Questa settimana escono i nuovi dizionari di francese, russo e spagnolo di Zanichelli. Sono dizionari bilingui, che permettono a chi studia quelle lingue (o a chi, parlando quelle lingue, studia l’italiano) di passare da una lingua all’altra verificando il significato e la traduzione dei vari lemmi. Tuttavia, anche rimanendo nell’ambito di un vocabolario sincronico dell’italiano come lo Zingarelli, possiamo rinvenire una miniera di termini più o meno apertamente derivati da altre lingue. Al di là delle parole di tradizione diretta e ininterrotta dal latino, la nostra lingua è infatti ricca di quelli che vengono normalmente chiamati prestiti linguistici, anche se il linguista Mario Alinei proponeva di chiamarli piuttosto doni, dato che da una parte «si tratta di acquisizioni, o di veri e propri regali, che come tali di solito arricchiscono e non impoveriscono la lingua che li riceve», e in più, va detto, nessuna lingua li reclama indietro. Che l’italiano sia ricchissimo di contaminazioni incrociate è perfettamente comprensibile, considerata la posizione geografica del nostro paese, crocevia di rotte commerciali e migrazioni di popoli. Vediamo, allora, alcuni doni dal francese, dal russo e dallo spagnolo, sia sotto forma di forestierismi integrali (parole straniere acquisite senza alcun adattamento) sia come forestierismi adattati (termini che assumono una forma italianizzata, dei quali non sempre è immediato comprendere l’origine straniera). Normalmente, quando si discute di forestierismi, ci si concentra soprattutto sui termini di derivazione angloamericana, che secondo molte persone sono così numerosi da indebolire, “diluire” l’italiano stesso. Per una volta, più che soffermarci sull’inglese (avremo modo di farlo in futuro), facciamo qualche esempio da altre lingue. Dieci parole dal francese Acchìto (e non *acchitto!) [da acquit, da acquitter, 1771] “nel gioco del biliardo, la posizione d’inizio della palla o del pallino”, da cui il modo di dire figurato di primo acchito, “alla prima, subito”.acchito Boutique /butìk/ [‘bottega’, dal greco apothḗkē ‘magazzino, deposito’, 1956] “negozio elegante di abiti e accessori di abbigliamento” e, come aggettivo, “caratterizzato dalle dimensioni ridotte e dall’eleganza tipiche di una boutique: boutique hotel; albergo boutique”. Cotolétta [da côtelette ‘costoletta’, da côte ‘costa’, 1747] “costoletta” usato ellitticamente anche per “cotoletta alla milanese”, ossia “ fetta di carne di vitello passata nell’uovo, impanata e fritta”. Croccànte [da croquant, participio presente di croquer ‘far scricchiolare sotto i denti’, di origine onomatopeica, 1773] “detto di pane, dolce e simili ben cotto, che scricchiola sotto i denti” oppure “dolce di mandorle tostate e zucchero cotto”. Dossier /dossié/ [dall’intitolazione scritta sul dorso (dos) dell’incartamento, 1848] “fascicolo in cui sono raccolti i documenti riguardanti un argomento, una persona, un avvenimento”. Gaffe /gàf/ [‘gancio’, 1905] “atto, comportamento, frase e simili incauti e maldestri, non adatti né al momento né alle circostanze: fare una gaffe”. Giardìno [da jardin, diminutivo dell’antico francese jart, dal francone *gardo ‘luogo chiuso’, 1287] “terreno con colture erbacee e arboree di tipo ornamentale”. Parquet /parké/ [diminutivo di parc ‘parco’, propriamente ‘parte di una sala di giustizia in cui si tengono le udienze’, 1844] “pavimento a listelli di legno, solitamente disposti a spina di pesce”. Pacifìsta [da pacifiste, da pacifique ‘pacifico’, 1905] “ fautore, sostenitore del pacifismo”. Routine /rutìn/ [diminutivo di route ‘strada’, dal latino (vĭam) rŭpta(m) ‘(via) rotta’, cioè ‘aperta, segnata’, 1818] “andamento uniforme, monotono, ripetitivo di vita o di lavoro” e anche “pratica, esperienza derivata dalla ripetizione di un comportamento, specialmente professionale” nonché, in informatica, “sequenza di istruzioni di programmazione con compiti specifici ben definiti, che viene richiamata nel suo insieme ogni volta che tali compiti debbano essere ripetuti”. Dieci parole dal russo Àgit-pròp [abbreviazione di agit(acija) ‘agitazione’ e prop(aganda), 1940] “agitatore politico, attivista, specialmente del partito comunista”. Belùga [da bélyj ‘bianco’, 1955] “grosso cetaceo degli Odontoceti, di colore scuro negli esemplari giovani, tendente al bianco con il progredire dell’età (Delphinapterus leucas)” e “caviale caratterizzato da uova grigie o nere di medie dimensioni che si ricava da tale pesce”. Bolscevìco [da bolˈševík ‘uno della maggioranza’, da bólˈšij ‘massimo’, 1917] “relativo o appartenente alla tendenza di sinistra e maggioritaria dell’antico partito socialdemocratico russo”. Gùlag [da GULag, abbreviazione di G(lavnoe) U(pravlenie ispravitel’notrudovych) Lag(erei) ‘amministrazione generale dei campi di lavoro correzionale’, 1968] “campo di lavoro forzato nell’Unione Sovietica” e per estensione “sistema od organizzazione politica, statuale e simili chiusa, coatta, repressiva”. Perestròjka [propriamente ‘ristrutturazione’, composto di pere- ‘ri-’ e di un derivato del verbo stroít’ ‘costruire’, 1986] “opera di riorganizzazione politico-economica dell’Unione Sovietica avviata dallo statista M. S. Gorbaciov a partire dal 1985” e per estensione “rinnovamento totale, ricostruzione radicale”. Pògrom [propriamente ‘distruzione’, composto del prefisso po- ‘sopra’ e gromit’ ‘devastare, saccheggiare’, 1908] “nella Russia zarista e nell’Europa orientale, sommossa popolare antisemita, per lo più con la connivenza delle autorità, generalmente caratterizzata da saccheggi e massacri” e per estensione “violenta persecuzione ai danni di minoranze etniche o religiose”. Spùtnik [propriamente ‘compagno di viaggio’, 1957] “nome del primo satellite artificiale, lanciato dall’Unione Sovietica il 4.10.1957” e per estensione “satellite artificiale”. Stakanovìsmo o stacanovìsmo, stachanovìsmo [dal nome del minatore russo A. G. Stachanov (1906-1977) che nel 1935 segnò un primato nella quantità di carbone estratto individualmente, 1936] “movimento sorto nell’Unione Sovietica dopo il 1935 per incrementare la produttività mediante l’emulazione reciproca dei lavoratori” e ironicamente “esagerato entusiasmo, zelo eccessivo sul lavoro”. Tàiga [da taygá: originariamente ‘monte roccioso’, 1909] “formazione vegetale rappresentata dalla foresta di conifere che si estende su vasti territori dell’Europa, dell’Asia e dell’America settentrionale, a sud della tundra”. Vòdka [da vodá ‘acqua’, di origine indeuropea, 1908] “acquavite ottenuta dalla fermentazione e distillazione di cereali vari e altri prodotti vegetali come patate, mele e simili, diffusa soprattutto in Russia”. Dieci parole dallo spagnolo Appartaménto [antico spagnolo apartamēnto ‘luogo appartato’, 1538] “insieme di stanze che costituiscono un’abitazione indipendente e separata dal resto di una casa”. Creànza [da crianza, da criar ‘allevar bene’, dal latino creāre ‘creare’, 1250 ca.] “buone maniere, comportamento educato”. Maiòlica [da Maiolica, forma antica di Maiorca, isola delle Baleari, da dove fu importata, av. 1498] “prodotto ceramico formato da una pasta porosa a base di argilla e di piccole quantità di carbonato di calcio, cotto al forno e quindi ricoperto da uno smalto metallico specialmente a base di diossido di stagno”. Machete [da macho ‘maglio’, av. 1936] “pesante coltello dalla lama lunga e affilatissima a un solo taglio, usato nel centro e sud dell’America per la raccolta della canna da zucchero, per il disboscamento o come arma”. Manìglia [da manilla, dal lat. manĭcula(m), diminutivo di mănus ‘mano’, 1525] “elemento di metallo o altro materiale, di varia forma, applicato ai battenti delle porte, a cassetti, sportelli, bauli ecc., che si impugna per aprire, chiudere, sollevare o tirare”. Nostròmo [da nostramo ‘nostro padrone’ (composto di nuestro ‘nostro’ e amo ‘padrone’), cui si sovrappose (u)omo, 1614] “nella marina mercantile, ruolo equiparato a caposervizio”. Plàtino [da platina, da plata ‘argento’, propriamente ‘lamina di argento’, per il colore che assomiglia a quello dell’argento, 1786] “elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo presente in natura allo stato nativo, molto duttile e malleabile, usato in gioielleria, per leghe speciali, per apparecchiature scientifiche e nell’industria”. Risàcca [da resaca, da resacar ‘tirare indietro’, composto di re- ‘ri-’ e sacar ‘tirare’, risalente al lat. săccus ‘sacco’, 1604] “moto di ritorno disordinato e impetuoso dell’onda respinta da un ostacolo”. Taccàgno [da tacaño, di etimologia incerta, 1503 ca.] “che (o chi) è molto restio a spendere”. Traversìa [da trave(r)sía, da travieso ‘attraverso’ e quindi ‘contrario’, a 1292] “vento, generalmente perpendicolare alla direzione d’ingresso di un porto, che provoca difficoltà di manovra alle navi in transito” e figurativamente, specialmente al plurale, “disavventura, disgrazia, contrarietà”. Non tutte le parole derivano linearmente da un’altra lingua: ci sono molti casi di termini che fanno una sorta di “giro dell’oca” (a Firenze si dice “giro pesca”, a Roma “giro di Peppe”: una strada, insomma, non diritta) e passano da più lingue prima di arrivare a noi. Ecco dieci casi che forse non conoscevate. Albicòcco [arabo al-barqūq ‘susina’, attraverso lo spagnolo albaricoquero, dal greco praikókion, a sua volta dal latino praecŏquu(m) ‘precoce’, av. 1572] “albero delle Rosacee con fiori bianchi o rosei e frutti rotondi e vellutati di color arancio (Prunus armeniaca)”. Avocàdo [spagnolo del Messico aguacate, dall’azteco ahuacatl, nome dell’albero e del frutto, 1955] “albero delle Lauracee, sempreverde, molto alto, con foglie coriacee, fiori in pannocchia e frutto a forma di pera (Persea americana)” e “frutto dell’albero omonimo, di color verde, con polpa gialliccia commestibile e profumata”. Bridge /bridʒ/ [voce inglese, adattamento di biritch, nome di un gioco russo o turco, 1908] “gioco di carte, fatto da due coppie di persone, in cui vince chi realizza il numero di prese per il quale si è impegnato nella dichiarazione iniziale”. Cioccolàto [azteco chocolatl, attraverso il francese chocolat, 1685] “prodotto alimentare di elevato valore energetico a base di cacao”. Cravàtta [francese cravate, dal croato hrvat ‘croato’, perché adoperata dai cavalieri croati, 1675] “accessorio dell’abbigliamento maschile formato da una striscia di seta, lana o altri tessuti con lembi più o meno larghi, da annodare sotto il colletto della camicia”. Flòtta [spagnolo flota, dal francese flotte, voce di origine scandinava, 1506] “insieme dei mezzi nautici da guerra o da traffico appartenenti a uno Stato o a una compagnia di navigazione”. Stéppa [attraverso il francese steppe, dal russo step, 1773] “vasta pianura povera di acque, con prevalenti forme di vegetazione erbacea”. Summit /sàmmit/ [voce inglese, propriamente ‘sommità, cima’, dal francese sommet (dal latino sŭmmu(m) ‘sommità’), 1967] “incontro al vertice, specialmente di capi di Stato”. Tènnis [voce inglese (inglese antico teneis), di origine francese (dall’imperativo tenez! ‘tenete’, frequentemente usata dai giocatori, lanciando la palla), 1828] “gioco di origine inglese, tra due o quattro giocatori su un campo rettangolare diviso a metà da una rete, che consiste nel rinviare, secondo certe regole, una pallina nella metà campo avversaria servendosi di apposite racchette”.tennis Zibellìno [adattamento del francese zibeline, dal russo sóbolʾ, in lontana connessione con l’antico indiano cabalas, cabáras ‘variopinto, pezzato’, 1481] “mammifero carnivoro dei Mustelidi, snello, con arti corti e mantello scuro, un tempo diffuso nell’Europa del Nord, attualmente si trova per lo più in Siberia (Martes zibellina)”. Divertente, vero? L’italiano è davvero un crocevia di influssi linguistici; e in questo caso ci siamo limitati a considerare soltanto poche lingue. D’altro canto, non dimentichiamoci che anche l’italiano ha donato parole a moltissime lingue straniere. Ecco alcuni esempi sparsi, appartenenti a diversi ambiti della conoscenza, giusto per titillare la curiosità di saperne di più. Nell’ambito della moda e della cultura: paparazzi (e paparazzo), diva (in inglese) e divo (in spagnolo), casanova (in spagnolo).divo Nella musica: adagio, allegro, andante, fortissimo e tutte le altre indicazioni presenti sugli spartiti musicali, ma anche bravo per esprimere consenso e soddisfazione. Nella cucina: pizza, spaghetti, tortellini, espresso e anche il famoso latte, ossia il latte macchiato, fonte di fraintendimenti a non finire da parte di anglofoni che, chiedendo un latte al bar in Italia, si vedono portare un bicchiere di… candido latte, per l’appunto!latte Nell’architettura: portico (in inglese e spagnolo), veranda (in inglese e francese) e l’espressione al fresco o alfresco diffusa nei paesi anglofoni per indicare ‘fuori’, soprattutto in riferimento al mangiare: Most summer evenings we eat al fresco “La maggior parte delle sere estive mangiamo all’aperto”. Se sapessero che in Italia, quando sentiamo che qualcuno è “al fresco”, pensiamo piuttosto a un poveretto chiuso in… prigione! In una prossima puntata di questo Glossario ci occuperemo anche delle moltissime altre lingue che hanno regalato termini all’italiano. Fidatevi, c’è di che divertirsi.

Tutto il mondo è paese: il bello della contaminazione linguistica / Vera Gheno. - ELETTRONICO. - (2020).

Tutto il mondo è paese: il bello della contaminazione linguistica

Vera Gheno
2020

Abstract

Questa settimana escono i nuovi dizionari di francese, russo e spagnolo di Zanichelli. Sono dizionari bilingui, che permettono a chi studia quelle lingue (o a chi, parlando quelle lingue, studia l’italiano) di passare da una lingua all’altra verificando il significato e la traduzione dei vari lemmi. Tuttavia, anche rimanendo nell’ambito di un vocabolario sincronico dell’italiano come lo Zingarelli, possiamo rinvenire una miniera di termini più o meno apertamente derivati da altre lingue. Al di là delle parole di tradizione diretta e ininterrotta dal latino, la nostra lingua è infatti ricca di quelli che vengono normalmente chiamati prestiti linguistici, anche se il linguista Mario Alinei proponeva di chiamarli piuttosto doni, dato che da una parte «si tratta di acquisizioni, o di veri e propri regali, che come tali di solito arricchiscono e non impoveriscono la lingua che li riceve», e in più, va detto, nessuna lingua li reclama indietro. Che l’italiano sia ricchissimo di contaminazioni incrociate è perfettamente comprensibile, considerata la posizione geografica del nostro paese, crocevia di rotte commerciali e migrazioni di popoli. Vediamo, allora, alcuni doni dal francese, dal russo e dallo spagnolo, sia sotto forma di forestierismi integrali (parole straniere acquisite senza alcun adattamento) sia come forestierismi adattati (termini che assumono una forma italianizzata, dei quali non sempre è immediato comprendere l’origine straniera). Normalmente, quando si discute di forestierismi, ci si concentra soprattutto sui termini di derivazione angloamericana, che secondo molte persone sono così numerosi da indebolire, “diluire” l’italiano stesso. Per una volta, più che soffermarci sull’inglese (avremo modo di farlo in futuro), facciamo qualche esempio da altre lingue. Dieci parole dal francese Acchìto (e non *acchitto!) [da acquit, da acquitter, 1771] “nel gioco del biliardo, la posizione d’inizio della palla o del pallino”, da cui il modo di dire figurato di primo acchito, “alla prima, subito”.acchito Boutique /butìk/ [‘bottega’, dal greco apothḗkē ‘magazzino, deposito’, 1956] “negozio elegante di abiti e accessori di abbigliamento” e, come aggettivo, “caratterizzato dalle dimensioni ridotte e dall’eleganza tipiche di una boutique: boutique hotel; albergo boutique”. Cotolétta [da côtelette ‘costoletta’, da côte ‘costa’, 1747] “costoletta” usato ellitticamente anche per “cotoletta alla milanese”, ossia “ fetta di carne di vitello passata nell’uovo, impanata e fritta”. Croccànte [da croquant, participio presente di croquer ‘far scricchiolare sotto i denti’, di origine onomatopeica, 1773] “detto di pane, dolce e simili ben cotto, che scricchiola sotto i denti” oppure “dolce di mandorle tostate e zucchero cotto”. Dossier /dossié/ [dall’intitolazione scritta sul dorso (dos) dell’incartamento, 1848] “fascicolo in cui sono raccolti i documenti riguardanti un argomento, una persona, un avvenimento”. Gaffe /gàf/ [‘gancio’, 1905] “atto, comportamento, frase e simili incauti e maldestri, non adatti né al momento né alle circostanze: fare una gaffe”. Giardìno [da jardin, diminutivo dell’antico francese jart, dal francone *gardo ‘luogo chiuso’, 1287] “terreno con colture erbacee e arboree di tipo ornamentale”. Parquet /parké/ [diminutivo di parc ‘parco’, propriamente ‘parte di una sala di giustizia in cui si tengono le udienze’, 1844] “pavimento a listelli di legno, solitamente disposti a spina di pesce”. Pacifìsta [da pacifiste, da pacifique ‘pacifico’, 1905] “ fautore, sostenitore del pacifismo”. Routine /rutìn/ [diminutivo di route ‘strada’, dal latino (vĭam) rŭpta(m) ‘(via) rotta’, cioè ‘aperta, segnata’, 1818] “andamento uniforme, monotono, ripetitivo di vita o di lavoro” e anche “pratica, esperienza derivata dalla ripetizione di un comportamento, specialmente professionale” nonché, in informatica, “sequenza di istruzioni di programmazione con compiti specifici ben definiti, che viene richiamata nel suo insieme ogni volta che tali compiti debbano essere ripetuti”. Dieci parole dal russo Àgit-pròp [abbreviazione di agit(acija) ‘agitazione’ e prop(aganda), 1940] “agitatore politico, attivista, specialmente del partito comunista”. Belùga [da bélyj ‘bianco’, 1955] “grosso cetaceo degli Odontoceti, di colore scuro negli esemplari giovani, tendente al bianco con il progredire dell’età (Delphinapterus leucas)” e “caviale caratterizzato da uova grigie o nere di medie dimensioni che si ricava da tale pesce”. Bolscevìco [da bolˈševík ‘uno della maggioranza’, da bólˈšij ‘massimo’, 1917] “relativo o appartenente alla tendenza di sinistra e maggioritaria dell’antico partito socialdemocratico russo”. Gùlag [da GULag, abbreviazione di G(lavnoe) U(pravlenie ispravitel’notrudovych) Lag(erei) ‘amministrazione generale dei campi di lavoro correzionale’, 1968] “campo di lavoro forzato nell’Unione Sovietica” e per estensione “sistema od organizzazione politica, statuale e simili chiusa, coatta, repressiva”. Perestròjka [propriamente ‘ristrutturazione’, composto di pere- ‘ri-’ e di un derivato del verbo stroít’ ‘costruire’, 1986] “opera di riorganizzazione politico-economica dell’Unione Sovietica avviata dallo statista M. S. Gorbaciov a partire dal 1985” e per estensione “rinnovamento totale, ricostruzione radicale”. Pògrom [propriamente ‘distruzione’, composto del prefisso po- ‘sopra’ e gromit’ ‘devastare, saccheggiare’, 1908] “nella Russia zarista e nell’Europa orientale, sommossa popolare antisemita, per lo più con la connivenza delle autorità, generalmente caratterizzata da saccheggi e massacri” e per estensione “violenta persecuzione ai danni di minoranze etniche o religiose”. Spùtnik [propriamente ‘compagno di viaggio’, 1957] “nome del primo satellite artificiale, lanciato dall’Unione Sovietica il 4.10.1957” e per estensione “satellite artificiale”. Stakanovìsmo o stacanovìsmo, stachanovìsmo [dal nome del minatore russo A. G. Stachanov (1906-1977) che nel 1935 segnò un primato nella quantità di carbone estratto individualmente, 1936] “movimento sorto nell’Unione Sovietica dopo il 1935 per incrementare la produttività mediante l’emulazione reciproca dei lavoratori” e ironicamente “esagerato entusiasmo, zelo eccessivo sul lavoro”. Tàiga [da taygá: originariamente ‘monte roccioso’, 1909] “formazione vegetale rappresentata dalla foresta di conifere che si estende su vasti territori dell’Europa, dell’Asia e dell’America settentrionale, a sud della tundra”. Vòdka [da vodá ‘acqua’, di origine indeuropea, 1908] “acquavite ottenuta dalla fermentazione e distillazione di cereali vari e altri prodotti vegetali come patate, mele e simili, diffusa soprattutto in Russia”. Dieci parole dallo spagnolo Appartaménto [antico spagnolo apartamēnto ‘luogo appartato’, 1538] “insieme di stanze che costituiscono un’abitazione indipendente e separata dal resto di una casa”. Creànza [da crianza, da criar ‘allevar bene’, dal latino creāre ‘creare’, 1250 ca.] “buone maniere, comportamento educato”. Maiòlica [da Maiolica, forma antica di Maiorca, isola delle Baleari, da dove fu importata, av. 1498] “prodotto ceramico formato da una pasta porosa a base di argilla e di piccole quantità di carbonato di calcio, cotto al forno e quindi ricoperto da uno smalto metallico specialmente a base di diossido di stagno”. Machete [da macho ‘maglio’, av. 1936] “pesante coltello dalla lama lunga e affilatissima a un solo taglio, usato nel centro e sud dell’America per la raccolta della canna da zucchero, per il disboscamento o come arma”. Manìglia [da manilla, dal lat. manĭcula(m), diminutivo di mănus ‘mano’, 1525] “elemento di metallo o altro materiale, di varia forma, applicato ai battenti delle porte, a cassetti, sportelli, bauli ecc., che si impugna per aprire, chiudere, sollevare o tirare”. Nostròmo [da nostramo ‘nostro padrone’ (composto di nuestro ‘nostro’ e amo ‘padrone’), cui si sovrappose (u)omo, 1614] “nella marina mercantile, ruolo equiparato a caposervizio”. Plàtino [da platina, da plata ‘argento’, propriamente ‘lamina di argento’, per il colore che assomiglia a quello dell’argento, 1786] “elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo presente in natura allo stato nativo, molto duttile e malleabile, usato in gioielleria, per leghe speciali, per apparecchiature scientifiche e nell’industria”. Risàcca [da resaca, da resacar ‘tirare indietro’, composto di re- ‘ri-’ e sacar ‘tirare’, risalente al lat. săccus ‘sacco’, 1604] “moto di ritorno disordinato e impetuoso dell’onda respinta da un ostacolo”. Taccàgno [da tacaño, di etimologia incerta, 1503 ca.] “che (o chi) è molto restio a spendere”. Traversìa [da trave(r)sía, da travieso ‘attraverso’ e quindi ‘contrario’, a 1292] “vento, generalmente perpendicolare alla direzione d’ingresso di un porto, che provoca difficoltà di manovra alle navi in transito” e figurativamente, specialmente al plurale, “disavventura, disgrazia, contrarietà”. Non tutte le parole derivano linearmente da un’altra lingua: ci sono molti casi di termini che fanno una sorta di “giro dell’oca” (a Firenze si dice “giro pesca”, a Roma “giro di Peppe”: una strada, insomma, non diritta) e passano da più lingue prima di arrivare a noi. Ecco dieci casi che forse non conoscevate. Albicòcco [arabo al-barqūq ‘susina’, attraverso lo spagnolo albaricoquero, dal greco praikókion, a sua volta dal latino praecŏquu(m) ‘precoce’, av. 1572] “albero delle Rosacee con fiori bianchi o rosei e frutti rotondi e vellutati di color arancio (Prunus armeniaca)”. Avocàdo [spagnolo del Messico aguacate, dall’azteco ahuacatl, nome dell’albero e del frutto, 1955] “albero delle Lauracee, sempreverde, molto alto, con foglie coriacee, fiori in pannocchia e frutto a forma di pera (Persea americana)” e “frutto dell’albero omonimo, di color verde, con polpa gialliccia commestibile e profumata”. Bridge /bridʒ/ [voce inglese, adattamento di biritch, nome di un gioco russo o turco, 1908] “gioco di carte, fatto da due coppie di persone, in cui vince chi realizza il numero di prese per il quale si è impegnato nella dichiarazione iniziale”. Cioccolàto [azteco chocolatl, attraverso il francese chocolat, 1685] “prodotto alimentare di elevato valore energetico a base di cacao”. Cravàtta [francese cravate, dal croato hrvat ‘croato’, perché adoperata dai cavalieri croati, 1675] “accessorio dell’abbigliamento maschile formato da una striscia di seta, lana o altri tessuti con lembi più o meno larghi, da annodare sotto il colletto della camicia”. Flòtta [spagnolo flota, dal francese flotte, voce di origine scandinava, 1506] “insieme dei mezzi nautici da guerra o da traffico appartenenti a uno Stato o a una compagnia di navigazione”. Stéppa [attraverso il francese steppe, dal russo step, 1773] “vasta pianura povera di acque, con prevalenti forme di vegetazione erbacea”. Summit /sàmmit/ [voce inglese, propriamente ‘sommità, cima’, dal francese sommet (dal latino sŭmmu(m) ‘sommità’), 1967] “incontro al vertice, specialmente di capi di Stato”. Tènnis [voce inglese (inglese antico teneis), di origine francese (dall’imperativo tenez! ‘tenete’, frequentemente usata dai giocatori, lanciando la palla), 1828] “gioco di origine inglese, tra due o quattro giocatori su un campo rettangolare diviso a metà da una rete, che consiste nel rinviare, secondo certe regole, una pallina nella metà campo avversaria servendosi di apposite racchette”.tennis Zibellìno [adattamento del francese zibeline, dal russo sóbolʾ, in lontana connessione con l’antico indiano cabalas, cabáras ‘variopinto, pezzato’, 1481] “mammifero carnivoro dei Mustelidi, snello, con arti corti e mantello scuro, un tempo diffuso nell’Europa del Nord, attualmente si trova per lo più in Siberia (Martes zibellina)”. Divertente, vero? L’italiano è davvero un crocevia di influssi linguistici; e in questo caso ci siamo limitati a considerare soltanto poche lingue. D’altro canto, non dimentichiamoci che anche l’italiano ha donato parole a moltissime lingue straniere. Ecco alcuni esempi sparsi, appartenenti a diversi ambiti della conoscenza, giusto per titillare la curiosità di saperne di più. Nell’ambito della moda e della cultura: paparazzi (e paparazzo), diva (in inglese) e divo (in spagnolo), casanova (in spagnolo).divo Nella musica: adagio, allegro, andante, fortissimo e tutte le altre indicazioni presenti sugli spartiti musicali, ma anche bravo per esprimere consenso e soddisfazione. Nella cucina: pizza, spaghetti, tortellini, espresso e anche il famoso latte, ossia il latte macchiato, fonte di fraintendimenti a non finire da parte di anglofoni che, chiedendo un latte al bar in Italia, si vedono portare un bicchiere di… candido latte, per l’appunto!latte Nell’architettura: portico (in inglese e spagnolo), veranda (in inglese e francese) e l’espressione al fresco o alfresco diffusa nei paesi anglofoni per indicare ‘fuori’, soprattutto in riferimento al mangiare: Most summer evenings we eat al fresco “La maggior parte delle sere estive mangiamo all’aperto”. Se sapessero che in Italia, quando sentiamo che qualcuno è “al fresco”, pensiamo piuttosto a un poveretto chiuso in… prigione! In una prossima puntata di questo Glossario ci occuperemo anche delle moltissime altre lingue che hanno regalato termini all’italiano. Fidatevi, c’è di che divertirsi.
2020
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