Bactrocera oleae (Rossi) è da sempre considerato un fitofago chiave per l’agroecosistema olivo in tutto il bacino del Mediterraneo. Le relazioni della mosca con i microrganismi presenti sulle piante e nel canale alimentare sono state studiate a lungo, in modo particolare l’endosimbiosi con Candidatus Erwinia dacicola. Questo batterio è considerato essenziale per la mosca dell'olivo; è trasmesso verticalmente attraverso le generazioni e la sua presenza costituisce un vantaggio sia per le larve che per gli adulti in campo. Tuttavia il simbionte non è coltivabile ed è raramente presente nelle colonie di laboratorio, a causa dell’uso di antimicrobici e/o conservanti nelle diete artificiali. La possibilità di controllare la mosca dell'olivo attraverso la gestione di questa simbiosi ha riguardato, da una parte, aspetti relativi alla sua interruzione mediante l'uso di diverse sostanze naturali e, dall’altra, il tentativo di mantenerla negli allevamenti artificiali, al fine di aprire nuove prospettive per l’applicazione della tecnica dell’insetto sterile (SIT). Per quanto riguarda il primo obiettivo, sono state valutate diverse sostanze in laboratorio, quali prodotti a base di rame, al 5% e al 20%, e propoli. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, è stato ipotizzato il trasferimento orizzontale del simbionte tra adulti selvatici e adulti allevati su un substrato artificiale, esponendo le mosche di laboratorio a diverse fonti contaminate da mosche selvatiche con Ca. E. dacicola. Per il secondo obiettivo, sono stati anche valutati sia gli effetti delle procedure di laboratorio sul mantenimento dell'endosimbiosi, esponendo le uova deposte dalle femmine selvatiche a una soluzione di acido propionico e una miscela di ipoclorito di sodio più Triton X, sia l’effetto di due diverse dosi di irraggiamento su maschi selvatici. I risultati ottenuti dimostrano che tutte le sostanze testate in laboratorio in questa ricerca sono in grado di ridurre la presenza del simbionte, anche se in misura diversa. Pertanto, le stesse sostanze dovrebbero essere ulteriormente testate in campo. Per quanto concerne il mantenimento della simbiosi, oltre ad avere definito una procedura molecolare affidabile per rilevare la presenza di Ca. E. dacicola, possiamo affermare che il trasferimento orizzontale del simbionte è possibile solo nel caso in cui una popolazione selvaggia conviva con una popolazione allevata in laboratorio. Inoltre, gli antimicrobici utilizzati per l’allevamento della mosca in laboratorio riducono significativamente la carica batterica sulle uova, interrompendo il trasferimento verticale. Infine, i risultati ottenuti nella prova di irraggiamento permettono di aprire nuove prospettive per il controllo della mosca delle olive e di considerare nuove opportunità per la creazione di un ceppo simbiotico permanente, condizione di base per ottenere maschi competitivi che possano essere utilizzati in future applicazioni SIT, in favore di un’agricoltura sostenibile attraverso l’impiego di strategie a basso impatto ambientale.

Aspetti applicativi della simbiosi batterica tra la mosca delle olive, Bactrocera oleae e il batterio Candidatus Erwinia dacicola / Bigiotti Gaia, Sacchetti Patrizia, Pastorelli Roberta, Belcari Antonio. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 242-242. (Intervento presentato al convegno XXVI Congresso Nazionale Italiano di Entomologia tenutosi a Torino (virtuale) nel 7-11 giugno 2021).

Aspetti applicativi della simbiosi batterica tra la mosca delle olive, Bactrocera oleae e il batterio Candidatus Erwinia dacicola

Bigiotti Gaia;Sacchetti Patrizia;Belcari Antonio
2021

Abstract

Bactrocera oleae (Rossi) è da sempre considerato un fitofago chiave per l’agroecosistema olivo in tutto il bacino del Mediterraneo. Le relazioni della mosca con i microrganismi presenti sulle piante e nel canale alimentare sono state studiate a lungo, in modo particolare l’endosimbiosi con Candidatus Erwinia dacicola. Questo batterio è considerato essenziale per la mosca dell'olivo; è trasmesso verticalmente attraverso le generazioni e la sua presenza costituisce un vantaggio sia per le larve che per gli adulti in campo. Tuttavia il simbionte non è coltivabile ed è raramente presente nelle colonie di laboratorio, a causa dell’uso di antimicrobici e/o conservanti nelle diete artificiali. La possibilità di controllare la mosca dell'olivo attraverso la gestione di questa simbiosi ha riguardato, da una parte, aspetti relativi alla sua interruzione mediante l'uso di diverse sostanze naturali e, dall’altra, il tentativo di mantenerla negli allevamenti artificiali, al fine di aprire nuove prospettive per l’applicazione della tecnica dell’insetto sterile (SIT). Per quanto riguarda il primo obiettivo, sono state valutate diverse sostanze in laboratorio, quali prodotti a base di rame, al 5% e al 20%, e propoli. Per quanto riguarda il secondo obiettivo, è stato ipotizzato il trasferimento orizzontale del simbionte tra adulti selvatici e adulti allevati su un substrato artificiale, esponendo le mosche di laboratorio a diverse fonti contaminate da mosche selvatiche con Ca. E. dacicola. Per il secondo obiettivo, sono stati anche valutati sia gli effetti delle procedure di laboratorio sul mantenimento dell'endosimbiosi, esponendo le uova deposte dalle femmine selvatiche a una soluzione di acido propionico e una miscela di ipoclorito di sodio più Triton X, sia l’effetto di due diverse dosi di irraggiamento su maschi selvatici. I risultati ottenuti dimostrano che tutte le sostanze testate in laboratorio in questa ricerca sono in grado di ridurre la presenza del simbionte, anche se in misura diversa. Pertanto, le stesse sostanze dovrebbero essere ulteriormente testate in campo. Per quanto concerne il mantenimento della simbiosi, oltre ad avere definito una procedura molecolare affidabile per rilevare la presenza di Ca. E. dacicola, possiamo affermare che il trasferimento orizzontale del simbionte è possibile solo nel caso in cui una popolazione selvaggia conviva con una popolazione allevata in laboratorio. Inoltre, gli antimicrobici utilizzati per l’allevamento della mosca in laboratorio riducono significativamente la carica batterica sulle uova, interrompendo il trasferimento verticale. Infine, i risultati ottenuti nella prova di irraggiamento permettono di aprire nuove prospettive per il controllo della mosca delle olive e di considerare nuove opportunità per la creazione di un ceppo simbiotico permanente, condizione di base per ottenere maschi competitivi che possano essere utilizzati in future applicazioni SIT, in favore di un’agricoltura sostenibile attraverso l’impiego di strategie a basso impatto ambientale.
2021
CNIE 2021 Torino. Libro degli abstract
XXVI Congresso Nazionale Italiano di Entomologia
Torino (virtuale)
Bigiotti Gaia, Sacchetti Patrizia, Pastorelli Roberta, Belcari Antonio
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1250325
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