La mostra e il catalogo ruotano attorno a un progetto innovativo, che presenta un lato inedito di Mario Madiai. In particolare, partendo da un desiderio e da una visione poetica dell’artista stesso, la sala centrale dell’esposizione è dedicata a un’installazione site specific (riprodotta con apposito inserto in catalogo), con soggetto una riproduzione fotografica di Piazza del Luogo Pio, su cui Madiai è intervenuto con una pittura monocromatica, lasciando intravedere soltanto alcuni particolari, e favorendo una dimensione immersiva dello spettatore nell’opera. Un procedimento affascinante, per certi versi risonante di un’eco surrealista, con una realtà oggettuale che emerge da uno scavo in profondità, che ben si presta a sintetizzare una delle caratteristiche delle opere di Madiai, che vivono di una profonda meditazione sul rapporto tra superficie e profondità, tra dato pittorico e riconoscimento formale. In catalogo è inoltre presentata un’ampia selezione dei più recenti ‘teatrini’ realizzati dall’artista. Si tratta di lavori ricchi di spunti ermeneutici, sia per i rapporti formali che Madiai riesce a costruire calibrando i vari materiali (dalle fotografie della figlia ai disegni dei bambini), sia per il tessuto (letteralmente) di memorie che evocano: i fili da cucito ricordano inevitabilmente la madre sarta. Sono opere affascinanti, che da un lato richiamano gli equilibri instabili di Maria Lai, e dall’altro il concetto di memoria, storica e personale, sviluppato da alcuni dei più importanti artisti contemporanei. Infine, dell'apparato illustrativo fa parte anche una sequenza di tele monocrome intrecciate ad altre da cui emergono i sintagmi tipici di Madiai, richiamando, in una dialettica tra figurativo e astratto, le tele iniziali, che riproducono invece alcune fotografie della figlia Giorgia, su cui l’artista è intervenuto pittoricamente. La mostra e il catalogo sviluppano dunque un percorso di lettura alternativo attraverso le opere di uno dei pittori livornesi più amati e apprezzati, suggerendo letture visive sorprendenti. Significativamente, in apertura è riproposto anche il famoso Biliardo del 1962: in certe fratture della composizione e in alcuni ritagli di pittura, è infatti ravvisabile un fil rouge, inaspettato e tanto più potente, con le sperimentazioni più recenti. Il catalogo si completa con un'intervista a Madiai realizzata da Giorgio Bacci e tre saggi scritti da Giorgio Bacci, Martina Corgnati e Pier Carlo Santini (questi ultimi due ristampati da volumi precedenti).

Madiai. Tracce di memoria / Giorgio Bacci. - STAMPA. - (2021).

Madiai. Tracce di memoria

Giorgio Bacci
2021

Abstract

La mostra e il catalogo ruotano attorno a un progetto innovativo, che presenta un lato inedito di Mario Madiai. In particolare, partendo da un desiderio e da una visione poetica dell’artista stesso, la sala centrale dell’esposizione è dedicata a un’installazione site specific (riprodotta con apposito inserto in catalogo), con soggetto una riproduzione fotografica di Piazza del Luogo Pio, su cui Madiai è intervenuto con una pittura monocromatica, lasciando intravedere soltanto alcuni particolari, e favorendo una dimensione immersiva dello spettatore nell’opera. Un procedimento affascinante, per certi versi risonante di un’eco surrealista, con una realtà oggettuale che emerge da uno scavo in profondità, che ben si presta a sintetizzare una delle caratteristiche delle opere di Madiai, che vivono di una profonda meditazione sul rapporto tra superficie e profondità, tra dato pittorico e riconoscimento formale. In catalogo è inoltre presentata un’ampia selezione dei più recenti ‘teatrini’ realizzati dall’artista. Si tratta di lavori ricchi di spunti ermeneutici, sia per i rapporti formali che Madiai riesce a costruire calibrando i vari materiali (dalle fotografie della figlia ai disegni dei bambini), sia per il tessuto (letteralmente) di memorie che evocano: i fili da cucito ricordano inevitabilmente la madre sarta. Sono opere affascinanti, che da un lato richiamano gli equilibri instabili di Maria Lai, e dall’altro il concetto di memoria, storica e personale, sviluppato da alcuni dei più importanti artisti contemporanei. Infine, dell'apparato illustrativo fa parte anche una sequenza di tele monocrome intrecciate ad altre da cui emergono i sintagmi tipici di Madiai, richiamando, in una dialettica tra figurativo e astratto, le tele iniziali, che riproducono invece alcune fotografie della figlia Giorgia, su cui l’artista è intervenuto pittoricamente. La mostra e il catalogo sviluppano dunque un percorso di lettura alternativo attraverso le opere di uno dei pittori livornesi più amati e apprezzati, suggerendo letture visive sorprendenti. Significativamente, in apertura è riproposto anche il famoso Biliardo del 1962: in certe fratture della composizione e in alcuni ritagli di pittura, è infatti ravvisabile un fil rouge, inaspettato e tanto più potente, con le sperimentazioni più recenti. Il catalogo si completa con un'intervista a Madiai realizzata da Giorgio Bacci e tre saggi scritti da Giorgio Bacci, Martina Corgnati e Pier Carlo Santini (questi ultimi due ristampati da volumi precedenti).
2021
Giorgio Bacci
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