Dalle stelle allo… stallo: gli eventi politici recenti invogliano a una riflessione su alcune parole che occupano, ultimamente, i titoli dei giornali. Il già citato stallo deriva dal francone *stall ‘sosta, dimora’. La forma è asteriscata perché è ricostruita, cioè non si hanno testimonianze dirette della sua esistenza, ma è stata dedotta dagli etimologisti. Datato in italiano 1266, stallo ha vari significati, da quello di ‘sedile di legno con braccioli e dorsale destinato specialmente a persona importante’ a ‘ricovero per animali’; ma quello che interessa a noi viene dal gioco degli scacchi: ‘situazione del re che non può muoversi perché cadrebbe sotto scacco, mentre d’altra parte nessun altro pezzo è movibile’. Proprio da questa accezione si arriva all’uso figurato di ‘situazione bloccata, apparentemente senza vie d’uscita’: le trattative sono in una fase di stallo. Un tipo di stallo particolare è quello ben noto ai cinefili, lo stallo alla messicana (dall’inglese Mexican standoff o standout, quando due o più persone si tengono sotto tiro a vicenda con un’arma, cosicché nessuno può attaccare un altro senza subire a sua volta un attacco. Intanto, va avanti il balletto delle consultazioni. Consultazione è voce dotta, che deriva dal latino consultatiōne(m), da consultāre ‘consultare’. In italiano è in uso dal XIV secolo. Anche qui, il termine ha diverse accezioni: ‘richiesta o scambio di consigli, pareri o informazioni, specialmente su problemi importanti’ (da cui consultazione popolare, ‘espressione della volontà popolare mediante una votazione’). Anche la visita del medico in ambulatorio è chiamata consultazione, mentre un altro luogo dove ci si dedica alla consultazione, stavolta di testi, è la biblioteca, dove troviamo le opere di consultazione, i libri che si possono consultare ma non prendere in prestito, e la sala di consultazione, in cui le suddette opere sono sistemate. Al plurale, le consultazioni sono il nome tecnico di ciò che fa il presidente della Repubblica: una ‘serie di colloqui che il Capo dello Stato ha con personalità politiche di vari partiti al fine di risolvere una crisi governativa e assegnare l’incarico per formare un nuovo governo’. Quale governo? Dal latino gubĕrnu(m), probabilmente dal verbo gubernāre ‘governare’, risalente al XIII secolo, è un’altra parola con tanti significati (da quello generico di ‘guida, comando’ a quello di ‘forma di organizzazione politica di uno Stato’, per non parlare di ‘cura diligente, assidua attenzione con cui si amministra, si dirige o si alleva qualcuno o qualcosa’); ma di nuovo abbiamo un significato che ci interessa particolarmente: ‘organo statale complesso che determina l’indirizzo politico dello Stato nei rapporti interni e internazionali’. E non è finita qui, perché esistono molti tipi di governo differenti: basta aggiungere l’aggettivo o il sostantivo del caso. Per definire un ‘governo privo di un progetto politico a lungo termine, costituito solamente per il disbrigo delle questioni correnti’, lo si chiama governo balneare, ma anche governo d’affari, governo ponte o governo tecnico. Chiamarlo governo fantoccio non è certo un complimento, perché significa considerarlo un ‘governo privo di ogni effettiva autorità, usato strumentalmente da altri’, come pure governo fantasma, ‘privo di ufficialità o che opera nella clandestinità’. Il governo ombra, dal canto suo, è come si definisce un ‘gruppo di esponenti politici che svolge, in seno all’opposizione, un’attività critica, basata su proposte alternative rispetto alle iniziative dei ministri del governo in carica’. Ovviamente, una possibile uscita dallo stallo sarebbe la formazione di un governo misto, ‘composto da rappresentanti di vari partiti politici’, reso possibile dalla creazione di una coalizione. Questa è una parola dalla storia meno lineare delle precedenti: prima di approdare in italiano nel 1778, il latino coălitus, participio passato di coalĕscere, passa dal francese coalition. Genericamente, coalizione significa ‘alleanza di persone, enti o partiti, per la realizzazione di scopi comuni’; in questo momento, la coalizione più interessante sarebbe un insieme di partiti politici che si alleano (chiamato anche schieramento) verso un obiettivo comune, fino a formare una coalizione governativa, cioè un’‘alleanza dei partiti al governo’.

Governo / Vera Gheno. - ELETTRONICO. - (2018).

Governo

Vera Gheno
2018

Abstract

Dalle stelle allo… stallo: gli eventi politici recenti invogliano a una riflessione su alcune parole che occupano, ultimamente, i titoli dei giornali. Il già citato stallo deriva dal francone *stall ‘sosta, dimora’. La forma è asteriscata perché è ricostruita, cioè non si hanno testimonianze dirette della sua esistenza, ma è stata dedotta dagli etimologisti. Datato in italiano 1266, stallo ha vari significati, da quello di ‘sedile di legno con braccioli e dorsale destinato specialmente a persona importante’ a ‘ricovero per animali’; ma quello che interessa a noi viene dal gioco degli scacchi: ‘situazione del re che non può muoversi perché cadrebbe sotto scacco, mentre d’altra parte nessun altro pezzo è movibile’. Proprio da questa accezione si arriva all’uso figurato di ‘situazione bloccata, apparentemente senza vie d’uscita’: le trattative sono in una fase di stallo. Un tipo di stallo particolare è quello ben noto ai cinefili, lo stallo alla messicana (dall’inglese Mexican standoff o standout, quando due o più persone si tengono sotto tiro a vicenda con un’arma, cosicché nessuno può attaccare un altro senza subire a sua volta un attacco. Intanto, va avanti il balletto delle consultazioni. Consultazione è voce dotta, che deriva dal latino consultatiōne(m), da consultāre ‘consultare’. In italiano è in uso dal XIV secolo. Anche qui, il termine ha diverse accezioni: ‘richiesta o scambio di consigli, pareri o informazioni, specialmente su problemi importanti’ (da cui consultazione popolare, ‘espressione della volontà popolare mediante una votazione’). Anche la visita del medico in ambulatorio è chiamata consultazione, mentre un altro luogo dove ci si dedica alla consultazione, stavolta di testi, è la biblioteca, dove troviamo le opere di consultazione, i libri che si possono consultare ma non prendere in prestito, e la sala di consultazione, in cui le suddette opere sono sistemate. Al plurale, le consultazioni sono il nome tecnico di ciò che fa il presidente della Repubblica: una ‘serie di colloqui che il Capo dello Stato ha con personalità politiche di vari partiti al fine di risolvere una crisi governativa e assegnare l’incarico per formare un nuovo governo’. Quale governo? Dal latino gubĕrnu(m), probabilmente dal verbo gubernāre ‘governare’, risalente al XIII secolo, è un’altra parola con tanti significati (da quello generico di ‘guida, comando’ a quello di ‘forma di organizzazione politica di uno Stato’, per non parlare di ‘cura diligente, assidua attenzione con cui si amministra, si dirige o si alleva qualcuno o qualcosa’); ma di nuovo abbiamo un significato che ci interessa particolarmente: ‘organo statale complesso che determina l’indirizzo politico dello Stato nei rapporti interni e internazionali’. E non è finita qui, perché esistono molti tipi di governo differenti: basta aggiungere l’aggettivo o il sostantivo del caso. Per definire un ‘governo privo di un progetto politico a lungo termine, costituito solamente per il disbrigo delle questioni correnti’, lo si chiama governo balneare, ma anche governo d’affari, governo ponte o governo tecnico. Chiamarlo governo fantoccio non è certo un complimento, perché significa considerarlo un ‘governo privo di ogni effettiva autorità, usato strumentalmente da altri’, come pure governo fantasma, ‘privo di ufficialità o che opera nella clandestinità’. Il governo ombra, dal canto suo, è come si definisce un ‘gruppo di esponenti politici che svolge, in seno all’opposizione, un’attività critica, basata su proposte alternative rispetto alle iniziative dei ministri del governo in carica’. Ovviamente, una possibile uscita dallo stallo sarebbe la formazione di un governo misto, ‘composto da rappresentanti di vari partiti politici’, reso possibile dalla creazione di una coalizione. Questa è una parola dalla storia meno lineare delle precedenti: prima di approdare in italiano nel 1778, il latino coălitus, participio passato di coalĕscere, passa dal francese coalition. Genericamente, coalizione significa ‘alleanza di persone, enti o partiti, per la realizzazione di scopi comuni’; in questo momento, la coalizione più interessante sarebbe un insieme di partiti politici che si alleano (chiamato anche schieramento) verso un obiettivo comune, fino a formare una coalizione governativa, cioè un’‘alleanza dei partiti al governo’.
2018
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1258738
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