La famiglia Hippoboscidae appartiene all’ordine dei Ditteri e include 3 sottofamiglie: Ornythomyinae, Hippoboscinae e Lipopteninae, con un totale di 213 specie descritte. Gli individui di entrambi i sessi sono ematofagi, ectoparassiti obbligati che infestano varie specie di uccelli, mammiferi allevati e fauna selvatica. Questi insetti vivono alle spese di poche specie ospiti capaci di soddisfarne le esigenze e di garantirne la sopravvivenza a lungo termine. Ciononostante, possono attaccare altre specie solo per alimentarsi tra cui l’uomo, determinando un rischio rilevante per la salute pubblica, dal momento che possono trasmettere microrganismi responsabili di zoonosi. Alcuni ippoboscidi vivono permanentemente sullo stesso animale, rimanendo all’interno del manto, mentre altri cambiano individuo frequentemente. L’associazione tra vittima e mosca dipende dal tipo di parassitismo e influenza il livello di adattamento morfologico evoluto per coesistere efficacemente con l’ospite. Gli ectoparassiti che vivono su poche specie sono altamente adattati morfologicamente, sebbene anche l’ambiente possa aver influenzato lo sviluppo delle loro caratteristiche. Infatti, questi ditteri hanno evoluto varie strutture corporee in risposta all’estremo stile di vita parassitaria. Gli ippoboscidi sono stati poco indagati, soprattutto circa il processo adattativo che ha permesso loro di vivere strettamente associati con gli ospiti. Per evidenziare i caratteri morfologici che hanno specializzato, sono state condotte osservazioni al microscopio ottico ed elettronico su quattro specie appartenenti alle tre sottofamiglie: Lipoptena cervi (Linnaeus), Lipoptena fortisetosa Maa, Hippobosca equina Linnaeus e Pseudolynchia canariensis (Macquart). Inoltre, per valutare il ruolo svolto dai diversi microhabitat degli ospiti durante il processo adattativo di queste mosche, sono stati studiati il pelo degli ungulati e il piumaggio dei piccioni. L’indagine morfologica comparativa è stata focalizzata soprattutto sull’area sensoriale della superficie esterna dell’antenna, l’apparato boccale, le ali e le zampe, con gli organi di adesione. I risultati hanno evidenziato che alcune strutture costituiscono caratteri divergenti tra le specie, suggerendo che la diversa gamma di ospiti e di ambienti può aver influenzato lo sviluppo morfologico in questi parassiti. Al contrario, l’apparato boccale è fortemente adattato alla suzione del sangue e rappresenta un carattere convergente, tipico di tutta la superfamiglia Hippoboscoidea. Il confronto delle specie ha permesso di fornire ulteriori prove che la morfologia dei parassiti è stata notevolmente influenzata da una pressione di selezione adattativa avvenuta durante il processo evolutivo. Indagare la relazione tra ectoparassiti e ospiti risulta cruciale anche per comprendere la diffusione di specie alloctone. Per ipotizzare la probabile diffusione di L. fortisetosa dall’Asia all’Italia, è stato svolto un ulteriore studio morfo-molecolare per verificare la vicinanza filogenetica di esemplari raccolti in Italia con quelli presenti nelle popolazioni delle aree di origine e dell’Europa. Dalle analisi è emerso che gli individui raccolti in Italia sono geneticamente identici a quelli coreani e vicini a quelli europei. I risultati ottenuti permettono di ipotizzare eventuali strade che L. fortisetosa può aver percorso per raggiungere il nostro paese, probabilmente insieme al suo ospite originario, Cervus nippon Temminck.

Adattamenti morfologici in ditteri ippoboscidi parassiti di ospiti diversi / Andreani Annalisa, Sacchetti Patrizia, Belcari Antonio. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 170-170. (Intervento presentato al convegno XXVI Congresso Nazionale Italiano di Entomologia tenutosi a Torino (virtuale) nel 7-11 giugno 2021).

Adattamenti morfologici in ditteri ippoboscidi parassiti di ospiti diversi

Andreani Annalisa;Sacchetti Patrizia;Belcari Antonio
2021

Abstract

La famiglia Hippoboscidae appartiene all’ordine dei Ditteri e include 3 sottofamiglie: Ornythomyinae, Hippoboscinae e Lipopteninae, con un totale di 213 specie descritte. Gli individui di entrambi i sessi sono ematofagi, ectoparassiti obbligati che infestano varie specie di uccelli, mammiferi allevati e fauna selvatica. Questi insetti vivono alle spese di poche specie ospiti capaci di soddisfarne le esigenze e di garantirne la sopravvivenza a lungo termine. Ciononostante, possono attaccare altre specie solo per alimentarsi tra cui l’uomo, determinando un rischio rilevante per la salute pubblica, dal momento che possono trasmettere microrganismi responsabili di zoonosi. Alcuni ippoboscidi vivono permanentemente sullo stesso animale, rimanendo all’interno del manto, mentre altri cambiano individuo frequentemente. L’associazione tra vittima e mosca dipende dal tipo di parassitismo e influenza il livello di adattamento morfologico evoluto per coesistere efficacemente con l’ospite. Gli ectoparassiti che vivono su poche specie sono altamente adattati morfologicamente, sebbene anche l’ambiente possa aver influenzato lo sviluppo delle loro caratteristiche. Infatti, questi ditteri hanno evoluto varie strutture corporee in risposta all’estremo stile di vita parassitaria. Gli ippoboscidi sono stati poco indagati, soprattutto circa il processo adattativo che ha permesso loro di vivere strettamente associati con gli ospiti. Per evidenziare i caratteri morfologici che hanno specializzato, sono state condotte osservazioni al microscopio ottico ed elettronico su quattro specie appartenenti alle tre sottofamiglie: Lipoptena cervi (Linnaeus), Lipoptena fortisetosa Maa, Hippobosca equina Linnaeus e Pseudolynchia canariensis (Macquart). Inoltre, per valutare il ruolo svolto dai diversi microhabitat degli ospiti durante il processo adattativo di queste mosche, sono stati studiati il pelo degli ungulati e il piumaggio dei piccioni. L’indagine morfologica comparativa è stata focalizzata soprattutto sull’area sensoriale della superficie esterna dell’antenna, l’apparato boccale, le ali e le zampe, con gli organi di adesione. I risultati hanno evidenziato che alcune strutture costituiscono caratteri divergenti tra le specie, suggerendo che la diversa gamma di ospiti e di ambienti può aver influenzato lo sviluppo morfologico in questi parassiti. Al contrario, l’apparato boccale è fortemente adattato alla suzione del sangue e rappresenta un carattere convergente, tipico di tutta la superfamiglia Hippoboscoidea. Il confronto delle specie ha permesso di fornire ulteriori prove che la morfologia dei parassiti è stata notevolmente influenzata da una pressione di selezione adattativa avvenuta durante il processo evolutivo. Indagare la relazione tra ectoparassiti e ospiti risulta cruciale anche per comprendere la diffusione di specie alloctone. Per ipotizzare la probabile diffusione di L. fortisetosa dall’Asia all’Italia, è stato svolto un ulteriore studio morfo-molecolare per verificare la vicinanza filogenetica di esemplari raccolti in Italia con quelli presenti nelle popolazioni delle aree di origine e dell’Europa. Dalle analisi è emerso che gli individui raccolti in Italia sono geneticamente identici a quelli coreani e vicini a quelli europei. I risultati ottenuti permettono di ipotizzare eventuali strade che L. fortisetosa può aver percorso per raggiungere il nostro paese, probabilmente insieme al suo ospite originario, Cervus nippon Temminck.
2021
CNIE 2021 Torino. Libro degli abstract
XXVI Congresso Nazionale Italiano di Entomologia
Torino (virtuale)
Andreani Annalisa, Sacchetti Patrizia, Belcari Antonio
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1250323
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