Questo saggio riesamina i rapporti tra politica e cultura durante la dittatura fascista, la Seconda guerra mondiale e la guerra civile del 1943-’45, attraverso la prospettiva particolare del legame personale ed intellettuale tra Leone Ginzburg e Cesare Pavese. I due amici furono accomunati dalla passione letteraria e dal lavoro editoriale per Einaudi, ma divisi dall’atteggiamento verso la politica. Una visione prevalente tende a fare del primo un campione dell’impegno politico dell’intellettuale, dedito alla lotta contro il fascismo, del secondo un esempio del disinteresse per la politica, nonostante la sua vicinanza agli ambienti antifascisti e il suo approdo post-bellico al comunismo. Un’analisi comparata, che si amplia al confronto con il comune interlocutore Giaime Pintor, consente di riportare alla luce tensioni, contraddizioni e ambivalenze tra politica e cultura finora sfuggite ad un approccio soltanto focalizzato sull’opposizione tra fascismo e antifascismo. Infatti, mentre lo studio della letteratura russa alimentava un atteggiamento moralistico di Ginzburg, circoscrivendo il senso politico del suo antifascismo, l’interesse per la cultura tedesca, insieme alle ricerche antropologiche ed etnologiche, spingeva Pavese verso la tentazione del fascismo. This essay investigates the relationship between politics and culture during the fascist dictatorship, the Second World War and the civil war of 1943-45, through the particular perspective of the personal and intellectual link between Leone Ginzburg and Cesare Pavese. The two friends were tied by the literary passion and the editorial work for Einaudi but were divided by different attitudes towards politics. A still prevailing view understands the former as a representative of the intellectual’s political commitment, devoted to fight fascism, the latter as a sample of disinterest towards politics, in spite of his closeness to antifascist networks and his post-war way to communism. A comparative analysis, extending to their common interlocutor Giaime Pintor, allows to bring to light tensions, contradictions, and ambivalences between politics and culture so far overlooked an exclusive focus on the fascism/antifascism dichotomy. As a matter of fact, whereas the study of Russian literature fed Ginzburg’s moralistic conception, by circumscribing the political sense of his antifascism, the interest in the German culture, alongside his anthropological and ethnological research, pushed Pavese towards the temptation of fascism.

Quasi a malincuore: Leone Ginzburg e Cesare Pavese dalla dittatura fascista alla guerra civile / Marco Bresciani. - In: CONTEMPORANEA. - ISSN 1127-3070. - STAMPA. - (2023), pp. 31-59. [10.1409/103016]

Quasi a malincuore: Leone Ginzburg e Cesare Pavese dalla dittatura fascista alla guerra civile

Marco Bresciani
2023

Abstract

Questo saggio riesamina i rapporti tra politica e cultura durante la dittatura fascista, la Seconda guerra mondiale e la guerra civile del 1943-’45, attraverso la prospettiva particolare del legame personale ed intellettuale tra Leone Ginzburg e Cesare Pavese. I due amici furono accomunati dalla passione letteraria e dal lavoro editoriale per Einaudi, ma divisi dall’atteggiamento verso la politica. Una visione prevalente tende a fare del primo un campione dell’impegno politico dell’intellettuale, dedito alla lotta contro il fascismo, del secondo un esempio del disinteresse per la politica, nonostante la sua vicinanza agli ambienti antifascisti e il suo approdo post-bellico al comunismo. Un’analisi comparata, che si amplia al confronto con il comune interlocutore Giaime Pintor, consente di riportare alla luce tensioni, contraddizioni e ambivalenze tra politica e cultura finora sfuggite ad un approccio soltanto focalizzato sull’opposizione tra fascismo e antifascismo. Infatti, mentre lo studio della letteratura russa alimentava un atteggiamento moralistico di Ginzburg, circoscrivendo il senso politico del suo antifascismo, l’interesse per la cultura tedesca, insieme alle ricerche antropologiche ed etnologiche, spingeva Pavese verso la tentazione del fascismo. This essay investigates the relationship between politics and culture during the fascist dictatorship, the Second World War and the civil war of 1943-45, through the particular perspective of the personal and intellectual link between Leone Ginzburg and Cesare Pavese. The two friends were tied by the literary passion and the editorial work for Einaudi but were divided by different attitudes towards politics. A still prevailing view understands the former as a representative of the intellectual’s political commitment, devoted to fight fascism, the latter as a sample of disinterest towards politics, in spite of his closeness to antifascist networks and his post-war way to communism. A comparative analysis, extending to their common interlocutor Giaime Pintor, allows to bring to light tensions, contradictions, and ambivalences between politics and culture so far overlooked an exclusive focus on the fascism/antifascism dichotomy. As a matter of fact, whereas the study of Russian literature fed Ginzburg’s moralistic conception, by circumscribing the political sense of his antifascism, the interest in the German culture, alongside his anthropological and ethnological research, pushed Pavese towards the temptation of fascism.
2023
31
59
Marco Bresciani
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