La sentenza delle Sezioni Unite sulla nullità selettiva: tra protezione e buona fede

Il saggio è pubblicato su una rivista scientifica di fascia A e si segnala per la grande rilevanza teorica e pratica del tema trattato, di impatto nazionale. Il saggio analizza la sentenza delle Sezioni Unite n. 28314/2019 che ha ammesso l'uso selettivo della nullità protettiva nell'ambito dei contratti di intermediazione finanziaria. Le Sezioni Unite consentono all'investitore, di fronte alla nullità del contratto per mancanza di forma scritta, di scegliere quali ordini di investimento debbano essere caducati e quali pos- sano sopravvivere, sempre che la selezione degli effetti della nullità non determini un ingiustificato sacrificio economico per l'intermediario. La decisione offre così l'occasione per riflettere non solo sulla centralità della buona fede in materia contrattuale, ma anche e soprattutto sulla configurabilità di un nuovo profilo di disciplina della nullità di protezione, quello della selettività. The essay is published in a scientific review of class A and it distinguishes for the great relevance of the issue from both a theoretical and a practical point of view, having a national impact. The paper analyzes the Supreme Court judgement n. 28314/2019, which provides the selective use of protective nullity with reference to financial intermediation contracts. In case of contractual nullity for the lack of the written form, the Supreme Court allows an investor to choose which orders have to be voided and which ones have to be maintained, so long as the selection of the effects of the remedy does not cause an undue economic burden for the financial broker. Thus this judgement allows to reflect not only upon the central role of good faith in contractual matter, but also upon the existence of a new rule for protective nullity, which is selectivity.