Nelle ultime settimane, sui giornali sono rimbalzate diverse notizie riguardanti i neologismi. Tra queste, due sono particolarmente interessanti , ma richiedono alcune precisazioni. Secondo la prima notizia, l'acronimo BUFU (un modo abbastanza violento di mandare le persone a quel paese) sarebbe entrato nel vocabolario Treccani; la seconda, invece, propone una lista di neologismi che saranno inseriti nella prossima edizione dei vocabolari, tra i quali pulmanista per 'conducente di un pullman'. Quando si parla di neologismi, purtroppo, le notizie che girano sono spesso imprecise o incomplete. In questo caso, nessuna delle due è definibile completamente falsa, ma le informazioni che sono state fornite dai mezzi di comunicazione di massa sono, purtroppo, distorte, forse per risultare maggiormente appetibili al largo pubblico. Iniziamo dalla prima: BUFU (sigla inglese: by us, f*ck you, ossia 'da parte nostra, vai a… quel paese') nasce nell'ambito musicale anglofono del rap e del trap; viene adottata in Italia da un gruppo che si chiama Dark Polo Gang per mettere a tacere gli hater , ossia gli odiatori; acquisisce, grazie all'influenza che questo gruppo ha sui giovanissimi, una certa notorietà, che spinge gli studiosi di Treccani a segnalare l'acronimo nel contenitore Neologismi presente sul loro sito. Ora, questa utilissima sezione contiene le parole nuove, o le risemantizzazioni (cioè vecchie parole che tornano alla ribalta magari con significati nuovi), che emergono dai mezzi di comunicazione di massa praticamente settimana per settimana. Ma che un neologismo venga menzionato nella sezione Neologismi non significa assolutamente né che quel termine sia entrato nel vocabolario, né che ci entrerà automaticamente nel futuro. Purtroppo, se non si controlla con attenzione la pagina, al primo sguardo non è facile capire che non si tratta del Vocabolario Treccani, ma di una sua sezione particolare, che potremmo definire di "sorvegliati speciali". È sempre la solita questione: la rete ci dà accesso a una quantità incredibile di materiale scientifico, ma questo materiale va letto approfonditamente. Altrimenti, anche i professionisti della comunicazione possono prendere granchi come questo. Anche la seconda notizia, purtroppo, contiene alcune imprecisioni che hanno dato adito a successive interpretazioni sempre più distorte. Il sito dell'Accademia della Crusca contiene una sezione, Parole Nuove, che svolge all'incirca lo stesso compito della sezione Neologismi di Treccani, con qualche differenza: le parole trattate sono molte meno, e gli studiosi che gravitano attorno alla redazione della consulenza linguistica cercano di compilare delle schede approfondite per ognuna di esse. Nell'articolo originario si parla di alcune parole analizzate in quella sezione; tra queste, ce ne sono di già registrate dai dizionari (come influencer o bullizzare); altre che potrebbero entrare nelle prossime edizioni dei vocabolari, come ghosting; altre, invece, sono semplici segnalazioni arrivate alla redazione da parte degli utenti, come pulmanista e legnameria: queste ultime sono interessanti, peculiari, curiose, ma tra la segnalazione alla Crusca (o a Treccani) e l'ingresso dei vocabolari esistono meccanismi complessi, sui quali né Crusca, né Treccani, né Zingarelli, né Devoto-Oli hanno, in realtà, voce direttamente in capitolo. Occorre ripeterlo: le parole nuove non entrano nei vocabolari in base al gusto dei lessicografi, e nemmeno in base a un giudizio di bellezza o bruttezza; i neologismi, per finire registrati nei dizionari, devono rispondere a tre criteri: 1) venire impiegati effettivamente dalle persone, 2) per un periodo di tempo prolungato, 3) possibilmente in contesti diversificati. Solo a questo punto, il neologismo verrà giudicato statisticamente rilevante – già, perché anche i lessicografi ricorrono alla statistica, per misurare il peso di una parola – e potrà essere registrato nel dizionario. Questo, come si può intuire, esclude neoformazioni arbitrarie, hapax (cioè parole che hanno una vita circoscritta nel tempo, come i tormentoni) e gergalismi, come ad esempio alcuni termini della lingua dei giovani o dei social media (si pensi, ad esempio, al verbo lollare per 'ridere', non registrato dai dizionari, che deriva dall'acronimo LOL laughing out loud 'scoppiare a ridere' che, compare nello Zingarelli). Per la precisione, quindi, vanno fatti dei distinguo. In primo luogo nessuno, nemmeno la Crusca o Treccani, possono dire con certezza quali saranno i neologismi che saranno registrati dalle prossime edizioni dei vari vocabolari, perché i lessicografi dovranno verificare la loro effettiva ricorrenza nell'uso, che non è più di tanto prevedibile. In secondo luogo, la Crusca non ha davvero nessun ruolo attivo nella scelta dei neologismi, tanto più che non pubblica vocabolari dal 1923 (non esiste, al momento, un Vocabolario degli Accademici della Crusca aggiornato); è però altrettanto vero che attirare l'attenzione su una parola nuova, come fanno le sezioni dedicate di Treccani e Crusca, può dare adito a un circolo virtuoso (o vizioso, a seconda dei punti di vista) alimentando la possibilità che una parola menzionata in queste sezioni possa avere una diffusione più ampia e, in questo modo, finire per davvero registrata dai vocabolari. Infine, continuano ancora a girare informazioni imprecise su petaloso: questo aggettivo, coniato da un ragazzino che all'epoca, nel 2016, aveva otto anni, a oggi non è stato registrato da nessun vocabolario: lo troviamo, per l'appunto, solo nella sezione Neologismi di Treccani (scambiata, purtroppo, da molti, per parte integrante del Vocabolario stesso). Il mondo dei neologismi è affascinante: ci racconta molto sia dello Zeitgeist, dello 'spirito del tempo', sia di noi stessi, come singole persone e come esseri umani. Tuttavia, i neologismi vanno trattati con attenzione e con cognizione di causa: far circolare notizie imprecise (quelle che alcuni studiosi chiamano misinformazione) non aiuta la loro causa. Ricordiamo un'ultima cosa: non serve indignarsi per una parola che non ci piace, e non serve firmare petizioni rivolte alla Crusca (o a Treccani) per inserire una parola nel vocabolario; questo processo avviene in maniera spontanea, non programmata né veramente programmabile, e i suoi unici protagonisti sono i parlanti, che giudicheranno la liceità e l'utilità di una parola nel modo più lineare di tutti: scegliendo se usarla o meno nei loro discorsi.

Neologismi. Ecco come nascono le notizie distorte / Vera Gheno. - In: TOSCANAOGGI. - STAMPA. - 24:(2018), pp. 13-13.

Neologismi. Ecco come nascono le notizie distorte

Vera Gheno
2018

Abstract

Nelle ultime settimane, sui giornali sono rimbalzate diverse notizie riguardanti i neologismi. Tra queste, due sono particolarmente interessanti , ma richiedono alcune precisazioni. Secondo la prima notizia, l'acronimo BUFU (un modo abbastanza violento di mandare le persone a quel paese) sarebbe entrato nel vocabolario Treccani; la seconda, invece, propone una lista di neologismi che saranno inseriti nella prossima edizione dei vocabolari, tra i quali pulmanista per 'conducente di un pullman'. Quando si parla di neologismi, purtroppo, le notizie che girano sono spesso imprecise o incomplete. In questo caso, nessuna delle due è definibile completamente falsa, ma le informazioni che sono state fornite dai mezzi di comunicazione di massa sono, purtroppo, distorte, forse per risultare maggiormente appetibili al largo pubblico. Iniziamo dalla prima: BUFU (sigla inglese: by us, f*ck you, ossia 'da parte nostra, vai a… quel paese') nasce nell'ambito musicale anglofono del rap e del trap; viene adottata in Italia da un gruppo che si chiama Dark Polo Gang per mettere a tacere gli hater , ossia gli odiatori; acquisisce, grazie all'influenza che questo gruppo ha sui giovanissimi, una certa notorietà, che spinge gli studiosi di Treccani a segnalare l'acronimo nel contenitore Neologismi presente sul loro sito. Ora, questa utilissima sezione contiene le parole nuove, o le risemantizzazioni (cioè vecchie parole che tornano alla ribalta magari con significati nuovi), che emergono dai mezzi di comunicazione di massa praticamente settimana per settimana. Ma che un neologismo venga menzionato nella sezione Neologismi non significa assolutamente né che quel termine sia entrato nel vocabolario, né che ci entrerà automaticamente nel futuro. Purtroppo, se non si controlla con attenzione la pagina, al primo sguardo non è facile capire che non si tratta del Vocabolario Treccani, ma di una sua sezione particolare, che potremmo definire di "sorvegliati speciali". È sempre la solita questione: la rete ci dà accesso a una quantità incredibile di materiale scientifico, ma questo materiale va letto approfonditamente. Altrimenti, anche i professionisti della comunicazione possono prendere granchi come questo. Anche la seconda notizia, purtroppo, contiene alcune imprecisioni che hanno dato adito a successive interpretazioni sempre più distorte. Il sito dell'Accademia della Crusca contiene una sezione, Parole Nuove, che svolge all'incirca lo stesso compito della sezione Neologismi di Treccani, con qualche differenza: le parole trattate sono molte meno, e gli studiosi che gravitano attorno alla redazione della consulenza linguistica cercano di compilare delle schede approfondite per ognuna di esse. Nell'articolo originario si parla di alcune parole analizzate in quella sezione; tra queste, ce ne sono di già registrate dai dizionari (come influencer o bullizzare); altre che potrebbero entrare nelle prossime edizioni dei vocabolari, come ghosting; altre, invece, sono semplici segnalazioni arrivate alla redazione da parte degli utenti, come pulmanista e legnameria: queste ultime sono interessanti, peculiari, curiose, ma tra la segnalazione alla Crusca (o a Treccani) e l'ingresso dei vocabolari esistono meccanismi complessi, sui quali né Crusca, né Treccani, né Zingarelli, né Devoto-Oli hanno, in realtà, voce direttamente in capitolo. Occorre ripeterlo: le parole nuove non entrano nei vocabolari in base al gusto dei lessicografi, e nemmeno in base a un giudizio di bellezza o bruttezza; i neologismi, per finire registrati nei dizionari, devono rispondere a tre criteri: 1) venire impiegati effettivamente dalle persone, 2) per un periodo di tempo prolungato, 3) possibilmente in contesti diversificati. Solo a questo punto, il neologismo verrà giudicato statisticamente rilevante – già, perché anche i lessicografi ricorrono alla statistica, per misurare il peso di una parola – e potrà essere registrato nel dizionario. Questo, come si può intuire, esclude neoformazioni arbitrarie, hapax (cioè parole che hanno una vita circoscritta nel tempo, come i tormentoni) e gergalismi, come ad esempio alcuni termini della lingua dei giovani o dei social media (si pensi, ad esempio, al verbo lollare per 'ridere', non registrato dai dizionari, che deriva dall'acronimo LOL laughing out loud 'scoppiare a ridere' che, compare nello Zingarelli). Per la precisione, quindi, vanno fatti dei distinguo. In primo luogo nessuno, nemmeno la Crusca o Treccani, possono dire con certezza quali saranno i neologismi che saranno registrati dalle prossime edizioni dei vari vocabolari, perché i lessicografi dovranno verificare la loro effettiva ricorrenza nell'uso, che non è più di tanto prevedibile. In secondo luogo, la Crusca non ha davvero nessun ruolo attivo nella scelta dei neologismi, tanto più che non pubblica vocabolari dal 1923 (non esiste, al momento, un Vocabolario degli Accademici della Crusca aggiornato); è però altrettanto vero che attirare l'attenzione su una parola nuova, come fanno le sezioni dedicate di Treccani e Crusca, può dare adito a un circolo virtuoso (o vizioso, a seconda dei punti di vista) alimentando la possibilità che una parola menzionata in queste sezioni possa avere una diffusione più ampia e, in questo modo, finire per davvero registrata dai vocabolari. Infine, continuano ancora a girare informazioni imprecise su petaloso: questo aggettivo, coniato da un ragazzino che all'epoca, nel 2016, aveva otto anni, a oggi non è stato registrato da nessun vocabolario: lo troviamo, per l'appunto, solo nella sezione Neologismi di Treccani (scambiata, purtroppo, da molti, per parte integrante del Vocabolario stesso). Il mondo dei neologismi è affascinante: ci racconta molto sia dello Zeitgeist, dello 'spirito del tempo', sia di noi stessi, come singole persone e come esseri umani. Tuttavia, i neologismi vanno trattati con attenzione e con cognizione di causa: far circolare notizie imprecise (quelle che alcuni studiosi chiamano misinformazione) non aiuta la loro causa. Ricordiamo un'ultima cosa: non serve indignarsi per una parola che non ci piace, e non serve firmare petizioni rivolte alla Crusca (o a Treccani) per inserire una parola nel vocabolario; questo processo avviene in maniera spontanea, non programmata né veramente programmabile, e i suoi unici protagonisti sono i parlanti, che giudicheranno la liceità e l'utilità di una parola nel modo più lineare di tutti: scegliendo se usarla o meno nei loro discorsi.
2018
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13
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Vera Gheno
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