Il saggio analizza il dibattito sulla memoria storica in Francia nell’ultimo decennio, esaminando il modo in cui il paese ha affrontato il proprio passato e le relative controversie. L'autrice si concentra su tre aspetti chiave: il rinnovato interesse per il regime di Vichy, il dibattito sulla guerra d'Algeria e la memoria degli attentati terroristici del 2015-2016. Il primo tema riguarda la rilettura del ruolo del regime di Vichy e le sue responsabilità nella deportazione degli ebrei. La questione è stata riaccesa dal giornalista e saggista di destra Éric Zemmour, il quale ha cercato di riabilitare la figura del maresciallo Pétain, sostenendo che il suo governo avrebbe protetto gli ebrei francesi sacrificando quelli stranieri. Questa posizione ha suscitato forti reazioni tra gli storici, che hanno ribadito come il governo di Vichy abbia collaborato attivamente con i nazisti nella persecuzione e deportazione della popolazione ebraica. Il secondo nodo riguarda la memoria della guerra d'Algeria, che ha conosciuto un rinnovato interesse con la pubblicazione del Rapporto Stora, commissionato dal presidente Emmanuel Macron per analizzare l'eredità del colonialismo francese. Questo ha portato a nuove politiche memoriali, tra cui il riconoscimento del massacro di Sétif del 1945 e il ruolo della Francia nella repressione dei movimenti indipendentisti algerini. Tuttavia, il dibattito resta acceso, con posizioni divergenti tra coloro che chiedono un riconoscimento più ampio delle colpe coloniali e chi difende un approccio più moderato. Infine, il saggio esamina come gli attentati terroristici abbiano ridefinito la politica della memoria in Francia. Dal 2019 è stata istituita una giornata nazionale di commemorazione delle vittime del terrorismo, e il governo ha promosso la creazione di un museo dedicato alla memoria degli attentati. Questo spostamento dell’attenzione sulla minaccia del terrorismo ha avuto conseguenze anche sulla percezione di altri eventi storici, con il rischio di oscurare questioni come la memoria coloniale e il passato di Vichy. L’analisi evidenzia come la Francia stia affrontando un periodo di intensa rielaborazione del proprio passato, con un dibattito pubblico spesso polarizzato tra istanze di riconoscimento e strategie di rimozione. La gestione della memoria storica resta un elemento chiave nella costruzione dell’identità nazionale e nelle dinamiche politiche contemporanee​

Memorie inquiete. La Francia e il suo passato «Qualestoria» / GALIMI. - In: QUALESTORIA. - ISSN 0393-6082. - STAMPA. - (2021), pp. 117-135.

Memorie inquiete. La Francia e il suo passato «Qualestoria»

GALIMI
2021

Abstract

Il saggio analizza il dibattito sulla memoria storica in Francia nell’ultimo decennio, esaminando il modo in cui il paese ha affrontato il proprio passato e le relative controversie. L'autrice si concentra su tre aspetti chiave: il rinnovato interesse per il regime di Vichy, il dibattito sulla guerra d'Algeria e la memoria degli attentati terroristici del 2015-2016. Il primo tema riguarda la rilettura del ruolo del regime di Vichy e le sue responsabilità nella deportazione degli ebrei. La questione è stata riaccesa dal giornalista e saggista di destra Éric Zemmour, il quale ha cercato di riabilitare la figura del maresciallo Pétain, sostenendo che il suo governo avrebbe protetto gli ebrei francesi sacrificando quelli stranieri. Questa posizione ha suscitato forti reazioni tra gli storici, che hanno ribadito come il governo di Vichy abbia collaborato attivamente con i nazisti nella persecuzione e deportazione della popolazione ebraica. Il secondo nodo riguarda la memoria della guerra d'Algeria, che ha conosciuto un rinnovato interesse con la pubblicazione del Rapporto Stora, commissionato dal presidente Emmanuel Macron per analizzare l'eredità del colonialismo francese. Questo ha portato a nuove politiche memoriali, tra cui il riconoscimento del massacro di Sétif del 1945 e il ruolo della Francia nella repressione dei movimenti indipendentisti algerini. Tuttavia, il dibattito resta acceso, con posizioni divergenti tra coloro che chiedono un riconoscimento più ampio delle colpe coloniali e chi difende un approccio più moderato. Infine, il saggio esamina come gli attentati terroristici abbiano ridefinito la politica della memoria in Francia. Dal 2019 è stata istituita una giornata nazionale di commemorazione delle vittime del terrorismo, e il governo ha promosso la creazione di un museo dedicato alla memoria degli attentati. Questo spostamento dell’attenzione sulla minaccia del terrorismo ha avuto conseguenze anche sulla percezione di altri eventi storici, con il rischio di oscurare questioni come la memoria coloniale e il passato di Vichy. L’analisi evidenzia come la Francia stia affrontando un periodo di intensa rielaborazione del proprio passato, con un dibattito pubblico spesso polarizzato tra istanze di riconoscimento e strategie di rimozione. La gestione della memoria storica resta un elemento chiave nella costruzione dell’identità nazionale e nelle dinamiche politiche contemporanee​
2021
117
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GALIMI
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