville - tipologia che, peraltro, ha reso famoso Palladio nei secoli - l'ordine "Tuscanico" di Vitruvio diventava direttamente "Toscano", per non ingenerare alcuna ambiguità.
2020
28,2019
238
279
CANALI FERRUCCIO
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