Il 30 luglio si celebra la Giornata Mondiale dell’Amicizia, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2011. Quale occasione migliore per dedicare a questo il nostro consueto approfondimento lessicale? In fondo, se l’amore fa girare il mondo (Love makes the world go round, cantava tra gli altri la cantante-mito della mia prima adolescenza, Madonna) l’amicizia, talvolta, crea legami ben più duraturi del sentimento amoroso. Del resto, amore e amicizia non sono sentimenti così distanti l’uno dall’altro, ce lo dicono le parole stesse: hanno, infatti, un’etimologia comune, poiché derivano entrambe da una radice preindoeuropea am-: per l’esattezza, amicìzia viene dal latino amicĭtia(m), derivato di amīcus ‘amico’, (1261 circa), connesso, per l’appunto, al verbo latino amāre. L’amicizia è definita come “affetto vivo e reciproco tra due o più persone” e si parla di allacciare, stringere e rompere un’amicizia; ma esiste anche l’amicizia interessata, non sincera, legata al denaro e all’utile, laddove questo legame, normalmente, dovrebbe prevedere l’assenza di interessi. Anche due Stati possono professare amicizia reciproca, cioè buone relazioni. Non dimentichiamo che si può eufemisticamente definire amicizia anche una relazione amorosa. Le amicizie altolocate o importanti sono, per alcuni, cruciali per muoversi nel mondo professionale (in quel caso si dice che una persona è nei giri giusti) e, sempre eufemisticamente, sono state a lungo definite amicizie particolari quelle omosessuali, di cui una volta non si poteva parlare troppo apertamente. Infine, da alcuni anni lo Zingarelli registra amicizia anche nel significato di “relazione che si stabilisce fra due utenti Facebook quando esprimono reciproco consenso a condividere i contenuti del proprio profilo”; qualcuno, per indicare l’azione di ricambiare una richiesta di amicizia su tale social network, usa il verbo amicàre, che di per sé non è affatto un neologismo, ma un verbo del linguaggio colto in uso in italiano dal 1400 (e corrispondente al latino amicāre) con il senso di “rendere amico, pacificare, propiziare”; oggi, invece, questo verbo assume un nuovo significato nel gergo della rete, e così si può amicare qualcuno su Facebook (probabilmente come traduzione dell’inglese to befriend somebody): “Luigi mi ha chiesto l’amicizia e l’ho amicato”. Amìco è prima di tutto un aggettivo che significa “benevolo, favorevole”: possono essere amiche le parole, un animo, un paese. Il telefono amico è una vera e propria istituzione. Ovviamente, amico è anche sostantivo, e la sua importanza e centralità nel nostro linguaggio è sottolineata dalle molte accezioni che ha. La prima è quella di indicare chi è legato da sentimenti di amicizia: un amico si trova e si perde; c’è l’amico caro e il caro amico, l’amico intimo, l’amico fraterno, l’amico di famiglia. Esiste l’amico del cuore, e ovviamente l’amica del cuore, quella con cui le ragazze vanno anche… in bagno! In inglese si identificano reciprocamente anche con l’acronimo BFF, che sta per best female friends o best friends forever. amico Poi c’è l’amico di penna, quello con cui si intrattiene un’amicizia epistolare; quando ero alle elementari, dato che Internet non era diffusa come oggi, ero “costretta” ad avere un amico di penna, anzi, un penfriend, per esercitarmi con l’inglese: odiavo l’incombenza di vergargli lunghe lettere di cui non… mi importava assolutamente nulla! Si può essere amici per la pelle – almeno una generazione, la mia, è stata rovinata dalla sigla del cartone animato “Il fantastico mondo di Paul”: “Amici per la pelle / sul teleschermo blu / da oggi Paul e Nina ogni giorno insieme a noi”… Il cane è l’amico dell’uomo o il miglior amico dell’uomo, mentre un falso amico è, sì, una persona non sincera, ma anche – e forse è l’accezione più interessante – una parola straniera simile a quella di un’altra lingua per grafia o suono, ma con significato diverso: l’inglese morbid ‘macabro’ e l’italiano morbido, lo spagnolo aceite ‘olio’ e l’italiano aceto, ecc. Poi c’è l’amico del giaguaro, “chi, invece di appoggiare un amico, sembra parteggiare per i suoi avversari”, da una mitica battuta di Walter Chiari a conclusione di una barzelletta in un film del 1958. Il fuoco amico, nel linguaggio giornalistico, è quello dei colpi di arma da fuoco o delle bombe che nel corso di un’operazione di guerra colpiscono per errore i soldati del proprio esercito o gli alleati o, figurativamente, anche una polemica particolarmente dura verso chi fa parte del proprio schieramento, soprattutto politico. Poi c’è l’amicóne (1970), amico inseparabile, ma, a volte, anche chi ostenta nei confronti degli altri un atteggiamento molto amichevole e confidente e l’amichétto (1925), che magari è il compagno di giochi di un bambino, ma anche l’innamorato o amante, specie se giovane (detto con una punta di disprezzo: “quello ha l’amichetta”). Sinonimi di amico sono, a seconda della sfumatura di significato con cui viene impiegato il termine, compàgno, confidènte, ìntimo, fratèllo, compàre, alleàto, sostenitóre, fautóre, simpatizzànte, conoscènte, amànte, innamoràto, gànzo (in Toscana), fidanzàto, uòmo, boy-friend. Un termine da salvare e recuperare è sodàle: dal latino sodāle(m) ‘membro di una confraternita’, 1328, indica oggi un compagno, un amico o un collega. Gli sportivi sanno bene cos’è un’amichévole: una “competizione che si svolge soltanto per allenamento o esibizione spettacolare”, per cui si parla di partita o incontro amichevole, ma anche solo di amichevole. Non dimentichiamo il detto forse più noto dedicato all’amicizia: “Chi trova un amico, trova un tesoro”. Teṣòro (1250 circa), dal latino thesāuru(m), a sua volta dal greco thēsaurós, indica solitamente una gran quantità di denaro o magari oggetti preziosi, ammassati per essere conservati, magari nascosti; più prosaicamente, il termine viene usato in maniera generica per definire una grande quantità di denaro o di beni preziosi. Un tesoro è chiaramente anche una persona molto amata, o una cosa alla quale si attribuisce grande valore; familiarmente, il termine viene usato anche come appellativo di una persona molto amata: “Tesoro, sei pronto?”. Il Tesoro con la maiuscola è l’erario pubblico, e il Ministero del Tesoro quello da cui dipendevano la presentazione al Parlamento del bilancio generale dello Stato e la gestione del denaro pubblico; le sue funzioni sono ora attribuite al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per chi si occupa di lingue a livello professionale, un tesoro, soprattutto nella letteratura medievale, è un’opera enciclopedica, un vocabolario storico. Uno che di amici, e di tesori, anzi, tesssssòri, se ne intendeva, era Gollum (o Sméagol), l’amico-nemico di Frodo Baggins nel Signore degli Anelli. Corrotto dal potere dell’Unico Anello, dovendo scegliere tra il suo amico e il suo tesoro scelse, com’è noto, quest’ultimo. Molte parole per indicare una persona amica di qualcuno o qualcosa, o che ha propensione o simpatia per qualcuno o qualcosa sono invece formate con –filo-, prefisso o suffisso che deriva dal greco philo-, da phílos ‘amico’, di origine indoeuropea: così abbiamo filocinese, filodrammatico, filofascista, filologo, filosofo, ma anche astrofilo (appassionato di astronomia) o necrofilo (chi ha particolare interesse per i cadaveri). Infine, non si può parlare di amici senza citare l’antonimo, cioè il contrario di amico: nemìco. In letteratura anche inimìco, viene dal latino (i)nimīcu(m), composto di in– e amīcus ‘amico’ (1213). Il non-amico è uno che nutre sentimenti di avversione, odio, rancore contro qualcuno, ne desidera il male, e cerca di farglielo. Ma il vero terrore di questi giorni estivi è senz’altro il nemico dell’acqua: viene definito così, scherzosamente, chi non si lava mai. Volete tanti amici? Un consiglio: non dimenticate di curare l’igiene personale!

Chi trova un amico trova un glossario: tutte le parole per la giornata dell’amicizia / Vera Gheno. - ELETTRONICO. - (2019).

Chi trova un amico trova un glossario: tutte le parole per la giornata dell’amicizia

Vera Gheno
2019

Abstract

Il 30 luglio si celebra la Giornata Mondiale dell’Amicizia, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2011. Quale occasione migliore per dedicare a questo il nostro consueto approfondimento lessicale? In fondo, se l’amore fa girare il mondo (Love makes the world go round, cantava tra gli altri la cantante-mito della mia prima adolescenza, Madonna) l’amicizia, talvolta, crea legami ben più duraturi del sentimento amoroso. Del resto, amore e amicizia non sono sentimenti così distanti l’uno dall’altro, ce lo dicono le parole stesse: hanno, infatti, un’etimologia comune, poiché derivano entrambe da una radice preindoeuropea am-: per l’esattezza, amicìzia viene dal latino amicĭtia(m), derivato di amīcus ‘amico’, (1261 circa), connesso, per l’appunto, al verbo latino amāre. L’amicizia è definita come “affetto vivo e reciproco tra due o più persone” e si parla di allacciare, stringere e rompere un’amicizia; ma esiste anche l’amicizia interessata, non sincera, legata al denaro e all’utile, laddove questo legame, normalmente, dovrebbe prevedere l’assenza di interessi. Anche due Stati possono professare amicizia reciproca, cioè buone relazioni. Non dimentichiamo che si può eufemisticamente definire amicizia anche una relazione amorosa. Le amicizie altolocate o importanti sono, per alcuni, cruciali per muoversi nel mondo professionale (in quel caso si dice che una persona è nei giri giusti) e, sempre eufemisticamente, sono state a lungo definite amicizie particolari quelle omosessuali, di cui una volta non si poteva parlare troppo apertamente. Infine, da alcuni anni lo Zingarelli registra amicizia anche nel significato di “relazione che si stabilisce fra due utenti Facebook quando esprimono reciproco consenso a condividere i contenuti del proprio profilo”; qualcuno, per indicare l’azione di ricambiare una richiesta di amicizia su tale social network, usa il verbo amicàre, che di per sé non è affatto un neologismo, ma un verbo del linguaggio colto in uso in italiano dal 1400 (e corrispondente al latino amicāre) con il senso di “rendere amico, pacificare, propiziare”; oggi, invece, questo verbo assume un nuovo significato nel gergo della rete, e così si può amicare qualcuno su Facebook (probabilmente come traduzione dell’inglese to befriend somebody): “Luigi mi ha chiesto l’amicizia e l’ho amicato”. Amìco è prima di tutto un aggettivo che significa “benevolo, favorevole”: possono essere amiche le parole, un animo, un paese. Il telefono amico è una vera e propria istituzione. Ovviamente, amico è anche sostantivo, e la sua importanza e centralità nel nostro linguaggio è sottolineata dalle molte accezioni che ha. La prima è quella di indicare chi è legato da sentimenti di amicizia: un amico si trova e si perde; c’è l’amico caro e il caro amico, l’amico intimo, l’amico fraterno, l’amico di famiglia. Esiste l’amico del cuore, e ovviamente l’amica del cuore, quella con cui le ragazze vanno anche… in bagno! In inglese si identificano reciprocamente anche con l’acronimo BFF, che sta per best female friends o best friends forever. amico Poi c’è l’amico di penna, quello con cui si intrattiene un’amicizia epistolare; quando ero alle elementari, dato che Internet non era diffusa come oggi, ero “costretta” ad avere un amico di penna, anzi, un penfriend, per esercitarmi con l’inglese: odiavo l’incombenza di vergargli lunghe lettere di cui non… mi importava assolutamente nulla! Si può essere amici per la pelle – almeno una generazione, la mia, è stata rovinata dalla sigla del cartone animato “Il fantastico mondo di Paul”: “Amici per la pelle / sul teleschermo blu / da oggi Paul e Nina ogni giorno insieme a noi”… Il cane è l’amico dell’uomo o il miglior amico dell’uomo, mentre un falso amico è, sì, una persona non sincera, ma anche – e forse è l’accezione più interessante – una parola straniera simile a quella di un’altra lingua per grafia o suono, ma con significato diverso: l’inglese morbid ‘macabro’ e l’italiano morbido, lo spagnolo aceite ‘olio’ e l’italiano aceto, ecc. Poi c’è l’amico del giaguaro, “chi, invece di appoggiare un amico, sembra parteggiare per i suoi avversari”, da una mitica battuta di Walter Chiari a conclusione di una barzelletta in un film del 1958. Il fuoco amico, nel linguaggio giornalistico, è quello dei colpi di arma da fuoco o delle bombe che nel corso di un’operazione di guerra colpiscono per errore i soldati del proprio esercito o gli alleati o, figurativamente, anche una polemica particolarmente dura verso chi fa parte del proprio schieramento, soprattutto politico. Poi c’è l’amicóne (1970), amico inseparabile, ma, a volte, anche chi ostenta nei confronti degli altri un atteggiamento molto amichevole e confidente e l’amichétto (1925), che magari è il compagno di giochi di un bambino, ma anche l’innamorato o amante, specie se giovane (detto con una punta di disprezzo: “quello ha l’amichetta”). Sinonimi di amico sono, a seconda della sfumatura di significato con cui viene impiegato il termine, compàgno, confidènte, ìntimo, fratèllo, compàre, alleàto, sostenitóre, fautóre, simpatizzànte, conoscènte, amànte, innamoràto, gànzo (in Toscana), fidanzàto, uòmo, boy-friend. Un termine da salvare e recuperare è sodàle: dal latino sodāle(m) ‘membro di una confraternita’, 1328, indica oggi un compagno, un amico o un collega. Gli sportivi sanno bene cos’è un’amichévole: una “competizione che si svolge soltanto per allenamento o esibizione spettacolare”, per cui si parla di partita o incontro amichevole, ma anche solo di amichevole. Non dimentichiamo il detto forse più noto dedicato all’amicizia: “Chi trova un amico, trova un tesoro”. Teṣòro (1250 circa), dal latino thesāuru(m), a sua volta dal greco thēsaurós, indica solitamente una gran quantità di denaro o magari oggetti preziosi, ammassati per essere conservati, magari nascosti; più prosaicamente, il termine viene usato in maniera generica per definire una grande quantità di denaro o di beni preziosi. Un tesoro è chiaramente anche una persona molto amata, o una cosa alla quale si attribuisce grande valore; familiarmente, il termine viene usato anche come appellativo di una persona molto amata: “Tesoro, sei pronto?”. Il Tesoro con la maiuscola è l’erario pubblico, e il Ministero del Tesoro quello da cui dipendevano la presentazione al Parlamento del bilancio generale dello Stato e la gestione del denaro pubblico; le sue funzioni sono ora attribuite al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per chi si occupa di lingue a livello professionale, un tesoro, soprattutto nella letteratura medievale, è un’opera enciclopedica, un vocabolario storico. Uno che di amici, e di tesori, anzi, tesssssòri, se ne intendeva, era Gollum (o Sméagol), l’amico-nemico di Frodo Baggins nel Signore degli Anelli. Corrotto dal potere dell’Unico Anello, dovendo scegliere tra il suo amico e il suo tesoro scelse, com’è noto, quest’ultimo. Molte parole per indicare una persona amica di qualcuno o qualcosa, o che ha propensione o simpatia per qualcuno o qualcosa sono invece formate con –filo-, prefisso o suffisso che deriva dal greco philo-, da phílos ‘amico’, di origine indoeuropea: così abbiamo filocinese, filodrammatico, filofascista, filologo, filosofo, ma anche astrofilo (appassionato di astronomia) o necrofilo (chi ha particolare interesse per i cadaveri). Infine, non si può parlare di amici senza citare l’antonimo, cioè il contrario di amico: nemìco. In letteratura anche inimìco, viene dal latino (i)nimīcu(m), composto di in– e amīcus ‘amico’ (1213). Il non-amico è uno che nutre sentimenti di avversione, odio, rancore contro qualcuno, ne desidera il male, e cerca di farglielo. Ma il vero terrore di questi giorni estivi è senz’altro il nemico dell’acqua: viene definito così, scherzosamente, chi non si lava mai. Volete tanti amici? Un consiglio: non dimenticate di curare l’igiene personale!
2019
Vera Gheno
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1258708
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