Occorre premettere che la scelta di scrivere i numeri in cifre o in lettere è in linea di massima una preferenza stilistica, non un indice di correttezza: nessuna delle soluzioni è di per sé giusta o sbagliata, casomai più o meno adatta al contesto, al registro e alla funzione del testo. Le grammatiche e i vocabolari possono fornirci alcuni consigli in merito. Luca Serianni, nella sua Grammatica italiana (cfr. SERIANNI 1989), divide i numerali in quattro categorie principali: cardinali, ordinali, frazionari e moltiplicativi. A questi si aggiungono gli aggettivi e sostantivi numerativi. Riprendiamo, per questa scheda, la sua suddivisione. Numerali cardinali «Indicano una quantità numerica precisa e sono invariabili, oltre che nel numero, com'è ovvio, anche nel genere (tranne uno, che ha il femminile una)». (Serianni VI. 2) Si consiglia di non scrivere i cardinali in cifre all'interno di un testo, tranne che nel caso di dati precisi e usi tecnici o scientifici. Scriviamo quindi in lettere i numeri non troppo lunghi: tre giovanotti, trentatré trentini, mille persone, ti ho chiamato sedici volte. Quando si sceglie di scrivere un numero in lettere, si ricordi che la grafia prevista è, tranne rare eccezioni, senza spazi: duecentodiecimila e non *duecento dieci mila. È meglio evitare la trascrizione in lettere quando si darebbe origine a una parola molto lunga e complessa; insomma, non creiamo "mostri" come sedicimilaottocentotrentasette, tranne ove espressamente richiesto (assegni, rogiti, ecc., nel qual caso serve come misura anticontraffazione): il criterio che dovrebbe guidarci è principalmente quello della leggibilità e della comprensibilità.

Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due, o di quando e come scrivere i numeri in lettere / Vera Gheno. - ELETTRONICO. - (2016).

Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due, o di quando e come scrivere i numeri in lettere

Vera Gheno
2016

Abstract

Occorre premettere che la scelta di scrivere i numeri in cifre o in lettere è in linea di massima una preferenza stilistica, non un indice di correttezza: nessuna delle soluzioni è di per sé giusta o sbagliata, casomai più o meno adatta al contesto, al registro e alla funzione del testo. Le grammatiche e i vocabolari possono fornirci alcuni consigli in merito. Luca Serianni, nella sua Grammatica italiana (cfr. SERIANNI 1989), divide i numerali in quattro categorie principali: cardinali, ordinali, frazionari e moltiplicativi. A questi si aggiungono gli aggettivi e sostantivi numerativi. Riprendiamo, per questa scheda, la sua suddivisione. Numerali cardinali «Indicano una quantità numerica precisa e sono invariabili, oltre che nel numero, com'è ovvio, anche nel genere (tranne uno, che ha il femminile una)». (Serianni VI. 2) Si consiglia di non scrivere i cardinali in cifre all'interno di un testo, tranne che nel caso di dati precisi e usi tecnici o scientifici. Scriviamo quindi in lettere i numeri non troppo lunghi: tre giovanotti, trentatré trentini, mille persone, ti ho chiamato sedici volte. Quando si sceglie di scrivere un numero in lettere, si ricordi che la grafia prevista è, tranne rare eccezioni, senza spazi: duecentodiecimila e non *duecento dieci mila. È meglio evitare la trascrizione in lettere quando si darebbe origine a una parola molto lunga e complessa; insomma, non creiamo "mostri" come sedicimilaottocentotrentasette, tranne ove espressamente richiesto (assegni, rogiti, ecc., nel qual caso serve come misura anticontraffazione): il criterio che dovrebbe guidarci è principalmente quello della leggibilità e della comprensibilità.
2016
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