La ceramica Figlinese è diffusa tra Toscana e alto Lazio, dalla metà del XIV secolo al XVIII. La forma attestata è il catino, decorato a matrice e con punzoni. Se ne possiamo definire l’area di diffusione e la cronologia, meno chiara rimane la modalità di introduzione di un processo produttivo di cui, nella penisola italiana, si erano perse le competenze a partire dalla fine del mondo romano. Le ipotesi più accreditate, in uno scarno panorama bibliografico, sono la reinvenzione di una tecnica a causa del ritrovamento fortuito di stampi a matrice per la produzione di ceramiche sigillate o la reintroduzione attraverso ceramisti arrivati da luoghi in cui ancora erano presenti prodotti di questo tipo. Obiettivo di questo contributo sarà affrontare l’argomento attraverso l’esame di due contesti. Nella Badia di San Salvatore a Vaiano, i reperti analizzati provengono da due vani del chiostro e in piazza delle Carceri (PO), invece, sono stati indagati i livelli di obliterazione di due strade, databili tra la fine del ‘300 e la prima metà del ‘400.

La ceramica a matrice Figlinese: produzione “all’antica” o importazione di innovazioni tecnologiche? / elisa pruno. - In: ATTI (CENTRO LIGURE PER LA STORIA DELLA CERAMICA). - ISSN 2035-5483. - STAMPA. - (2020), pp. 53-58.

La ceramica a matrice Figlinese: produzione “all’antica” o importazione di innovazioni tecnologiche?

elisa pruno
2020

Abstract

La ceramica Figlinese è diffusa tra Toscana e alto Lazio, dalla metà del XIV secolo al XVIII. La forma attestata è il catino, decorato a matrice e con punzoni. Se ne possiamo definire l’area di diffusione e la cronologia, meno chiara rimane la modalità di introduzione di un processo produttivo di cui, nella penisola italiana, si erano perse le competenze a partire dalla fine del mondo romano. Le ipotesi più accreditate, in uno scarno panorama bibliografico, sono la reinvenzione di una tecnica a causa del ritrovamento fortuito di stampi a matrice per la produzione di ceramiche sigillate o la reintroduzione attraverso ceramisti arrivati da luoghi in cui ancora erano presenti prodotti di questo tipo. Obiettivo di questo contributo sarà affrontare l’argomento attraverso l’esame di due contesti. Nella Badia di San Salvatore a Vaiano, i reperti analizzati provengono da due vani del chiostro e in piazza delle Carceri (PO), invece, sono stati indagati i livelli di obliterazione di due strade, databili tra la fine del ‘300 e la prima metà del ‘400.
2020
53
58
elisa pruno
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